Non solo guerra, mercenari buoni anche per lo spionaggio tra multinazionali

L’attività dei mercenari è utilizzata anche nel mondo della finanza occidentale

di Enrico Verga
Dal film "I mercenari 4"
Esteri

Mercenari, minerali e finanza

Nel febbrario del 2018, un team di 30 membri tra Delta Force e Rangers americani, parte del Joint Special Operations Command americana, operante vicino all’impianto di gas della Conoco, territorio siriano, si trovarono sotto attacco. Cosa ci facessero dei soldati americani nel territorio siriano, pur se gestito dai curdi (egualmente siriani ma alleati degli americani e odiati dai turchi e dai siriani), sarebbe da discutere, ma lasciamo stare.

I soldati americani si ritrovarono sotto attacco da parte di truppe definite “filo siriane”. Erano schierati blindati di fabbricazione russa e carri armati T72. Le truppe americane sopraffatte si rifugiarono in alcune postazioni improvvisate, chiamando in aiuto il supporto aereo. Droni Reaper, F-22, F-15E, B-52, AC-130 e elicotteri AH-64 Apache arrivarono in soccorso scaricando sul campo tutto quello che avevano, praticamente una broken arrow. Il nemico continuò l’attacco e ci volle un secondo giro di supporto aereo per sconfiggerlo.

I soldati americani rimasero scioccati dall’efficienza e l’addestramento degli aggressori. Venne fuori, come riporta il NYT, che i caduti erano, in parte, unità dell’azienda di sicurezza Wagner, che ha sede in Russia. Nelle settimane successive si scoprì che il governo ufficiale siriano aveva dato mandato alla Wagner di recuperare i pozzi petroliferi e di gas, sequestrati durante la guerra civile da etnie locali o altri gruppi militari che non sono parte del governo ufficiale siriano. Ufficialmente la vittoria fu degli americani ma, suggeriscono gli eventi, solo per la superiore potenza di fuoco aereo.

Mercenari e milizie private

Negli ultimi decenni le agenzie di sicurezza privata, comunemente etichettate come compagnie di mercenari, sono emerse da decenni di oscurità per divenire attori di secondo piano, che prendono il loro posto a fianco di eserciti regolari, Ong, Onu e altre organizzazioni in cerca di persone che risolvano i problemi, con efficienza, rapidità e un forte orientamento ai risultati. Oggi che ci si sta avviando verso un mondo multipolare i mercenari sono in grande fioritura e i loro servizi sono richiesti da tutti. Il mondo occidentale ha scoperto i mercenari durante le “guerre al terrorismo” promosse dal presidente americano George Bush Junior.

Il presidente invase due nazioni che, come poi emerse, non avevano nulla a che fare con i terroristi (in maggioranza sauditi) che dirottarono gli aerei nell’infausto 11 settembre 2001. In Iraq (ricorre in questi giorni l’anniversario del ventennio) i mercenari della Blackwater erano protetti, da ogni prosecuzione legale, dalle leggi americane introdotte in Iraq, per azioni svolte nelle loro mansioni. In Iraq e Afghanistan le atrocità svolte da mercenari non si contano (una tra tutte il massacro di civili iracheni nella piazza Nizour di Baghdad).

La situazione si aggravò quando Blackwater decise di assumere ex militari provenienti da corpi speciali di nazioni del terzo mondo: più economici dei mercenari occidentali ma con un’etica della vita più dibattibile. Il resto è storia. Tra gli stati il maggior utilizzatore di mercenari, dalla guerra fredda ad oggi, troviamo l’America, seguita da altre nazioni occidentali quali Regno Unito e Francia. Solo considerano i vent’anni di guerra al terrorismo, in particolar in Iraq e Afghanistan, per ogni soldato americano c’era dispiegato 1 mercenario.

Al picco degli scontri in Iraq e Afghanistan i contractor rappresentavano rispettivamente il 50% e il 70% delle forze della coalizione occidentale dispiegate sul campo. La maggioranza erano contractor non armati: addetti alla logistica, meccanici, project manager, camerieri (la base afgana aveva Burger King e Pizza Hut per far sentire a “casa” i propri soldati). Circa il 15% erano mercenari, un numero in apparenza ridotto ma estremamente efficace, ben pagato, e, in caso di morte, non tracciabile sui body count book della difesa.

Quando si parla di mercenari si deve comprendere che la nazionalità non conta. La Wagner è stata creata da un russo ma nei suoi ranghi conta ex militari provenienti da differenti eserciti anche occidentali. Lo stesso dicasi per la Blackwater che contava ex corpi speciali russi, specie nel ventennio delle guerre al terrorismo.

I clienti delle agenzie di sicurezza privata non mancano e sono, spesso, clienti impensabili per noi pacifici occidentali. Organizzazioni umanitarie come CARE, Save The Children, CARITASS e World Vision: in mancanza di una sicurezza offerta dai militari delle nazioni dove operano, si affidano ai mercenari. Multinazionali di mercenari come la Aegis Defense Services e la Triple Canopy non fanno segreti di lavorare per le Ngo. Poi ci sono le industrie del settore estrattivo: gas, petrolio, minerali. Giusto per fare qualche nome il colosso minerario Freeport-McMoRan Inc ha assunto i mercenari della Triple Canopy per proteggere le sue operazioni in Papua e Indonesia.

I cinesi China National Petroleum Corporation hanno preso la DeWe Security per monitorare i loro siti nel Sud Sudan durante la guerra civile. L’attività dei mercenari risulta essere di grande interesse anche per il mondo della finanza occidentale. Il fondo Apollo Global Management acquistò alcuni anni fa il gruppo di mercenari conosciuto un tempo come Blackwater (dopo una serie di scandali il gruppo fece differenti operazioni di re-branding). Oggi il gruppo, fuso con un suo competitor (Triple Canopy Inc) si chiama Constellis ed è stato acquistato per circa 1 miliardo nel 2016 da Apollo.

I vantaggi di acquisire una agenzia di mercenari possono sembrare difficili da comprendere solo se non si considera una visione più amplia. Avere una polizia interna ha molto vantaggi per un grande gruppo finanziario con differenti interessi. Tra i servizi che possono essere svolti vi sono quelli di sicurezza, spionaggio su dipendenti infedeli, contro spionaggio per concorrenti, difesa di assetti in aree critiche (terzo mondo, specialmente i siti estrattivi o di raffinazione) e intelligence.

In numeri? Ci sono cinque macro aree che rappresentano i principali network di mercenary: Stati Uniti, Regno Unito, ex repubbliche sovietiche, truppe delle forze speciali latino americane e truppe delle forze speciali africane addestrati da militari occidentali d’elite. Anche la Cina ha un piccolo mercato in crescita tuttavia l’esercito nazionale ancora risulta un’occupazione rilevante per gli ex soldati, come potenziale carriera nella burocrazia cinese.

Ci sono differenti organizzazioni di mercenari che mirano a “normalizzarsi” attraverso pratiche e standard riconosciuti a livello internazionale. Sono differenti le organizzazioni che stanno cercando di ottenere l’International Organization for Standardization (ISO) 28007 e l’ISO 18788 business standards. Tra le aziende che vogliono normalizzarsi c’è la crema delle compagnie mercenarie occidentali: Hart Security, Janus Global Operations, Olive Group (Constellis), Chenega Security, Patriot Group International, GardaWorld e AEGIS Security & Investigations. Molte delle attività di vendita e relazioni per queste aziende avvengono a Washington, Londra e Ginevra, dove ci sono soldi e potere.

In termini economici le cifre tendono a non essere sempre chiare, data la linea di confine confusa dove operano queste entità. Tuttavia alcuni dati possono aiutarci a capire il business. Il Dipartimento della Difesa Americano (DOD) spese circa 160$ miliardi tra il 2007 e il 2012 per mercenari. Nel 2016 Obama abbassò la quantità di truppe regolari in Afghanistan a 4600 unità. La cifra crebbe di un poco a 9800 nel 2017, ma con un supporto aggiuntivo di mercenari pari a circa 26000 contractor ( tra civili e militari), un rapporto di 3 a 1.

I mercenari permisero di fare più missioni con minor impatto in termini di vite e visibilità per il governo americano, che poteva fare maggior uso di droni e aviazione risparmiando le vite dei soldati regolari. In vero i mercenari risultano essere relativamente meno costosi rispetto alle unità di soldati regolari e, in alcuni casi, il loro livello di efficienza risulta maggiore: i mercenari lavorano a obbiettivo e sono economicamente motivati a raggiungere quell’obbiettivo.

Il Congressional Budget Office, un’agenzia federale americana, fornì un budget al congresso che doveva legiferare nuove spese per missioni estere. Emerse che un battaglione di regolari, a costi di guerra, veniva 110$ milioni all’anno contro i 99 $ milioni di un corpo scelto di mercenari. In periodi di pace la differenza di costi era ancora più rilevante: a fronte di 60$ milioni del battaglione di regolari i mercenari risultavano costare 0 dato che non era necessario dispiegarli e il loro mantenimento in periodo di pace non era a carico dello stato. Nel biennio 1995-97 la Executive Outcomes era pagata 1,2$ milioni al mese per mettere un freno alla guerra in Sierra Leone (obbiettivo conseguito). In parallelo le forze delle nazioni Unite costavano 47$ milioni al mese senza portare significativi risultati.

È importante ricordare che la nazionalità non è un elemento vitale per i corpi mercenari e non inficia la loro attività. Stante i dati del DOD, per esempio, circa 50000 mercenari lavorarono nel 2018 per il U.S. Central Command. Di questi solo 20.000 erano di nazionalità americana; la maggioranza erano contractor civili. Solo 2002 erano mercenari di cui 746 americani e 1256 non americani.

E quindi?

Il fenomeno della privatizzazione della guerra, con la crescente tensione alla multilateralità è in crescita. Le grandi nazioni come Cina, Russia e Usa non vorranno affrontarsi direttamente ma tramite guerre proxy (come l’Ucraina); sarà necessario un amplio uso di mercenari sul campo supportati da milizie regolari meno efficaci e copertura aerea delle parti in campo (diretta o a noleggio). Egualmente anche per multinazionali estrattive, agricole e dei trasporti avere eserciti privati “plug and play” risulterà più efficiente e meno “politicamente scorretto”, rispetto a richiedere o noleggiare effettivi degli eserciti regolari appartenenti alle nazioni dove operano.

Ci sono almeno 4 ragioni valide perché questo business andrà a crescere.

Prima di tutto i mercenari non hanno fedeltà a nessuna nazione ma solo ai soldi e all’onore del servizio. Quindi risultano efficaci anche se dispiegati su nazioni di cui sono originari.

Secondo le guerre private abbassano l’intensità dei conflitti tra stati, permettendo a questo ultimi di confrontarsi ma senza richiedere forze nazionali e coinvolgere media ed elettori.

Terzo maggiore sarà la domanda maggiore sarà l’offerta abbassando, come accadde per gli Usa con Afghanista e Iraq, i costi di gestione.

Quarto gli aspetti contrattuali semplificano la vita a tutti. Quando il mercenario non serve più lo si licenzia, nessuno strascico mediatico, nessun reduce di guerra di cui curarsi, tutto resta pulito ed efficiente e democraticamente accettabili (fattore vitale per l’Occidente).

Esiste tuttavia il rischio che, affidandosi sempre più ai mercenari umani, gli eserciti tendano a divenire più ristretti e con ranghi sempre più abituati alla pace. Un problema solo temporaneo: nei prossimi anni, i sintetici offriranno una soluzione percorribile, ma questa è un'altra storia…

@enricoverga

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