Gaza, notte di fuoco: Israele rifiuta la tregua Onu. Hamas: "Stop negoziati"

Tel Aviv contro le Nazioni Unite: "Un'infamia la richiesta di cessate il fuoco". Bombardamenti, azioni su terra e comunicazioni saltate sulla Striscia

di Redazione Esteri
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Guerra Israele-Hamas, Tel Aviv ignora la tregua chiesta dall'Onu: "Un'infamia"

Notte d'intensi bombardamenti e violenti scontri sul terreno nella Striscia di Gaza, bersaglio di attacchi israeliani senza precedenti da quando, tre settimane fa, è iniziata la guerra tra Israele e Hamas. È una grande offensiva di terra quella sferrata da Israele in queste ore, con truppe e tank, una sorta di prova generale prima della 'vera' invasione annunciata, ma di fatto non ancora compiuta, secondo quanto riportano i giornali internazionali. Mentre Gaza è tagliata fuori dal mondo, senza internet e con le linee telefoniche al limite del collasso.    

Le forze armate israeliane hanno mostrato una mappa in cui sono indicati i cinque tunnel usati da Hamas e che sarebbero stati distrutti nelle ultime ore dall’aviazione israeliana: sono quelli di North Gaza, Deir al-Balah e Khan Younis, al confine con Israele, Gaza e Rafah, dove si trova il varco d’accesso all’Egitto utilizzato per far entrare nei giorni scorsi.    

Intanto l'ala militare di Hamas, le Brigate Ezzedine al-Qassam ha fatto sapere di combattimenti sul terreno: "Stiamo affrontando incursioni di terra israeliane a Beit Hanoun (nord) e al-Boureij (centro). Sono in corso pesanti combattimenti", ha riferito in un comunicato. E un portavoce dell'esercito israeliano ha confermato che le forze israeliane stanno operando "all'interno della Striscia di Gaza". 

I media internazionali hanno riferito che la Mezzaluna Rossa, l'Organizzazione Mondiale della Sanità, Medici Senza Frontiere, l'Unicef e altre organizzazioni umanitarie hanno dichiarato di aver perso tutti i contatti con i loro staff a Gaza a del "blackout" che di fatto sta isolando la città. Da parte sua, Hamas si è detto “pronto” ad affrontare un'offensiva di terra e ha anche annunciato di aver lanciato “salve di razzi” contro Israele.    

Striscia di Gaza, gli Usa e altri 13 paesi votano contro la tregua chiesta dall'Onu

Nel frattempo a New York, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha chiesto a larga maggioranza una “tregua umanitaria immediata, duratura e prolungata”. Una risoluzione subito accolta favorevolmente da Hamas e dall'ambasciatore palestinese, ma respinta da Israele, il cui ambasciatore alle Nazioni Unite l'ha definita “un'infamia”. Hanno votato contro gli Stati Uniti e altri 13 paesi, tra cui l'Austria e l'Ungheria.

In molte parti del mondo sono in corso manifestazioni per un cessate il fuoco, con rappresentanti di tutte le comunità, compresi ebrei e musulmani che marciano insieme. A New York, migliaia di persone si sono radunate alla Grand Central station, nel cuore di Manhattan, per chiedere la fine delle violenze. In rete è diventato virale il video che mostra i manifestanti, che indossano tutti una maglietta nera con inviti alla pace, battere le mani a tempo e intonare lo slogan “No more weapons/No More war/Ceasefire is what we’re calling for”.    

Oltre 1.400 persone sono state uccise in Israele, principalmente civili massacrati il ​​7 ottobre da Hamas, l'attacco più mortale nella storia israeliana, secondo le autorità. Secondo l'esercito, 229 ostaggi, israeliani e stranieri, sono stati portati a Gaza da Hamas, che da allora ha rilasciato quattro donne. Il gruppo palestinese ha stimato che "quasi 50" ostaggi siano stati uccisi nei bombardamenti israeliani. Il ministero della Sanità di Hamas ha inoltre affermato che 7.326 persone, per lo più civili tra cui più di 3.000 bambini, sono state uccise a Gaza nei bombardamenti di ritorsione israeliani dal 7 ottobre.     

Dal 21 ottobre, secondo l'Onu, sono arrivati ​​dall'Egitto nella Striscia di Gaza 84 camion di aiuti umanitari, quando ce ne sarebbero almeno un centinaio al giorno. “Questi pochi camion non sono altro che briciole che non faranno alcuna differenza” per la popolazione, ha lanciato Philippe Lazzarini, direttore dell'Unrwa. L'agenzia Onu ha annunciato di aver “ridotto notevolmente le sue operazioni” a causa dei bombardamenti e della mancanza di carburante. Dodici dei 35 ospedali della Striscia di Gaza hanno dovuto chiudere. 

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