Niger, ore decisive per evitare la guerra. Tajani: "Dobbiamo restare in Sahel"
Se entro domenica le truppe ribelli non rimetteranno al potere Mohamed Bazoum, l’Ecowas interverrà militarmente
Niger, conto alla rovescia per evitare la guerra
Se entro domenica le truppe ribelli non rimetteranno al potere Mohamed Bazoum, l’Ecowas interverrà militarmente. E' questo il drammatico e preoccupante scenario riportato da Repubblica sul Niger. Intanto un generale di Tiani guida una delegazione in Mali, che appoggia il putsch. E la Nigeria interrompe le forniture di energia.
Ma i golpisti non mollano. “Il Consiglio nazionale per la salvaguardia della patria respinge in blocco le sanzioni e si rifiuta di cedere a qualsiasi minaccia e da qualunque parte provengano”. Lo ha detto il generale Abdourahamane Tiani, capo della giunta militare che ha preso il potere a Niamey, in un discorso televisivo. "Rifiutiamo qualsiasi interferenza negli affari interni del Niger", ha aggiunto, alla vigilia della commemorazione dell'indipendenza del Paese, ex colonia francese. Secondo Tiani, i francesi "non hanno motivi oggettivi per lasciare il Niger", i cittadini francesi "non sono mai stati oggetto della minima minaccia" e non hanno "alcun motivo oggettivo per lasciare il Niger".
Tajani: "I soldati italiani restano in Niger"
Sempre a Repubblica ha concesso un'intervista Antonio Tajani. "La situazione è in fase di evoluzione. Siamo favorevoli a qualsiasi tentativo diplomatico per trovare un accordo e per questo abbiamo tenuto aperta l’ambasciata a Niamey, e anzi la nostra ambasciatrice è rientrata in sede. Deve essere ripristinata la democrazia. Ma vogliamo che siano individuate soluzioni pacifiche. Siamo sempre stati contrari anche all’ipotesi di qualsiasi intervento militare europeo. Oggi è una giornata delicata, è stata annunciata una manifestazione che potrebbe arrivare di nuovo fino all’ambasciata francese", dice il ministro degli Esteri italiano.
L’Italia ha 350 soldati presenti nel paese. "Al momento rimangono dove sono. I militari italiani come tutti gli altri contingenti occidentali. Noi addestravamo i contingenti nigerini e per ora abbiamo congelato naturalmente quelle attività, il nostro contingente rimane in caserma, nella sua base. La sicurezza dell’ambasciata è garantita dai carabinieri. Non è previsto un aumento del loro numero", dice Tajani a Repubblica, che fa notare che Francia, Germania e Spagna hanno sospeso gli aiuti al Niger. L’Italia no. "Non abbiamo finanziamenti al bilancio, quindi questo rischio non si corre. Sono tutti finanziamenti alla società civile, alla cooperazione. E quelli bloccati dall’Ue sono legati a quelli diretti al bilancio", risponde Tajani.
Niger, gli Stati Uniti ordinano la parziale evacuazione dell'ambasciata
Gli Stati Uniti hanno intanto ordinato l'evacuazione parziale della propria ambasciata in Niger. Lo ha reso noto il Dipartimento di Stato di Washington. "Il 2 agosto 2023, il Dipartimento ha ordinato la partenza dall'Ambasciata di Niamey dei dipendenti governativi statunitensi non essenziali e dei loro familiari", si legge nella nota. L'avviso pubblicato sul sito del Dipartimento di Stato avverte i cittadini statunitensi di "non recarsi in Niger", ma non consiglia a tutti gli americani di lasciare il Paese africano. "L'Ambasciata degli Stati Uniti a Niamey ha temporaneamente ridotto il suo personale, ha sospeso i servizi di routine ed è in grado di fornire solo assistenza di emergenza ai cittadini statunitensi in Niger", rileva la nota.
Gli Stati Uniti hanno condannato con forza il rovesciamento del presidente Mohamed Bazoum ma, a differenza della Francia e di altri Paesi europei, non hanno ordinato evacuazioni né sospeso gli aiuti al Niger, che ammontano a diverse centinaia di milioni di dollari. "Gli Stati Uniti respingono tutti i tentativi di rovesciare l'ordine costituzionale del Niger e sono al fianco del popolo nigerino a sostegno della governance democratica e del rispetto dello Stato di diritto e dei diritti umani", ha dichiarato il portavoce del Dipartimento di Stato, Matthew Miller. Washington, ha aggiunto, rimane "diplomaticamente impegnata ai più alti livelli".
In precedenza, lo stesso portavoce aveva dichiarato che non vi sono indicazioni di minacce contro gli americani in Niger o contro strutture americane come l'ambasciata e che la situazione a Niamey è"calma" e "fluida". Circa 1.000 militari statunitensi sono di stanza in Niger, dove stavano aiutando il presidente spodestato, Mohamed Bazoum, a combattere un'insurrezione islamista regionale. Bazoum è stato rovesciato il 26 luglio quando alcuni membri della sua guardia lo hanno arrestato presso la presidenza.