Ungheria, accordi energetici con Mosca: Orban rompe il patto atlantico
Il ministro degli esteri ungherese fa sapere dei nuovi accordi stretti con il Cremlino su gas e nucleare. Già l'85% delle riserve di Budapest vengono da Mosca
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Nonostante l'Ungheria abbia aderito a tutti i pacchetti di sanzioni dei Ventisette contro la Russia, dimostra di non voler voltare le spalle a Mosca, anzi, rinsalda i propri rapporti economici e commerciali di lungo corso. Il Paese guidato da Victor Orban infatti ha firmato nuovi accordi energetici con Gazprom per ampliare i suoi acquisti di gas russo e parallelamente si è assicurata la possibilità di espandere la centrale nucleare di Paks.
Il ministro degli Esteri ungherese, Péter Szijjártó, ha difeso questa decisione, definendo la fornitura russa "essenziale" per la sicurezza energetica del Paese e lo ha in qualche modo "motivato" da un'altra promessa strappata a Gazprom: il colosso energetico statale russo manterrà l'impegno a fornire ulteriore gas all'Ungheria in aggiunta alle spedizioni concordate.
D'altro canto, a differenza dei Paesi dell'Europa occidentale, dallo scoppio del conflitto l'Ungheria non ha cercato minimamente di ridurre la sua dipendenza dal gas russo. Infatti l'85% del gas che utilizza proviene dalla Russia e l'accordo con il colosso russo potrà far aumentare i volumi di importazione. Lo ha dichiarato lo stesso ministro: "Abbiamo raggiunto un accordo con Gazprom, nel senso che continueremo a poter acquistare quantità maggiori di quanto concordato se necessario". Mosca dal canto suo, ha aggiunto Szijjártó: "ha promesso che non ci saranno problemi con il trasporto attraverso il TurkStream".
Il viaggio del ministro ungherese a Mosca è comunque assolutamente un'anomalia, di fatto uno dei pochi leader dell'Ue ad aver messo piede a Mosca da quando le truppe russe, nel febbraio scorso, hanno invaso l'Ucraina.
Questo accordo è molto più che un accordo commerciale, perchè rigenera la posizione ungherese a favore della Russia, nei confronti della quale, non a caso, ha criticato a più riprese le sanzioni imposte dall'Ue. Secondo il governo Orban, infatti, sono proprio questa sanzioni ad aver scatenato la crisi energetica e l'elevata inflazione. L'Ungheria sembra proprio che predichi bene e razzoli male.