Trattati Ue, von der Leyen vs unanimità. Macron lancia la comunità politica
La presidente della Commissione europea apre alla modifica de trattati Ue: “Ho sempre sostenuto che il voto all'unanimità in alcune aree non ha più senso"
Guerra Ucraina, Bruxelles prepara i sostegni a Kiev. Sulla modifica dei Trattati il no di 13 Paesi membri
“Usare pienamente i margini esistenti o anche cambiando i Trattati”: è questa la posizione della presidente della Commissione europea von der Leyen in merito a come rispondere alle richieste della Conferenza sul futuro dell'Europa. Da parte sua, quindi, non c'è opposizione a riaprire i Trattati Ue, nonostante il "no" già annunciato da parte di 13 Paesi membri come Bulgaria, Repubblica Ceca, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Lituania, Lettonia, Malta, Polonia, Romania, Svezia e Slovenia.
Durante la sessione finale della Conferenza sul futuro (Cofoe) dell'Europa a Strasburgo la presidente della Commissione europea ha sottolineato che “ora sta a noi prendere la via più diretta. Utilizzando tutti i limiti di ciò che possiamo fare all'interno dei Trattati e, sì, modificando i Trattati dove è necessario".
“Sarò sempre dalla parte di coloro che vogliono riformare l'Ue per farla funzionare meglio", ha sottolineato la leader, indicando di voler lavorare in questa direzione "senza tabù e senza alcuna linea rossa ideologica"."Ho sempre sostenuto che il voto all'unanimità in alcune aree chiave" della politica europea, come sanità e difesa, "semplicemente non ha più senso se vogliamo essere in grado di muoverci più velocemente", ha affermato la presidente della Commissione europea.
Nel complesso, racconta l'agenzia stampa Radiocor, la Conferenza sul futuro dell'Europa, sulla base di migliaia di incontri diretti con i cittadini, ha avanzato una serie di proposte per uno scatto della Ue per rafforzare l'integrazione europea.
Tra queste le più radicali: abbandono dell'unanimità al Consiglio, possibilità di elezione diretta del presidente della Commissione; diritto di iniziativa legislativa all'Europarlamento, attualmente riservato solo alla Commissione; l'organizzazione di referendum europei; l'attribuzione alla Ue di poteri su sanità e difesa. Von der Leyen ha promesso che già il mese prossimo la Commissione darà risposte concrete ad alcune delle richieste della Conferenza.
Sulla stessa scia anche il presidente francese Emmanuel Macron che a Strasburgo alla chiusura della Conferenza per il futuro dell'Europa ha dichiarato: “Una delle vie per condurre una riforma per rafforzare l'integrazione europea e la capacità di decisione è convocare una convezione per riformare i Trattati europei”.
L'obiettivo è “decidere rapidamente in tempi di pace, per investire nelle cose giuste, senza lasciare per strada nessuno”, ha aggiunto Macron. Il lavoro per questo obiettivo “deve cominciare dalle prossime settimane”. Ma non solo Macron si è dichiarato anche favorevole a procedere anche con maggiore coraggio nell'uso delle “cooperazioni rafforzate” con le quali un gruppo di Stati può decidere di integrarsi a un livello superiore. “Dobbiamo accelerare il ritmo delle creazione di convergenze per affermare la potenza dell'Europa, purchè si tratti di un percorso aperto a tutti, non esclusivo”.
Guerra Russia Ucraina, Macron: "La pace non si costruisce con l'umiliazione di Mosca"
Mentre per quanto riguarda la guerra in Ucraina, il presidente francese ha sottolineato che, in quanto Europa, “non siamo in guerra contro la Russia, ma siamo impegnati a preservare l'integrità territoriale dell'Ucraina e per il ritorno della pace nel continente”. "Non dobbiamo cedere alla tentazione dei revanscismi. Domani avremo una pace da costruire" e "dovremo farlo con Ucraina e Russia attorno al tavolo. Ma questo non si farà nè con l'esclusione reciproca, e nemmeno con l'umiliazione", ha rimarcato Macron. Il capo dell'Eliseo ha affermato che “spetta all'Ucraina definire le condizioni per negoziare con la Russia e nostro dovere è stare al suo fianco”.
Guardando al futuro, la proposta è quella di “creare una comunità politica europea che sia una nuova organizzazione cui aderiscano le nazioni democratiche del continente che aderiscono ai valori di base, un nuovo spazio di cooperazione politica, di sicurezza, in settori che vadano dall'energia ai trasporti”. Si tratta di un “complemento della struttura della Ue che non pregiudica ad alcuna l'ingresso nell'Unione europea così come può essere aperta a chi dalla Ue se n'è andato".