Guerra ucraina, perché la sconfitta della Russia può essere un bene per Mosca
Perché non approfittare del presente conflitto per tagliare le unghie all’orso russo? Finché le avrà non farà dormire sonni tranquilli a nessuno
Guerra Russia Ucraina, un conflitto che può essere un'opportunità per mettere fuori gioco una volta per tutte Mosca
La voglia di pace di molti, anche a spese dell'Ucraina, è dettata da due interessi convergenti: la paura e la convenienza economica. Così c’è una forte corrente di “pensiero” che è ostile all’invio di armi all'Ucraina: perché se l'Ucraina può difendersi non si arrende. I finti pacifisti dunque guardano storto l’Inghilterra e la Germania, disposte anche a mandare “armi pesanti”, ma il colmo dell’ostilità lo riservano agli Stati Uniti che non soltanto invieranno aiuti ed armi per una somma stratosferica (33 miliardi di dollari) ma sono anche, pregiudizialmente, l’oggetto del loro normale e stupido anti-americanismo.
Una di queste critiche è tuttavia interessante, perché non del tutto fantastica. Se ci si avvicinasse ad una tregua, gli americani smetterebbero di inviare armi? Perché, se non lo facessero, dimostrerebbero che non vogliono la pace, ma sono intervenuti per soffiare sul fuoco.
Insomma - secondo i più ragionevoli fra gli antipatizzanti degli Stati Uniti - gli americani forse non hanno previsto la guerra; forse hanno cominciato ad inviare armi per solidarietà con un Paese aggredito ma poi, da buoni businessmen, hanno intravisto l’affare. Se mandano poche armi, gli ucraini potranno difendersi. Ma se ne mandano molte potrebbero anche vincere e questa sconfitta potrebbe segnare il tramonto definitivo di quell’Unione Sovietica che oggi vorrebbe risorgere dalle ceneri.
E infatti trentatré miliardi non servono per vincere una rissa ma una guerra. Se la Russia fosse severamente umiliata, magari con l’uscita di scena di Vladimir Putin, l’Occidente, senza sparare un colpo, dopo avere vinto la Guerra Fredda, avrebbe vinto anche la Terza Guerra Mondiale. E il mondo – eliminato lo stupido bellicismo russo – potrebbe avviarsi ad altri settant’anni di pace. L’ipotesi può essere sbagliata, ma non è inverosimile. Si pone tuttavia la domanda: dovremmo condannare gli Usa, nel caso?
Personalmente credo che dal 1945 al 1989 il mondo ha avuto la pace della paura. Poi, avendo noi vinto la Guerra Fredda, con Gorbaciov la pace è stata quella della concordia. Purtroppo questo ammirevole mondo di pace ha stravolto le menti degli europei che si sono fatte mille illusioni; hanno creduto alla collaborazione universale; hanno creduto che non ci sarebbero mai più state guerre sul suolo europeo e la realtà sembrava dargli ragione.
Ora improvvisamente ci troviamo nella guerra fino al collo ma e non dobbiamo esagerare neanche nell’altro senso, fino a credere che la guerra sia come un acquazzone imprevisto che ci può capitare tra capo e collo in qualunque momento. Basta rispondere a questa domanda: “La guerra è possibile anche sul suolo europeo. Ma quanto è probabile che dall’oggi al domani scoppi un conflitto tra l’Inghilterra e la Spagna? O la Francia e la Germania?” Se simili guerre sembrano impossibili è segno che l’eccezione ha un solo nome: Russia. E allora, tornando agli Stati Uniti, perché non approfittare del presente conflitto, se ce n’è l’occasione, per tagliare le unghie all’orso russo? Finché le avrà, o crederà di averle, non farà dormire sonni tranquilli a nessuno. La sconfitta di una Russia aggressiva sarebbe un bene per tutti, Russia inclusa. E non sto scherzando.
Tutto partì dalla guerra del 1870, momento dal quale cominciò l’infinito revanscismo francese per riprendersi l’Alsazia e la Lorena. Cose che i francesi conseguirono con la Prima Guerra Mondiale. In questo conflitto gli Imperi Centrali si arresero quando gli eserciti stranieri non calpestavano ancora il loro territorio perché si resero conto che tecnicamente avevano perso la guerra e risparmiarono ai loro popoli inutili lutti e distruzioni. Purtroppo i tedeschi normali non capirono di essere stati sconfitti e molti considerarono la resa ingiustificata, una sorta di tradimento, un attentato alla dignità della Germania. E così nacque il revanscismo tedesco che fu alla base del successo di Hitler e dei suoi progetti di dominio del mondo.
Ma a Hitler, per fortuna, andò male. E nella Seconda Guerra Mondiale i tedeschi subirono una tale quantità di distruzioni e di morti – a parte la vergogna indelebile della Shoah – che nel 1945 si considerarono tremendamente e giustamente vinti e puniti. Una coscienza che ha impedito qualunque revanscismo e a cui dobbiamo settantasei anni di pace. Se la Russia avesse compreso il senso e le cause della sconfitta nella Guerra Fredda, forse oggi avrebbe lasciato in pace l’Ucraina. E noi. Ma non soltanto Putin non l’ha capito, si è nutrito per anni di sogni e leggende.