Guerra Ucraina, i possibili mediatori: Macron, Bennett, Xi, Erdogan... Merkel

Il presidente francese attivissimo, Kiev ringrazia Israele ("meglio la mediazione delle armi"), si candidano anche Turchia e Cina. Ma occhio all'ex cancelliera

di Lorenzo Lamperti
Esteri
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Guerra in Ucraina, la rosa dei possibili mediatori: Macron iper attivo

Francia, Germania, Israele, Turchia, Cina. Si continua a sfogliare la margherita per individuare il possibile grande mediatore tra Mosca e Kiev per mettere fine alla guerra in Ucraina. Una margherità nel quale non si intravede nessun petalo a stelle e strisce, visto che gli Stati Uniti hanno scelto di non giocare un ruolo di prima linea su una crisi che vede ai loro occhi impantanarsi un rivale e che può consegnare invece una ritrovata unità tra i membri della Nato, in una lista che potrebbe anche ingrandirsi visti i pensieri di ingresso nell'Alleanza Atlantica che stanno formulando le varie Finlandia, Svezia e persino Moldavia. Non solo. Mentre la Danimarca fissa un referendum per rientrare nelle politiche di difesa comunitarie, ci sono tre aspiranti nuovi ingressi nell'Unione europea: Ucraina, Georgia e Moldavia.

Ma chi può svolgere questo ruolo così delicato, mentre prende il via il terzo round di colloqui e il Cremlino fa sapere di essere pronta a fermare il fuoco "in qualsiasi momento" qualora Kiev accogliesse le sue richieste. Vale a dire la capitolazione politica totale. Proposte per ora irricevibili, ma qualcosa sembra si stia smuovendo. Quantomeno all'esterno. Il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, elenca chi sono i possibili attori, citando in particolare l'Unione europea "con il presidente Macron", la Turchia e la Cina.

Sì, Unione europea perché siamo nel piano del semestre francese alla guida del Consiglio e Macron lo sta sfruttando in maniera fondamentale questa finestra nella quale peraltro si vota anche alle elezioni presidenziali in Francia, che ora l'inquilino dell'Eliseo conta di vincere piuttosto agevolmente. Macron è attivissimo dall'inizio della crisi tra viaggi e telefonate continue con Putin e Zelensky. E' lui che sta tenendo informati in tempo reale i cittadini europei di fatto. 

Non è certo un mistero che Macron fosse il leader europeo che negli anni scorsi più aveva provato a creare engagement con Putin, evitando che Mosca venisse risucchiata verso oriente e la Cina. Questa almeno la missione dichiarata da Macron, che aveva più volte parlato di autonomia strategica europea e aveva incontrato Putin diverse volte, temendo forse quanto sarebbe potuto accadere nel caso di fallimento della diplomazia.

Guerra in Ucraina, il percorso accidentato del dialogo Ue-Russia

L'Ue si sta muovendo anche con le sue istituzioni, in particolare nelle scorse ore c'è stato un colloqui tra Putin e il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, il quale ha chiesto al presidente russo stop immediato delle ostilità e corridoi umanitari. Difficile che la mediazione europea porti i frutti sperati in breve termine, compresa quella di Macron nonostante sia riconosciuto un interlocutore da Mosca, anche perché Putin ha dichiarato che le sanzioni sono "come una dichiarazione di guerra" e l'Ue non è stata timida a riguardo, anche se sul fronte energetico appare ancora molto divisa. Lo stesso Olaf Scholz ha dichiarato che l'energia russa "è ancora essenziale per l'Europa", allontanando la possibilità di sanzioni draconiane in materia.

L'eventuale discussione d'urgenza dell'adesione dell'Ucraina all'Ue, prefigurata da Michel, potrebbe tra l'altro rendere ancora più accidentato il dialogo tra Mosca e Bruxelles. Meno irta di ostacoli quella che invece potrebbe costruire Israele. Nel fine settimana il primo ministro Naftali Bennett ha incontrato Putin e ha detto di aver trovato il presidente russo in uno stato d'animo "razionale", contraddicendo dunque la tesi secondo la quale sarebbe "complottista e irrazionale". 

(Continua nella prossima pagina con il ruolo di Israele, Turchia e Cina...)

Guerra in Ucraina, Kiev a Israele: "Sforzi di pace più importanti della vendita di armi". Incontro Lavrov-Kuleba in Turchia

Bennett ha riferito ai ministri del suo governo di non aver presentato un piano di mediazione israeliano e che invece ha trasmesso messaggi tra le parti, ma pare evidente che le parti in causa possano fidarsi di lui. In particolare, l'ambasciatore ucraino in Israele Yevgen Kornichuk, che ha ringraziato il premier israeliano, ha detto che Kiev  considera Gerusalemme come luogo possibile per lo svolgimento di negoziati con la Russia. Significative le parole che hanno fatto seguito: "Grazie per i vostri sforzi di pace, non hanno prezzo per noi, è molto più importante della vendita di armi e munizioni, per i quali stiamo ancora combattendo ma capiamo (le ragioni per le quali non ce le mandate)".

Da seguire le mosse della Turchia. Dopo la telefonata di Erdogan a Putin, nella quale il leader turco ha sostanzialmente chiesto il cessate il fuoco, è stato reso noto che il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov incontrerà per consultazioni il collega ucraino Dmytro Kuleba il 10 marzo proprio in Turchia, ad Antalya. Potrebbe essere un passato avanti importante, con la Turchia che trova così uno spiraglio dopo i numerosi tentativi di mediazione posti in essere dal governo di Ankara negli scorsi due mesi e sempre falliti.

Guerra in Ucraina, le mosse di Cina e India, suggestione Merkel

Attenzione anche alle mosse dei giganti asiatici. In primis della Cina, che per ora ha sempre mantenuto una linea intermedia, come prevedibile visti i rapporti con Mosca e quelli con l'occidente: nessun sostegno ma anche nessuna condanna dell'intervento di Putin. Durante le "due sessioni", il principale appuntamento legislativo dell'anno in Cina, il ministro degli Esteri Wang Yi ha però dichiarato che Pechino è pronta a svolgere un ruolo di mediazione. Ma sempre con "caratteristiche cinesi", vale a dire sottolineando l'influenza negativa portata sui rapporti Mosca-Kiev dall'espansione della Nato verso est e dell'importanza di ascoltare anche le ragioni russe.

C'è poi, anche l'India, (molto) teorico alleato degli Usa in ambito Quad che ha in realtà un rapporto molto profondo con Mosca. Narendra Modi, premier indiano, ha parlato con Putin e ha sollecitato il dialogo tra le due parti. Troppo poco per ambire a un ruolo di mediazione al quale, secondo alcune suggestioni, potrebbe invece assurgere persino Angela Merkel. La cancelliera, che ha da poco lasciato la guida della Germania dopo un "regno" durato 16 anni, conosce bene la Russia e l'Ucraina e secondo alcuni osservatori potrebbe essere la figura giusta per cercare la strada del negoziato. Con una pensione interrotta subito.

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