Elezioni Grecia, destra favorita su Tsipras. Ma esplode la bomba migranti
Mitsotakis avanti nei sondaggi, ma il New York Times lo mette in crisi: "Respinge i migranti in mare". Tsipras sogna la rimonta e il grande ritorno
Elezioni in Grecia: destra avanti a Tsipras ma situazione incertissima
Domenica 10,5 milioni di aventi diritto sono attesi alle urne in Grecia per il voto più imprevedibile degli ultimi dieci anni, che si preannuncia come uno scontro serrato tra il partito conservatore Nuova Democrazia (ND) del primo ministro uscente Kyriakos Mitsotakis e la sinistra Syriza dell'ex premier Alexis Tsipras. Per questo appuntamento con le urne, gli aventi diritto dovranno eleggere i 300 membri del Parlamento greco, in carica per i prossimi 4 anni. Probabilmente l’attuazione per la prima volta del nuovo sistema elettorale renderà difficile il raggiungimento di una maggioranza e altrettanto difficile appare la formazione di una coalizione di governo, quindi con ogni probabilità i greci torneranno a votare una seconda volta il 2 luglio.
Il principale elemento di novità è che queste saranno le prime elezioni dal 1990 in cui non si utilizzerà un sistema di seggi bonus, ovvero un proporzionale rafforzato, che per molti anni ha assegnato al partito con il maggior numero di voti un bonus fisso di 50 seggi, favorendo così una maggioranza parlamentare monopartitica fin dal primo turno. A seguito di una modifica alla legge elettorale introdotta da Tsipras, le elezioni generali di domenica si svolgeranno con un sistema di rappresentanza totalmente proporzionale che rende quasi impossibile avere un governo monopartitico. Per giunta in un Paese con un discorso politico molto polarizzato e poca esperienza con le coalizioni, un accordo tra le parti rimane un'equazione difficile, rendendo un secondo voto quasi certo. Dei 50 partiti politici che hanno fatto domanda di partecipazione alle elezioni nazionali del 2023 alla Corte Suprema, 36 sono stati giudicati idonei a presentare i propri candidati.
Per entrare in Parlamento la soglia di sbarramento è del 3%, ma secondo i sondaggi realizzati negli ultimi mesi non molti di loro risultano eleggibili. Il ballottaggio si terrà invece sulla base di un provvedimento legislativo varato dall’esecutivo di Mitsotakis. La differenza fondamentale rispetto al precedente sistema è che l'entità del bonus di maggioranza ora dipende dalla quota di voti nazionali del partito più numeroso. Tale bonus va da un minimo di 20 seggi per una quota di voto del 25% a un massimo di 50 seggi per una quota di voto del 40% e oltre. È importante notare che se la quota di voto del primo partito scende al di sotto del 25%, non gli verrà assegnato alcun premio di maggioranza.
Questo cambiamento significa anche che la maggioranza assoluta può essere raggiunta dal partito leader se ottiene il 38% dei voti. Rampollo di una dinastia politica il cui padre è stato anche primo ministro, Mitsotakis ha affermato che col ballottaggio l'obiettivo è quello di un "governo di destra stabile e forte sarà raggiungibile". Pertanto Nuova Democrazia ambisce a ottenere una maggioranza parlamentare senza fare affidamento su un governo di coalizione, anche se numeri alla mano sembra difficile che possa farcela da sola.
Tsipras, eletto due volte primo ministro in due elezioni consecutive nel 2015, vuole invece “porre fine” alle famiglie politiche che dominano la vita politica, coltivando “favoritismi” e “corruzione”. Non ha escluso una coalizione con i socialisti del Pasok-Kinal.
Gli ultimi dati disponibili diffusi dalla stampa locale indicano le seguenti intenzioni di voto per le elezioni di domenica: Nuova Democrazia (centro-destra) sotto la guida dell'attuale primo ministro Mitsotakis al 33,4%, Syriza-Alleanza progressista (sinistra radicale) diretta da Tsipras al 27,3%, Pasok-Movimento per il cambiamento [Kinal] (centro-sinistra) sotto la direzione di Nikos Androulakis con il 9,2%, il Partito Comunista di Grecia con il segretario generale Dimitris Koutsoumpas con il 6,6%, i nazionalisti di Greek Solution (Soluzione Greca, estrema destra) di Kyriakos Velopoulos con il 3,3% e MeRA25 (sinistra radicale/verdi) con il segretario Yanis Varoufakis al 3,6%.
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Gli analisti evidenziano inoltre il rischio di una bassa affluenza alle urne al primo turno, in quanto gli elettori sembrano sottovalutarne l'importanza, e pianificano di partecipare alla seconda votazione di luglio. I sondaggi della vigilia mostrano anche una percentuale record, dell’8,5%, di elettori indecisi, ago della bilancia, soprattutto tra le donne. Oltre al cambio di sistema elettorale e al crollo del tradizionale sistema bipartitico, ci sono diversi eventi e dati significativi di cui tenere conto, che potrebbero influenzare l’esito del voto. L’incidente ferroviario di Tempe, nella Grecia centrale, dello scorso febbraio, con un bilancio di 57 morti ha provocato dolore e rabbia diffusi, facendo perdere consensi a Nuova Democrazia, ma nel contempo il rivale di Syriza non è riuscito ad intercettare l’appoggio di quei elettori delusi dal partito conservatore al potere.
Nelle ultime settimane, tuttavia, Mitsotakis e la sua formazione sembrano aver recuperato una parte significativa di quei consensi. Un altro incidente significativo è stata la decisione della Corte Suprema di impedire al Partito dei Greci (di estrema destra) di candidarsi alle elezioni. Il suo leader, Ilias Kasidiaris, è stato condannato come esponente di spicco del partito neonazista Alba Dorata. La decisione ha lasciato gli elettori del partito, che variavano nei sondaggi dal 2 al 4%, pronti a cercare rappresentanza politica altrove. Infine, ma non meno importante, il dibattito tra i leader politici, svoltosi a dieci giorni dalle elezioni, ha sottolineato la tendenza di Nuova Democrazia a riconquistare gradualmente il consenso perduto, senza incidere in modo significativo sui voti previsti per gli altri partiti.
Dopo un rovinoso decennio di crisi economica tra il 2010 e il 2018, la Grecia ha registrato una crescita significativa negli ultimi anni. La produzione è aumentata del 5,9% lo scorso anno, alimentata principalmente dal turismo, dalla navigazione mercantile e dall'edilizia. Il governo uscente di Mitsotakis prevede una crescita del 2,3% nel 2023, ma il debito del Paese, al 171,3% del Pil nel 2022, è una preoccupazione di lunga data. Anche la disoccupazione rimane elevata al 12,4%, soprattutto tra i giovani, quasi un quarto dei quali sono senza lavoro.
Un'ondata inflazionistica guidata dalla crisi energetica e un aumento dei prezzi e dei costi delle case è una preoccupazione fondamentale per gli elettori. Inoltre la Grecia è uno dei principali punti di ingresso per i migranti che cercano di raggiungere l'Unione europea attraverso la vicina Turchia.
Mitsotakis ha adottato una linea dura, sigillando i suoi confini con l'aiuto dell'agenzia di frontiera dell'UE Frontex. Il governo uscente è stato accusato di respingimenti di migranti illegali, cosa che nega costantemente. "La Grecia sostiene di non abbandonare i migranti in mare. Ma è stata colta sul fatto". E' il titolo dell’articolo-denuncia pubblicato dal quotidiano statunitense New York Times che mostra un video di respingimenti della guardia costiera.
A livello nazionale, la repressione della polizia si è intensificata durante la pandemia di coronavirus, con le sue rigide regole di confinamento. Infine uno scandalo di intercettazioni telefoniche in cui lo scorso anno è stato rivelato che politici e giornalisti erano sotto sorveglianza è stato un duro colpo per la percezione pubblica riguardo allo stato di diritto e alla libertà di stampa. Lo scandalo in questione ha comportato il monitoraggio a lungo termine e diffuso dei telefoni cellulari di importanti personalità politiche greche come il leader del Pasok, Nikos Androulakis, giornalisti e altri membri del governo, ma non ha avuto un impatto significativo sugli elettori. La vicenda ha però impattato negativamente sulla prospettiva di future alleanze tra forze politiche con programmi simili e compattibili.