Russia, il doppio volto di Xi con Putin: cooperazione militare e "ritiro" tech

Al via esercitazioni navali congiunte tra Pechino e Mosca. Ma dall'altra parte i colossi tecnologici cinesi riducono la presenza in Russia

Esteri

Cina-Russia, a Natale esercitazioni navali a fuoco vivo

Un Natale fatto di navi da guerra e proiettili nel mar Cinese orientale. Questo il programma di Cina e Russia, che da oggi al 27 dicembre svolgono esercitazioni navali congiunte al largo delle coste sinorusse e non lontano dalla penisola coreana e dal Giappone. Un appuntamento che è ormai una tradizione, visto che si ripete dal 2012, cioè proprio da quando Xi Jinping ha assunto la guida del Partito comunista cinese col suo primo mandato da segretario generale, che ora è entrato al terzo giro di boa. Ma significativo che venga confermato anche dopo la guerra in Ucraina. 

Non la prima volta che Pechino dà segnali di cooperazione militare con Mosca anche dopo l'inizio dell'invasione. Già negli scorsi mesi le forze militari dei due paesi avevano partecipato a esercitazioni congiunte, su tutte le Vostok 2022, le "grandi manovre" che Mosca tiene nel suo territorio orientale e al quale hanno preso parte truppe e mezzi anche di altri paesi. Non solo. Nel corso del 2022 più volte aerei e

Russia, Medvedev a Pechino incontra Xi Jinping

Il presidente cinese, Xi Jinping, a Pechino ha incontrato il leader di Russia Unita - il partito di Putin - Dmitri Medvedev: lo scrive la Tass, che cita la tv di stato. "Medvedev - che è anche il numero due del Consiglio di Sicurezza russo - ha reso noto di aver discusso con Xi Jinping di collaborazione bilaterali con la Federazione russa e di questioni internazionali, compreso il conflitto in Ucraina", scrive l'agenzia russa. Medvedev e il leader cinese - scrive ancora Tass - hanno riscontrato un'ampia coincidenza di vedute e Xi ha auspicato che si arrivi una "soluzione politica pacifica" alla crisi ucraina.

navi militari di Cina e Russia si sono mossi insieme, in particolare in prossimità dell'arcipelago giapponese.

E' successo per esempio in occasione del summit Quad dello scorso maggio, ma non solo. Tanto che il Giappone, ormai sempre più allineato agli Stati Uniti e con una partnership in fase di rafforzamento con la Nato, ha appena approvato una nuova strategia di difesa che di fatto supera la costituzione pacifista approvata subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale su spinta proprio di Washington che voleva impedire un ritorno dell'imperialismo nipponico.

I precedenti della cooperazione militare tra Pechino e Mosca

Le esercitazioni, denominate Maritime Cooperation 2022, vedranno la partecipazione dell'ammiraglia della Flotta del Pacifico russa - l'incrociatore missilistico Varyag - di una fregata e di due corvette, ha dichiarato il governo russo, aggiungendo che la Marina dell'Esercito Popolare di Liberazione cinese invierà due cacciatorpediniere, due navi da pattugliamento, una nave da rifornimento multiuso e un sottomarino diesel. Parteciperanno anche aerei cinesi.

"Lo scopo principale dell'esercitazione è quello di rafforzare la cooperazione navale tra la Federazione Russa e la Repubblica Popolare Cinese e di mantenere la pace e la stabilità nella regione Asia-Pacifico", si legge nel comunicato del ministero della Difesa russo. Non è certo un caso che l'annuncio sia arrivato da parte di Mosca, che da quando è iniziata la guerra è preoccupata di mostrare al mondo di avere ancora degli amici e che la partnership con la Cina è più forte che mai.

La Cina non fa regali alla Russia sul fronte tecnologico. Gli esempi di Huawei e dei microchip

Ma il profilo tenuto da Pechino è molto più basso. Anche in questo caso non sono arrivati commenti signifciativi sulle manovre militari, così come erano state definite di "routine" quelle precedenti. E dall'altra parte Xi non sembra particolarmente intenzionato a fare regali al teorico "amico senza limiti". A partire dal fronte tecnologico. Il gigante cinese delle telecomunicazioni e degli smartphone Huawei Technologies ha appena annunciato che sta chiudendo la sua unità aziendale in Russia, con un'ulteriore riduzione dei posti di lavoro, secondo quanto riportato dal quotidiano economico moscovita Kommersant.

La divisione Enterprise Business Group di Huawei in Russia, responsabile della vendita di sistemi di archiviazione dati e apparecchiature di telecomunicazione a clienti aziendali, sarà sciolta il 1° gennaio. La mossa sarebbe stata fatta per evitare il rischio di sanzioni secondarie sul gigante delle telecomunicazioni, che è già soggetto a sanzioni commerciali statunitensi, in quanto i sistemi e le apparecchiature potrebbero essere utilizzati dallo Stato. A circa 2.000 dipendenti che lavorano per l'unità verrà chiesto di trasferirsi negli uffici di Huawei in altri paesi della Comunità degli Stati Indipendenti (CSI) oppure saranno licenziati, ma l'azienda manterrà l'attuale ufficio dell'unità a Mosca per prepararsi "a tornare se le ostilità attive in Ucraina cesseranno", sostiene Kommersant.

Pechino si è opposta sin dall'inizio alle sanzioni economiche contro la Russia, ma allo stesso tempo le ha ampiamente rispettate. Il produttore cinese di droni DJI Technology Co è stata la prima azienda tecnologica cinese a interrompere le proprie attività commerciali in Russia. La scorsa settimana è emerso anche un altro sviluppo significativo, quando la Cina ha vietato l'esportazione di chip che utilizzano una struttura fornita dall'azienda nazionale Loongson Technology Corp, in quanto la tecnologia è considerata da Pechino "strategicamente importante".

Il divieto di esportazione dei processori Loongson basati sull'architettura LoongArch, considerata la risposta cinese a Intel e all'azienda britannica di progettazione di chip Arm, è dovuto al fatto che la tecnologia è utilizzata dal complesso militare-industriale cinese. Il ban sarebbe stato imposto per tutti i paesi, ma la Russia è compresa a dimostrazione che qualche limite nell'amicizia, nonostante il Natale fatto di manovre navali ed esercitazioni a fuoco vivo, forse esiste.

Tags:
cinaesercitazioni militarihuaweirussiasemiconduttori