Titanus: riparte la storica casa di produzione napoletana

L'intervista al presidente, Guido Lombardo

Oriana Maerini
Spettacoli

La ripartenza della Titanus, storica casa di produzione fondata a Napoli nel 1904

Guido Lombardo, presidente della Titanus Spa parla della ripartenza della storica casa di produzione fondata a Napoli nel 1904 dal nonno Gustavo Lombardo. La più antica, dopo la Pathé, società di produzione e distribuzione cinematografia del mondo e l’unica a completa gestione familiare che nel 2021 conta utili per 1,3 milioni di euro.

Entrare nella sede della Titanus a Roma è come entrare in un tempio, la sacralità del nostro cinema, quello che ha resto grande l’Italia nel mondo, campeggia nelle locandine che tappezzano l’edificio. Guido Lombardo, il Presidente, mi accoglie nel suo faraonico ufficio, con la simpatia di un padrone di casa conscio di appartenere alla dinastia più importante dell’industria cinematografica e televisiva mondiale. 

Fondata a Napoli nel 1904 dal nonno Gustavo la Titanus è, dopo la Pathé, società di produzione e distribuzione cinematografia del mondo e l’unica a completa gestione familiare.

Da poco avete annunciato una ripartenza nelle produzione con nuovi progetti. Di cosa si tratta?

La Titanus riparte come ha sempre fatto nella sua storia con grande coraggio, anche se ha subito una battuta d’arresto dovuta ai gravi problemi seguiti alla distribuzione de Il gattopardo e Rocco e i suoi fratelli ed inseguito alla scomparsa di mio padre. Ora abbiamo creato una nuova squadra e ripartiamo con un grande piano editoriale che prevede progetti suddivisi in Legacy e Originals. Ci saranno remake, reboot, prequel per realizzare delle nuove serie, partendo dalla nostra grande library che dispone di 400 titoli, e dinuovi film originali.

Può spiegare nel dettaglio?

Si tratta di 7 serie e film per le piattaforme, Rai, Mediaset, Sky e per tutte lepiattaforme per le quali sviluppiamo, come sempre, solo dei progetti che piacciano alla Titanus. Ci vantiamo di non aver mai realizzato, fin dal 1904, progetti che servono solo a guadagnare. Noi costruiamo opere, sia commerciali che autoriali, che ci emozionano.

Li abbiamo messi a punto grazie al nostro nuovo direttore generale Stefano Bethlen, che proviene dall’esperienza in Disney, e saranno destinati ad un determinato tipo dipubblico e soprattutto per determinati Paesi.

Quindi fate coproduzione con l’estero?

Si, abbiamo riscontrato che, quando proponiamo le nostre serie in coproduzione, nei vari Paesi del mondo, sono entusiaste quanto noi. Per questo sfruttiamo la nostra library che conta 400 film nostri avendone distribuito più di 1500 ma abbiamo una conoscenza sia di serie televisive che abbiamo realizzato per 20.000 ore.

Ma è vincente, soprattutto, il nostro modo di produrre per la televisione che è, esattamente, la stessa modalità che usiamo per produrre il cinema. Non faccio differenza quando produciamo per il cinema e per TV o le piattaforme.

Per ripartire avete scelto “Piedone” e la “Ciociara”, perché un approccio così differenziato?

Sono due fasce diverse. Pochi sanno che Piedone, il mitico commissario Rizzo interpretato da Bud Spencer, in Germania è considerato una star: c’è perfino un museo su di lui! E’ un personaggio incredibilmente noto sia in Italiache all’estero. Non faremo un remake del film ma un sequel ci sarà un nuovo giovane commissario che raccoglie il testimone di Piedone. 

Confezionato in maniera moderna, si riallacciata a Piedone in tante cose, soprattutto nell’atmosfera gialla delle sue storie ma sarà un prodotto in grado di attrarre, oltre al pubblico che ama il personaggio, anche i giovani che non loconoscono.

La Ciociara è un nostro grande vanto perché è stata una nostra produzione che ha fatto conquistare un Oscar a Sophia Loren. Siamo in grado di fare un prequel ed il sequel del film. Solo la Titanus può riscrivere in modo giusto una tale opera d’arte.

Cosa ne pensa la Loren di questo progetto?

Abbiamo parlato con lei, le abbiamo esposto il progetto ed è molto entusiasta. Io sono cresciuto con Sophia, il suo nome d’arte è stato inventato da mio padre, abbiamo un rapporto straordinario.

Quali sono i pregi ed i difetti di appartenere ad una dinastia cinematografica come Titanus?

Uno dei pregi è avere la possibilità di realizzare dei progetti affascinanti, ma pericolosi sul piano finanziario perché disponiamo di grandi risorse ed esperienza. Il difetto risiede nel fatto che dobbiamo avere le spalle larghe, e mantenere, senza doversi vantare, i nostri standar di qualità.

Dobbiamo seguire sempre la rettitudine che appartiene al nostro Brand: siamo sempre precisi quando giriamo, non ammettiamo ritardi e la nostra parola anche con una stretta di mano vale come una firma.

Avete creato il grande cinema italiano, il cinema che rappresental’immaginario collettivo….

Per questo non possiamo permetterci di abbassare il livello delle nostre produzioni. Per realizzare le serie TV abbiamo ingaggiato direttori della fotografia che hanno vincitori di premi Oscar. Professionisti che hanno accettato perché siamo la Titanus e hanno trovato un’atmosfera diversa sui nostri set, impressionati dalla nostra serietà. 

Questo ci costa in termini finanziari ma rende il marchio di una della casa più vecchie ed importanti del mondo che non ha perso la sua fama.

Qual è il film a cui è più legato?

Sono due: Il Gattopardo e Rocco e i suoi fratelli. Un giorno fui ripreso da mio padre perché misi i due film sullo stesso livello. “Non ti permettere, il Gattopardo è unico”. Era il suo capolavoro, una pellicola che gli costò una fortuna, una follia pura.

Ha impiegato 30 anni per recuperare quello che aveva perso vendendo tutto quello che aveva.

Ricominciò da zero?

Si è stato capace di recuperare il patrimonio grazie a film più commerciali come i “musicarelli” con Gianni Morandi.

Perché in Italia non esistono più produttori così arditi?

Perché in Italia nessuno rischia per il cinema; lo abbiamo quasi abbandonato, facciamo grandi serie televisive per i network. Purtroppo la gente e, soprattutto i giovani, non vanno più al cinema, la gente non va più al cinema ed i pochi film non sono di alto livello perciò seguiamo le serie americane che sono straordinarie. Noi faremo con i nostri mezzi per fare prodotti autorevoli e belli che puntano ad un target che vuole vedere questo genere di film.

Ma avete in progetto anche nuovi film...

Si, perché rischiamo sempre, sarà un’altra scommessa della Titanus perché saranno film e serie Tv che raccontano la storia italiana.

Come scegliete i registi?

Valutiamo le persone adatte a realizzare il soggetto giusto. Non scegliamo nomi famosi perché hanno realizzato un progetto vincente, ma registi che sono adatti allo specifico prodotto che vogliamo creare. La Titanus è veramente una Family Office. Abbiamo istituito una Titanus production che produrrà per noi in questo palazzo.

Di questi nuovi progetti su quale puntante in particolare?

Su tutti! Sono tutti diversamente stupendi. Lo scudo della Titanus fa parte dell’immaginario collettivo.

Chi l’ha scelto?

Fu il fondatore, mio nonno Gustavo. Negli anni è stato rimodernato senza perdere la sua cifra.

Il cambiamento politico potrebbe pregiudicare i vostri rapporti con icanali TV?

La cosa bella della Titanus è una sola: tutti ci apprezzano per la nostra serietà. Lavoriamo bene con ogni corrente politica, non siamo agganciati con nessuno in particolare.

La sua maggiore soddisfazione?

Aver realizzato “L’ultimo Gattopardo” il docu-film firmato da Tornatore che ripercorre la vita e l’impresa di mio padre Goffredo. Peppino era entusiasta del progetto ed io mi sono fidato di un regista che abbiamo scoperto noi della Titanus producendo “Il Camorrista”.

Siete forti sul piano imprenditoriale grazie agli studi, al polo diproduzione televisiva...

Si anche se mio padre dovette venderli per non far fallire la Titanus. Avevamo studi in tutta Roma: la montagna della Farnesina, via Margutta, via Appia. Con il suo lavoro è riuscito a ricomprarli, ad ingrandirli ed ora sono affittati alla Mediaset per la realizzazione dei suoi programmi.

Può parlarmi della serie sulla storia di sua nonna, l’attrice Leda Gys?

Si chiamava Trilussa, due puntate girate per la Rai. Ho pianto tanto quando l’abbiamo realizzata perché racconta la storia di mia nonna che si chiamava Giselda De Lombardi, un’attrice scoperta da Trilussa che le diede il nome d’arte di Leda Gys con il quale divenne un’attrice famosissima del muto.

Tutti mi sconsigliavano di realizzarla perché affermavano che non avrebbe avuto successo in Rai. Invece è andata benissimo. Queste sono le scommesse che fanno i produttori veri. Sono opere che hanno premiato il coraggio della Titanus ed ha fatto conoscere al pubblico una storia bellissima che fa parte della mia famiglia e anche della storia d’Italia. Questi sono i rischi che ci prenderemo sempre perché le esche facili non ci piacciono.

Guido Lombardo mi congeda, quasi commosso, mostrandomi una cartolina che ha trovato in un mercatino: riproduce la foto di sua nonna con una poesiaa lei dedicata da Trilussa.

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