Elezioni Corea del Sud, vince il trumpiano Yoon. Kim Jong-un prepara i missili

Presidenziali incertissime ma alla fine vince il conservatore che non ha escluso un attacco preventivo contro la Corea del Nord. In Asia può cambiare tutto

di Lorenzo Lamperti
Esteri
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Elezioni Corea del Sud, vince il conservatore Yoon Seok-youl: e ora cambia tutto

La Corea del Sud cambia volto, l'Asia orientale cambia volto. Con riflessi che possono arrivare ben oltre quella regione. Le incertissime elezioni presidenziali si sono concluse con la vittoria di Yoon Seok-yeoul, il candidato conservatore che si è detto a favore, qualora fosse necessario, di condurre un "attacco preventivo" nei confronti della Corea del Nord. Un cambio di registro drammatico rispetto a quello del presidente uscente Moon Jae-in, che ha cercato invece per cinque anni di riavviare il dialogo scontrandosi con gli insuccessi dei negoziati portati avanti da Donald Trump in coda a due incontri (più uno nella zona demilitarizzata al confine tra le due Coree).

Un processo che si è arrestato bruscamente, come testimoniato dalla decisione di Pyongyang di far saltare in aria l'ufficio di collegamento di Kaesong nella primavera del 2020. E che ora potrebbe prendere la direzione inversa, visto che Kim Jong-un sta continuando coi test missilistici e tanti analisti e osservatori di Corea si aspettano una possibile escalation delle tensioni nelle prossime settimane proprio in risposta al completamento del processo elettorale nella parte meridionale della penisola.

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Tornaimo un attimo a Yoon, candidato del People Power Party, che ha sconfitto Lee Jae-myung del Partito Democratico, il "Bernie Sanders coreano". Yoon ha vinto per meno di un punto percentuale, a testimonianza di una corsa davvero incerta. Decisiva la voglia di discontinuità dei sudcoreani, dopo che Moon non è riuscito a mantenere diverse delle sue promesse. A partire dall'abbassamento del costo degli immobili e alla tutela delle piccole e medie imprese. Per non parlare della promessa di diminuire il potere delle chaebol, i grandi conglomerati privati che guidano l'economia del paese, o di combattere la corruzione. Uno dei tanti scandali politici aveva investito la ex presidente Park finita in carcere ma poi graziata dallo stesso Moon nei mesi scorsi in quello che a molti è sembrato un tentativo di porgere un ramoscello d'ulivo all'opposizione ed evitare di finire nel mirino una volta lasciata la Casa Blu.

Proprio sull'onda delle proteste contro la corruzione in politica Moon aveva costruito la sua vittoria nel 2017, e sempre sullo stesso tema Yoon ha fatto valere la sua carriera da procuratore generale interrotta nei mesi scorsi prima di annunciare la discesa in campo. A Lee non è bastato prendere le distanze da Moon e proporre un programma basato sulla discontinuità e dal segno fortemente progressista. Yoon ha approfittato anche dell'appoggio di un altro candidato, Ahn Cheol-oo, che a pochi giorni dalle urne ha deciso di ritirarsi e schierarsi con lui. 

Yoon ha convinto gli elettori con la sua fama di incorruttibile e sottolineando il fatto di non essere un politico, in modo simile a come questo argomento è stato utilizzato altrove da Donald Trump, del quale non a caso Yoon è stato definito un ammiratore. Nella sua carriera ha condotto indagini su politici di ampio profilo e di entrambi gli schieramenti, cosa che lo ha reso agli occhi degli elettori come una scelta quasi "sopra le parti". Ovviamente, le zone d'ombra non mancano. Intanto per le sue posizioni antifemministe in un paese nel quale le donne subiscono ancora diverse disparità di trattamento a partire dal luogo di lavoro. Yoon ha già anticipato che abolirà il ministero per le questioni di genere istituito da Moon e ha compiuto un agaffe quanto ha sostenuto l'istituzione di una settimana lavorativa da oltre 100 ore.

(Continua nella pagina successiva con la reazione armata di Kim Jong-un)

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Ma la scelta di Yoon può avere ripercussioni anche sul piano esterno. Soprattutto restando all'interno della penisola coreana, visto che come noto i conservatori hanno una linea molto più ostile a Pyongyang rispetto ai democratici, di certo più dialoganti. Yoon ha una posizione ancora più netta dei predecessori, parla di risorse da destinare a fronteggiare la "minaccia nordcoreana" e non ha escluso la possibilità di un "attacco preventivo" contro il regime di Kim Jong-un.

Non a caso, nei mesi e settimane scorsi Kim ha intensificato le attività militari. Giusto a poche ore dall'annuncio della vittoria di Yoon, Kim ha annunciato lo sviluppo di un satellite da ricognizione finalizzato a raccogliere informazioni su Corea del Sud, Giappone, e sulla presenza di forze militari statunitensi nella regione.  Kim "ha spiegato che lo scopo dello sviluppo e del funzionamento del satellite di ricognizione militare è quello di fornire alle forze armate della Corea del Nord informazioni in tempo reale sulle azioni militari contro di essa da parte delle truppe di aggressione dell'imperialismo statunitense e delle sue forze vassalle in Corea del Sud, Giappone e Pacifico".

Nei primi due mesi del 2022 la Corea del Nord ha svolto nove test missilistici. Basta passare in rassegna quanto accaduto nei giorni scorsi, nel pieno della campagna elettorale sudcoreana. Secondo quanto rivelato dall'agenzia di stampa Kyodo, Il governo nordocoreano ha intrapreso lavori di costruzione presso il sito per i test nucleari di Punggye-ri, per la prima volta dopo l'annuncio della sua chiusura nel 2018. Non solo. La Corea del Nord ha suggerito lo scorso gennaio la possibilità di riprendere i test di missili balistici intercontinentali e armi nucleari, entrambi interrotti dal 2017 durante i negoziati con Washington e Seul.

Di sicuro nei giorni scorsi ha effettuato test per lo sviluppo di satelliti di ricognizione, come Pyongyang definisce i missili balistici. La scorsa settimana le forze armate di Kim hanno lanciato un missile balistico verso il Mar del Giappone, il nono lancio dall'inizio dell'anno, a meno di una settimana dal test di collaudo di un "satellite da ricognizione" annunciato il 27 febbraio dall'agenzia di stampa ufficiale nordcoreana "Korean Central News Agency".

Prevedibile che Kim continui su questa strada fino a quando non riuscirà a riportare su un tavolo negoziale Seul e/o Washington. Ma con Yoon troverà qualcuno meno disposto ad ascoltare. Gli effetti del cambio della guardia possono farsi sentire anche sulla Cina, visto che Pechino ha sempre svolto un ruolo di raccordo fondamentale tra Corea del Sud e Corea del Nord. Senza la volontà di dialogo bilaterale, vengono meno alcuni degli ostacoli per Seul di accettare una maggiore integrazione nell'architettura asiatica di Washington, Quad compreso.

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