Spagna, 007 finto gigolò strappa segreti a 5 anarchiche: "Sedotte e spiate"

Solo dopo aver svelato la sua vera identità le amanti hanno deciso di denunciarlo accusandolo di "violenza sessuale". Il Paese iberico si divide: caso politico

Esteri

Il caso di Dani divide la Spagna. Scattano le interrogazioni parlamentari

Dalla Spagna arriva una storia molto particolare. Un agente infiltrato della Policia Nacional, è riuscito ad inserirsi negli ambienti anarchici fingendosi un "gigolò". Con la sua cresta, bermuda, t-shirt e tatuaggi con simboli anarchici - si legge su Repubblica - era riuscito a sedurre e conquistare 5 militanti per spiare le loro mosse sovversive. Ha posizioni politiche antisistema, segue i movimenti sociali, ama fare nuove amicizie, in particolare con le donne. Grazie a loro riesce a entrare e a operare negli ambienti indipendentisti catalani. Resta a Barcellona fino al 2022 quando racconta di doversi trasferire in Danimarca. Dani in verità è un agente infiltrato negli ambienti anarchici. Lo ha scoperto il giornale vicino ai movimenti sociali Directa in un'inchiesta pubblicata un mese fa. E allo stesso modo ne sono venute a conoscenza cinque delle otto militanti che lo hanno frequentato — alcune scelte sulla app per incontri OkCupid in base alle posizioni politiche dichiarate nella bio — durante il periodo sotto copertura.

Così è scattata la denuncia. "A letto con il nemico", scrivono ora i blog anarchici accusando lo Stato di essere disposto persino a sfruttare il corpo della donna nella "sporca lotta" contro gli antagonisti. Così - prosegue Repubblica - la vicenda si polarizza: da un lato quella che viene presentata come una questione di sicurezza nazionale; dall’altro quella che viene percepita come una violenza di genere. Le cinque attiviste si rivolgono al centro per i diritti umani Iridia e al sindacato Cgt attraverso i quali depositano una denuncia per abuso, delitto contro l’integrità morale, rivelazione di segreti e privazione dell’esercizio dei diritti fondamentali. La vicenda in Spagna è diventa un caso con tanto di richiesta di chiarimenti del consigliere catalano Joan Ignasi Elena e della sindaca di Barcellona Ada Colau al ministro dell’Interno Fernando Grande-Marlaska. Nel documento, sostenuto da oltre 80 associazioni spagnole e internazionali, le legali parlano di «violenza sessuale istituzionalizzata». 

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