Meloni-Bergoglio divisi sulla Cina. Lei ringrazia il Dalai Lama, lui s'accorda

Dopo l'incontro con il rappresentante di Taipei in Italia, la neo premier si avvicina anche al Tibet. Intanto il Vaticano rinnova l'accordo sui vescovi

Giorgia Meloni e Papa Francesco
Esteri

Mentre Meloni manda segnali su Taiwan e Tibet, Bergoglio rinnova l'accordo con la Cina sui vescovi

Da una parte gli ammiccamenti con Taiwan e il Dalai Lama, dall'altra il rinnovo dell'accordo sulla nomina dei vescovi. Peraltro ufficializzato proprio mentre si chiudeva il XX Congresso del Partito comunista che ha regalato a xi Jinping uno storico terzo mandato. La Cina divide Giorgia Meloni e Papa Francesco. Se la prima appare come la più decisa leader italiana degli ultimi anni a seguire una linea molto "americana" su Pechino, il secondo è invece il pontefice che più di tutti prova da anni da riallacciare il nodo con la Repubblica Popolare.

Il Vaticano ha annunciato sabato di aver rinnovato per altri due anni l'accordo del 2018 con la Cina sulla nomina dei vescovi cattolici. "Dopo opportune consultazioni e valutazioni, la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese hanno concordato di estendere per altri due anni l'Accordo provvisorio sulla nomina dei vescovi", ha dichiarato il Vaticano in un comunicato stampa del 22 ottobre. 

"La Parte vaticana", ha proseguito, "si impegna a continuare un dialogo rispettoso e costruttivo con la Parte cinese per una produttiva attuazione dell'Accordo e per un ulteriore sviluppo delle relazioni bilaterali, al fine di promuovere la missione della Chiesa cattolica e il bene del popolo cinese". L'accordo provvisorio tra Vaticano e Cina è stato firmato per la prima volta nel settembre 2018 e rinnovato per altri due anni nell'ottobre 2020.

Le polemiche sull'accordo Vaticano-Cina

I termini dell'accordo non sono mai stati resi pubblici e hanno creato diverse polemiche. Soprattutto negli scorsi mesi dopo l'arresto (e seguente rilascio) dell'ex cardinale di Hong Kong, Joseph Zen. A luglio Papa Francesco aveva detto di sperare che l'accordo venga rinnovato per la seconda volta. Bergoglio ha spesso fatto un paragone tra i critici di oggi e quelli che hanno parlato negativamente delle decisioni diplomatiche del Vaticano durante la Guerra Fredda, quando i papi hanno stretto accordi con i governi comunisti dell'Europa orientale nel tentativo di proteggere gli interessi della Chiesa cattolica.

"La diplomazia è così. Quando si affronta una situazione bloccata, bisogna trovare la via d'uscita possibile, non quella ideale", ha detto il Papa nei mesi scorsi. Dopo la firma dell'accordo con la Cina nel 2018, secondo alcuni media in diverse regioni della Cina sarebbero stati demoliti degli edifici ecclesiastici. Ma la Santa Sede ha sempre optato per la via diplomatica, cosa che ha creato tensioni anche con gli Stati Uniti, in particolare durante l'amministrazione Trump.

Meloni riapre il dossier Tibet

Giorgia Meloni, invece, si muove in maniera molto diversa. Non è passato inosservato l'incontro di fine luglio con Andrea Lee, rappresentante di Taipei in Italia. Anche perché la stessa Meloni ha postato l'immagine che la ritraeva col diplomatico sul suo profilo Instagram. Poi le dichiarazioni in campagna elettorale che hanno messo in dubbio il rinnovo dell'accordo sulla Belt and Road nel 2024 e altri segnali di avvicinamento a Taiwan.

Ora, l'apertura anche del "fronte" Tibet. Meloni già diversi anni fa aveva rilasciato dichiarazioni in merito al dossier legato alla regione autonoma cinese, che ha un governo in esilio al di là del confine, in India. Abboccamenti raccolto dal leader religioso, che sul suo sito dalailama.com, si è congratulato con Giorgia Meloni per la sua nomina a premier: “Vorrei dire che mi fa piacere che il nuovo presidente del Consiglio italiano sia una donna”, ha dichiarato il Dalai Lama, “perché credo, e ci sono prove scientifiche che lo dimostrano, che le donne siano più empatiche e sensibili ai sentimenti degli altri. Di conseguenza, mostrano maggiore cordialità e preoccupazione per il benessere degli altri”.

E Meloni ha risposto su Twitter: “Sono onorata del messaggio di affetto che il @DalaiLama ha voluto trasmettere a me e al governo. Colgo questa occasione per rinnovargli il nostro sentimento di amicizia”. A Pechino non avranno apprezzato, mentre si aspettano i complimenti cinesi per la nomina. Così come quelli della stessa Meloni a Xi Jinping per il terzo mandato come segretario generale.

Ma di certo, la leader di FdI e ora presidente del consiglio ha un approccio molto diverso al tema cinese rispetto a quello del pontefice. Sarà un argomento di discussione anche all'interno del governo di centrodestra, che se sulla Russia mostra divisioni sulla Cina invece appare più compatto su posizioni critiche. 

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