Midterm: inflazione e ko all'estero inguaiano Biden. Occhi su De Santis-Abrams
Martedì 8 novembre le elezioni di metà mandato con un'America spaccata in due e in preda a tensioni interne ed esterne. Gli scenari anche in vista del 2024
Midterm Usa: un'America spaccata dà un segnale a Biden e in vista del 2024
L'America è divisa. Sembra normale dirlo, in un sistema politico bipartitico in cui ce le si è spesso date di santa ragione. Politicamente, appunto. Ora però la divisione è diversa, più profonda. Più pericolosa. L'assedio a Capitol Hill non è stato il culmine, ma il sintomo di un magma di qualcosa che scorre nelle vene degli Stati Uniti e che sembra essere pronto a tornare a fluire verso l'esterno, mettendo a rischio la tenuta di una superpotenza che si vede ora insidiata dall'ascesa della Cina di Xi Jinping.
Martedì 8 novembre potrebbe intanto fluire alle urne, dove si vota per le Midterm forse più attese dei tempi recenti. Tutti i 435 seggi della Camera dei rappresentante sono in palio. Anche i trentacinque seggi del Senato lo sono. Ci sono anche numerose elezioni governatoriali e locali. Al momento, i Democratici controllano la Camera: hanno 221 seggi contro i 208 dei Repubblicani. Il Senato è equamente diviso, con 50 membri per partito. Kamala Harris, il vicepresidente, ha un voto di spareggio, quindi i Democratici sono nominalmente in controllo.
Questo potrebbe però cambiare presto. Tradizionalmente, peraltro, i presidenti vengono azzoppati dal voto di metà mandato. I democratici hanno per esempio perso la Camera nel 2010 dopo due anni di presidenza di Barack Obama; i repubblicani hanno perso la Camera dopo due anni di presidenza di Donald Trump. Potrebbe toccare lo stesso questa volta a un Joe Biden apparso più debole del previsto. Soprattutto per il fallimento nel controllo dell'inflazione, motivato anche da una politica estera avara di successi. Il mancato accordo sul prezzo del petrolio con l'Arabia Saudita pesa molto.
Se Biden perde la camera presidenza azzoppata
Secondo la maggior parte delle previsioni, i repubblicani otterranno il controllo della Camera dei Rappresentanti, mentre il Senato potrebbe andare da una parte o dall'altra. La composizione politica delle camere ha un'enorme influenza sulla facilità con cui Biden e il suo partito potranno far approvare nuove leggi. Se i Democratici perdono la Camera, troveranno ancora più difficile approvare leggi di quanto non sia già ora. E stanno già avendo difficoltà - sul diritto di voto, sul cambiamento climatico, sui diritti riproduttivi e sul controllo delle armi. L'agenda di Biden sarà più bloccata di quanto non lo sia già.
Biden in campagna elettorale si è giocato la carta della "democrazia in pericolo". Nei suoi interventi televisivi ha accusato l'ex presidente Trump di aver alimentato rabbia, odio, vetriolo e violenza rifiutandosi di accettare i risultati delle elezioni presidenziali del 2020. Riferendosi al recente attacco al marito della speaker democratica della Camera Nancy Pelosi, ha affermato che la violenza è la conseguenza di bugie nate da cospirazione e cattiveria.
La settimana scorsa il governo degli Stati Uniti ha distribuito un bollettino alle forze dell'ordine per avvertire di una "maggiore minaccia" di estremismo violento interno in vista delle elezioni di metà mandato, aggiungendo che i candidati e gli operatori elettorali potrebbero essere presi di mira da individui con "rimostranze ideologiche".
I repubblicani hanno affermato che Biden sta cercando di distrarre gli americani dal suo basso indice di gradimento e dall'inflazione statunitense. Il leader della minoranza repubblicana della Camera, Kevin McCarthy, che diventerebbe speaker della camera bassa del Congresso se il suo partito ottenesse il controllo la prossima settimana, ha twittato: "Biden sta cercando di dividere e sviare in un momento in cui l'America ha bisogno di unirsi - perché non può parlare delle sue politiche che hanno fatto aumentare il costo della vita".
Occhio agli astri nascenti Stacey Abrams e Ron De Santis
Chi critica Biden lo critica anche e soprattutto per una politica estera che non ha prodotto vantaggi. I rivali sono sempre più minacciosi: la Russia ha invaso l'Ucraina e la Cina ha alzato la pressione su Taiwan, mentre la Corea del Nord è appena tornata a lanciare missili a ritmo sostenuto. Gli amici non sono stati riarruolati. Il suo protezionismo ha deluso molti, a partire dalla Germania di Olaf Scholz che non a caso ha dato il via a una visita di stato in Cina.
Da tenere sott'occhio soprattutto i risultati in North Carolina, Ohio, Pennsylvania, Michigan, Georgia, Arizona e Florida. Tutti questi Stati sono, in varia misura, swing states e tutti saranno importanti per le elezioni presidenziali del 2024. Inoltre, poiché alcuni stanno diventando sempre più democratici e altri eleggono sempre più repubblicani, il modo in cui si evolvono e chi gli elettori eleggono può dire qualcosa sul potenziale futuro politico del Paese.
In molti si aspettano una rivincita tra Biden e Trump ma nel 2024, ma attenzione a due astri nascenti che potrebbero farso largo nelle strategie dei due partiti: la candidata governatrice democratica Stacey Abrams in Georgia e il governatore repubblicano della Florida, Ron DeSantis.