Tremate, ex agente FBI al soldo russo potrebbe collaborare con giustizia USA

Indagava Trump, è finito indagato. L'ex dirigente dell'FBI McGonigal si è dichiarato colpevole ma ora potrebbe collaborare con la giustizia aprendo scenari...

di Antonio Amorosi
Esteri

Ha lavorato per gli oligarchi russi e ora è a processo negli USA con un’accusa pesante 

Indagava sui presunti legami tra la campagna elettorale di Donald Trump e la Russia, ora è accusato di aver lavorato illegalmente proprio per i russi e di aver intascato per i suoi servigi almeno 225.000 dollari. Parliamo di Charles McGonigal, ex agente speciale dell'FBI, responsabile dell'ufficio di New York Field, che è stato accusato dal Dipartimento di Giustizia di riciclaggio di denaro e violazione della legge sulle sanzioni statunitensi per aver lavorato per l'oligarca russo Oleg Deripaska.

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McGonigal, che ha guidato la divisione di controspionaggio dell'ufficio di New York tra il 2016 e il suo pensionamento nel 2018, ed è stato arrestato a gennaio, si è dichiarato non colpevole per la cifra indicata ma ha ammesso di aver ricevuto 17.000 dollari per aiutare Deripaska a raccogliere informazioni su un oligarca russo rivale. McGonigal è stato al tempo rilasciato pagando una cauzione di 500.000 dollari. I pubblici ministeri federali, che va ricordato per il sistema della giustizia USA sono emanazione del ministero di Giustizia, hanno affermato che McGonigal stava anche cercando di far togliere Deripaska dall'elenco delle sanzioni statunitensi, nel quale era stato già inserito nel 2018 in relazione all'occupazione russa della Crimea.

McGonigal è stato incriminato separatamente a Washington DC per aver presumibilmente nascosto i 225.000 dollari in pagamenti ricevuti da un ex membro del servizio di intelligence albanese e aver incontrato in segreto il Primo Ministro albanese Edi Rama, sempre mentre lavorava per l'FBI. L’ex agente si è dichiarato non colpevole in questo caso, che è in attesa di processo.

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Ma McGonigal, 55 anni, martedì scorso davanti alla corte federale di Manhattan ha ammesso con voce strozzata: “Capisco a cosa hanno portato le mie azioni e sono profondamente dispiaciuto. Le mie azioni non sono mai state intese a ferire gli Stati Uniti, l'FBI o la mia famiglia e i miei amici”. Si è, come dicevamo, dichiarato colpevole di un unico incasso per riciclaggio di denaro e violazione dell'International Emergency Economic Powers Act, riferisce il New York Post. Marcato a vista dai giornalisti all’uscita dell’aula si è lasciato andare ad un commento con quelli di The Post: “Mi sento sollevato!”

Avrebbe anche detto secondo la CNN: “Ho capito che il lavoro che ho fatto avrebbe fornito alcuni vantaggi a Deripaska e ai sensi della legge degli Stati Uniti non avrei dovuto fornire alcun servizio a Deripaska, anche indirettamente”.

McGonigal rischia fino a 5 anni di prigione se venisse condannato dal giudice Jennifer Rearden poiché l’accusa dei pubblici ministeri, aver nascosto i suoi legami, perseguito interessi economici personali e intrapreso viaggi in conflitto con il suo lavoro, è molto grave.

Gli avvocati di McGonigal hanno riferito che prima di arrivare a sentenza chiederanno al giudice di prendere in considerazione un'offerta classificata di informazioni, una collaborazione di McGonigal con la giustizia degli Stati Uniti. McGonigal è, per il ruolo che ha svolto e gli incarichi che ha coperto durante la carriera, detentore di numerosi segreti. Una sua collaborazione con la giustizia USA potrebbe aprire scenari imprevisti nello scacchiere nazionale e internazionale. 

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