Guerra in Ucraina, attentato fallito? "Zelensky salvato dai servizi russi"
La voce clamorosa: "Il commando ceceno di Kadyrov eliminato grazie a una soffiata dell'intelligence di Mosca". Contropropaganda o segnali di trame anti Putin
"Guerra in Ucraina, l'attentato a Zelensky fallito grazie ai servizi russi"
Un attentato ordito ai danni del presidente ucraino Volodymyr Zelensky fallito per un intervento dei servizi segreti russi. Brillante risposta pensata a tavolino dall'Ucraina al florilegio di fake news della Russia per provare a resistere all'invasione non solo sul campo militare ma anche su quello comunicativo? Oppure il segnale che davvero la presa di potere di Vladimir Putin inizia a scricchiolare in maniera inquietante (per lui)?
La notizia, ovviamente, è di quelle a dir poco suggestive. Secondo quanto riportato dall'Ukrayinska Pravda, media ucraino, un commando di ceceni spedito dal leader locale Ramzan Kadyrov (vicino a Putin) sarebbe stato dato il compito di eliminare la leadership ucraina, compreso appunto il presidente Zelensky. Ma quel commando sarebbe stato neutralizzato grazie a una soffiata dell'Fsb, vale a dire i servizi segreti russi.
L'annuncio dell'eliminazione del gruppo è arrivata da Oleksiy Danilov, capo del consiglio di sicurezza nazionale e di difesa di Kiev, ed è arrivato giorni dopo che l'esercito ucraino ha distrutto una colonna di carri armati ceceni controllata dal signore della guerra ceceno Ramzan Kadyrov vicino a Hostomel, un campo di battaglia chiave fuori Kiev.
Guerra in Ucraina, la voce clamorosa sui servizi russi: contropropaganda o segnale che ci si muove per far cadere Putin?
Lo stesso Danilov avrebbe lasciato intendere che le informazioni sul complotto ceceno provenivano da agenti del servizio di sicurezza russo Fsb che si oppongono alla guerra. Il fatto che a una squadra di intervento cecena possa essere stato assegnato un compito del genere non è strano, visto che spesso il Cremlino si serve di gruppi non integrati all'esercito, come per esempio il gruppo Wagner composto da mercenari armati fino ai denti, per condurre operazioni sporche sul campo.
Ma certo se davvero i servizi segreti russi hanno avuto un ruolo nella loro neutralizzazione e dunque nel fallimento dell'attentato ci troveremmo di fronte a un segnale inequivocabile del fatto che in Russia si sta muovendo qualcosa. Secondo i media ucraini, che aggiungono particolari al racconto di Danilov, la soffiata sarebbe arrivata da una fonte anonima che si è presentata come un "ufficiale dei servizi di sicurezza di Mosca".
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Guerra in Ucraina, cresce l'insofferenza russa per il conflitto di Putin
Che ci siano schegge e frammenti sempre più ampi di opinione pubblica russa ostile alla guerra appare evidente. Le proteste degli scorsi giorni hanno prodotto migliaia di arresti e diversi personaggi famosi si sono esposti pubblicamente contro il conflitto. Ma fino a che si tratta di opinione pubblica Putin ha già dimostrato di poter continuare le sue manovre incurante del dissenso che viene visto come un fastidio da reprimere.
Diverso, invece, se contro il presidente si iniziassero a mettere anche pezzi del deep state russo, a partire dai servizi segreti. Diversi report, compresi dossier arrivati sul tavolo dell'intelligence degli Stati Uniti, presentano Putin come sempre più paranoico e solitario nelle sue decisioni, che sarebbero prese in filo diretto solo con il suo ministro della Difesa, Sergei Shoigu.
Frammenti anti Putin sul fronte interno in Russia
A differenza di Sergej Lavrov, cauto giocatore di scacchi della diplomazia internazionale, Shoigu ha fatto diverse mosse sotto la luce dei riflettori negli scorsi mesi. Come per esempio ospitare la giunta militare del Myanmar dopo il golpe promuovendo la cessione di forniture militari russe al governo nato dal colpo di stato perpetrato ai danni di Aung San Suu Kyi.
Sempre più figure, anche nel mondo economico, hanno fatto capire di essere contrari alla prosecuzione della guerra. Dalle istituzioni economiche e finanziarie russe ai potenti oligarchi, che rischiano di vedersi andare in fumo un pezzo cospicuo di patrimonio.
Da qui a ritenere che si sia di fronte a un imminente golpe interno, ma stavolta in Russia, ce ne passa. Però fino a pochi giorni fa anche solo immaginarlo era un'eresia, puro wishful thinking. Oggi, invece, qualche segnale di spaccatura lo si intravede. E Putin potrebbe forse diventare ancora più pericoloso se quello squarcio non fosse grande abbastanza da essere improvviso e senza possibilità di replica.