Brasile, affonda portaerei carica di rifiuti tossici. Ira degli ambientalisti

Avvenuto a 350 km dalle coste, il naufragio controllato della portaerei ha scatenato le polemiche

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Brasile, affonda portaerei piena di rifiuti tossici. Gli ambientalisti: "Danni incalcolabili"

La marina brasiliana ha annunciato di avere affondata nell'Oceano atlantico una vecchia portaerei piena di amiantovernici e altri rifiuti tossici, provocando le proteste delle organizzazioni ambientaliste. 

Il "naufragio pianificato e controllato è stato realizzato alla fine della giornata" di ieri, a circa 350 chilometri dalle coste brasiliane, in una zona in cui la profondità dell'Oceano è di circa 5 mila metri, secondo un comunicato della marina. La contestata decisione è stata presa perché non c'erano alternative, visto "lo stato molto degradato di questa vecchia nave lunga 266 metri, considerata un "pacco tossico di 30 mila tonnellate" dall'associazione Robin Hood

"Di fronte ai rischi che comporta rimorchiarla e a causa del deterioramento dello scafo, la sola soluzione è abbandonare la nave affondandola in modo controllato", aveva spiegato la marina in un comunicato congiunto con il ministero della Difesa nei giorni scorsi.

Il pubblico ministero federale del Brasile ha cercato di fermare l'operazione con diversi ricorsi presso i tribunali, avvertendo sulle conseguenze per l'ambiente e ricordando che la portaerei contiene 9,6 tonnellate di amianto, 644 tonnellate di inchiostri e altri materiali pericolosi: il rischio, ha sottolineato, è di "gravi danni ambientali, soprattutto a causa del fatto che lo scafo è danneggiato. Le Ong ambientaliste GreenpeaceSea Shepherd e Basel Action Networkhanno denunciato "una violazione di tre trattati internazionali".

Le organizzazione ambientaliste sottolineano che questo naufragio causerà "danni incalcolabili" con "impatti sulla vita marina e le comunità costiere". Pur definendola una soluzione "tragica", il giudice del Tribunale federale dello Stato di Pernambouc, a Nord-Est del Paese, l'ha autorizzata ritenendola inevitabile, poiché lo stato dello scafo avrebbe presto provocato un naufragio spontaneo della nave, e il suo rimorchio avrebbe messo in pericolo il personale che lo avrebbe effettuato. 

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