Guerra Russia-Ucraina, Draghi da Biden per seguire una linea suicida

"Historia magistra vitae" (Cicerone, De Oratore)

Di Paolo Diodati
Esteri
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Guerra Russia Ucraina, Draghi non dovrebbe riferire in Parlamento quello cha ha detto a Biden. Dovrebbe concordare col Parlamento una posizione e poi riferirla a Biden

La domanda è così complessa, impegnativa e di interesse esistenziale sia per l'individuo che per il destino umano che, credo, sia difficile trovare chi non si sia mai pronunciato a proposito. Cosa c'insegna veramente, stando alle tantissime affermazioni storiche, questa presunta Maestra, sulla tragedia in corso, inaspettata sembrerebbe per tutti, tranne che per Lavrov, che non a caso definimmo intelligentissimo?

Ministro degli esteri da ben 22 anni, con tanta esperienza, è ovvio che valutasse, con occhio clinico, alla prima frase, livello ed esperienza, del "collega" Giggino, una delle nostre vergogne nazionali, inamovibile come Speranza, per non far cadere il peggior governo possibile, fatto a immagine e somiglianza del suo realizzatore, l'amatissimo presidente dei politici, ma non nostro, popolo, che se l'avessimo conosciuto, non l'avremmo mai votato. 

Lavrov nel 2018 rilasciava interviste in cui diceva chiaramente, senza i fumi di quasi tutti i nostri politici, "Se volete la pace, non fateci la guerra. La pacificazione in Ucraina, passa dalla soluzione della questione Donbass" (fonte, Panorama, maggio 2018). Inaspettata, la guerra, sarà stata per i politici catapultati dai giochi casuali del loro mondo, a doversi schierare in fretta e furia dalla parte per loro più conveniente, ma non conveniente per la nazione, per la ragionevolezza della soluzione. 

La ragionevolezza avrebbe fatto pendere certe decisioni vitali anche per noi (soprattutto quelle relative a gas e petrolio) verso la "non precipitazione". Ottimo, coraggioso e responsabile verso i propri concittadini, l'esempio di chi, come il disprezzato Orban, s'è opposto all'embargo e di chi, come Petkov, primo ministro della Bulgaria, ne ha rinviato di mesi l'applicazione.

Invito chi storce il naso e condanna queste parole, essendo in cuor suo d'accordo con Draghi e Cazzola (che vuole vedere Putin a testa in giù) ad andare in provincia di Treviso a vedere gl'impianti del gasdotto che ci porta il gas dalla Russia o anche solo a visionare i documenti fotografici: solo in un mondo di irresponsabili, succede che, come accadde nel 2014 (già ho più volte ricordato l'interruzione di lavori "mega-ultra-iper-faraonici" iniziati nel 2012 e abortiti dopo due anni, per un cambio di governo in Bulgaria, che stracciava gli accordi sottoscritti dal governo precedente) e come accade ora sotto la spinta di Biden, che strilla all'Europa di rinunciare al gas russo e arriva a dettare legge anche smentendo l'ultima apertura di Zelensky, disposto a cedere la Crimea!

Deve vincere la guerra contro Putin, per essere rieletto o per far eleggere un altro miliardario democratico, con la sua benedizione. E allora, limitandoci agli impianti di Treviso, affrettiamoci a gettare all'aria fior di miliardi e anni di lavori. Tanto, con altre tasse, si ricostruirà tutto e si potranno aumentare le spese con i nuovi fornitori. 

A Whatever it takes, frase fortuna di Draghi, andrebbe aggiunto in questa occasione in cui il coniatore l'ha tradotta immediatamente in fatti, "but not humanity's death!" Questo vorrebbe dire essere traditori e collaborazionisti con il pazzo aggressore Putin? No, vorrebbe dire avere i piedi per terra e considerare che la linea di Biden è una linea suicida: i paesi della Nato che lo seguirebbero sulla linea Draghi (Whatever it takes) sono solo un settimo degli 8 miliardi della popolazione mondiale!

Cosa fare, allora, per far passare alla storia un insegnamento utile? Innanzi tutto, come Italia, imitare chi non manda armi o rinvia la decisione. Poi far tesoro della lezione storica degli avvenimenti ucraini, ma non da quando Putin s'è atteggiato a imitatore di una Nato russa, andando in difesa dei massacrati russi o filorussi di quelle zone martoriate, pensando che di lì a poco baby-Zelensky, entrando nella Nato, sarebbe diventato intoccabile. E in questo, sbagliando alla grande, rivelandosi un ingenuo, rispettoso di regole e accordi ritenuti superati dal mondo dei più spregiudicati che, quando era la volta dei russi e filorussi a essere attaccati, si voltavano dall'altra parte.

Ultima azione pratica e probabilmente risolutiva: seguire la posizione di Giuseppe Conte. La sua è l'unica voce consapevole della deriva autoritaria e inaccettabile di Draghi. Uno scandalo indecente e incredibile! Non si risponde "Non c'è tempo" per riferire al Parlamento e di fronte all'esemplare bacchettata di Conte che gli ha ricordato "Io lo convocavo anche di sabato e domenica", tirare dritto.

Mattarella su una situazione del genere, tace. Draghi non dovrebbe riferire in Parlamento, quello cha ha detto a Biden. Dovrebbe concordare col Parlamento una posizione e poi riferirla a Biden. Ma siccome sa che ormai non ha più una maggioranza, allora, col permesso del solo Mattarella, andrà a dire, quanto l'Italia sia fedele alla Nato, perché sa di combattere anche per la propria libertà e, soprattutto, sia felice di ricomprare dagli USA il gas liquefatto, proveniente magari dopo vari compra-vendite, dalla Russia.

Domanda: per Biden, Historia magistra vitae, or not? E, cosa si può dire, quesito più importante, sulle conseguenze dell'epilogo di questa guerra? A leggere i giornali, c'è di tutto. Riportiamo, innanzitutto, alcune frasi che sintetizzano ciò che alcuni personaggi hanno capito delle lezioni ascoltate dalla Maestra Storia. Già dalla lettura delle loro sintesi possiamo dedurre o che la Maestra non è un grande esempio di chiarezza o che gli illustri alunni hanno voluto capire quello che a loro piaceva di più capire. E che siccome la storia non è che una sequela di guerre, anche un confronto tra idee di illustri allievi, non potrebbe che finire ... a botte.

È doveroso, anche se inutile, sottolineare che tra gl'innumerevoli giudizi su ciò che insegna la Storia, dovrebbero avere più peso le conclusioni tratte dai più colti in storia. Ma tant'è, la degenerazione negli incontri di pugilato, lotta libera tra pesi massimi e pesi piuma, come in TV tra coltissimi e urlatori semianalfabeti, sempre a botte finirebbe tra lo storico di professione e l'urlatore a digiuno di storia.

Un esempio: si dà in testa anche al Papa, per aver timidamente affermato la sacrosanta verità "la Russia è stata un po' provocata"? Anche lui è un putiniano da zittire? E allora cosa facciamo con un colto come Pietro Dubolino che venerdì 6/5/22 su La Verità, titolava "Ucraina e Unione europea studino la mossa di Napoleone III a Solferino"? Assistiamo alla sua ghettizzazione, associato ad Alessandro Orsini

Bella nazione, l'Italia, con giornalisti come Enrico Mentana! (triste fine, ben ridicolizzato da Crozza... Si vanta di non aver mai invitato a parlare un presunto no-vax! Anche ora che a furia di straparlare, non ha tempo d'aggiornarsi, scoprendo che i presunti no-vax, hanno anticipato di oltre due anni le conclusioni dell'unica Scienza: quella seria!)

Dubolino ci ricorda una lezione della storia, che gli orecchianti solo degli ultimi avvenimenti ucraini, non conoscono e che magari, nella loro vis polemica, arriverebbero a negare. Ecco le parole iniziali della lezione: "Non sempre chi dà l'inizio a una guerra è quello stesso che l'ha preparata e l'ha voluta. Può infatti avvenire che la guerra sia preparata e voluta proprio da chi poi, apparentemente, la subisce”.

Dalla sterminata raccolta di Lezioni dedotte dalla conoscenza della Storia, eccone alcune, particolarmente significative per tentare di rispondere alla nostra domanda:

Mentire riguardo al futuro, produce la storia (Umberto Eco).

I Generali non sanno che le battaglie le vincono gli storici (Leo Longanesi)

Quante volte s'è vista condannare la verità!  È triste ma purtroppo vero che l'uomo non impara niente dalla storia. (Carl Gustav Jung)

L'illusione è la gramigna più tenace della coscienza collettiva: la scuola insegna, ma non ha scolari. (Antonio Gramsci)

Il fatto che gli uomini non imparino molto dalle lezioni della storia, è l'insegnamento più importante che la storia può offrire (Aldous Huxely)

Tutto ciò che l'uomo ha imparato dagli insegnamenti della storia, è che dalla storia l'uomo non ha imparato niente (G.W. Friedrich Hegel)

Dall'intersezione degli insiemi di verità insite nelle affermazioni di questi illustri e coltissimi personaggi, sintesi di centinaia di deduzioni analoghe, si deduce che Jung, Gramsci, Huxely ed Hegel concordano, insieme a tantissimi altri, nel dedurre l'inutilità delle conoscenze dei ricorsi storici, per migliorare il comportamento del genere umano. La nostra natura bellicosa e i meccanismi che scattano nella perenne guerra per l'esistenza prima, per migliorarla ora, ci costringerebbero a un destino descritto in modo esemplare, dalla mitologia greca, con la punizione inflitta da Zeus a Sisifo, costretto alla perenne fatica di raggiungere la vetta di un monte spingendo un pesantissimo macigno, per poi vederlo precipitare a valle, per ricominciare di nuovo il ciclo.

Ma la fertilissima fantasia dei creatori dei miti greci, che arrivò a creare dei guerrieri che non morivano mai (neanche in battaglia), inventati i fulmini con cui Giove uccideva gli uomini, non poteva inventare le idee di armi simili a quelle che, se usate adesso, farebbero cessare giochi e fatiche esaltanti di Sisifo. Ribadisco la mia convinzione-auspicio che nessun disperato possa premere i famosi bottoni finali e che in Ucraina si dovrà arrivare a imitare i dalmati italiani e dalmati croati. O deve prevalere la rassegnazione all'odio razziale (?) tra russi e ucraini, basato su raffinate analisi ematologiche, tipo quelle da usarsi per vedere se in un individuo scorre o non scorre sangue ebraico?

Finisco con le conclusioni di non storici, ma di Maestri (professori) in base alla loro esperienza sia da studenti, che da insegnanti, per poi farne una traslazione alla Maestra Storia. L' esperienza da studenti, dall'asilo a fine università: Si notano sempre ragazzi che dedicano pochissimo tempo allo studio, avendo però il massimo rendimento.  Altri, la grande maggioranza, senza infamia e senza lode. Infine una minoranza, refrattaria allo studio. Al liceo si incontravano ragazzi che impiegavano 10 anni a fare i 5 di liceo! Era una bella cosa? Personalmente ne ricordo uno che, rinviato a settembre per una sola materia orale (chimica) e con 5, a settembre fu respinto con 4. L'anno successivo rinviato sempre a chimica e con 4, a settembre fu respinto con 3. Non potendo ripetere ancora una volta, dovette andare in una scuola privata e pagare di tasca sua. Era un bel metodo? Per carità! Ma neanche quello di adesso è bello e la Meloni vuole peggiorarlo, per fare la simpatica col PD.

Esperienza da docenti in corsi di laurea tipo Fisica, Chimica, Medicina, Accademia Militare: un 10% di studenti che potrebbero fare a meno, e spesso ne fa a meno in assenza di obbligo, di seguire le lezioni, un 80 %. senza infamia e senza lode, che seguono le lezioni, prendono appunti, registrano, studiano tantissimo. Il restante 10% è fatto di "caproni" che tendono a imparare a memoria e che "vanno in barca, dando i numeri" di fronte a una domanda fatta e rifatta, ma appena modificata nella formulazione.

Conclusione per estensione: La storia è maestra di vita, ma in una classe col 10% di alunni saggi che potrebbero anche fare a meno dei suoi insegnamenti, l'80 % di studenti nell'aurea mediocritas, che segue e capisce a corrente alternata e del restante 10% di assoluti e irrecuperabili caproni. Quando un caprone va al potere, son dolori. Che ne può capire, un caprone, di insegnamenti della storia? Figuriamoci poi se, come nel nostro caso attuale di capre e caproni al governo, ce n'è in abbondanza!                    

La fortuna della pericolosissima età in cui siamo entrati, sta proprio nella sua estrema pericolosità: ultimi o primi della classe al comando, l'importante è che siano sani di mente, consapevoli che la celebre considerazione di Einstein, ripetuta in tutto il mondo da quando la disse per la prima volta, ora sappiamo che è stata tra le sue affermazioni errate. Perché ora noi sappiamo, salvo particolari miglioramenti sempre apportabili, con quali armi si combatterebbe una vera terza guerra mondiale. E sappiamo pure che sarebbe l'ultima. Poi, tutto lo spazio per le guerre, a scarafaggi, scorpioni e formiche.

 

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