Guerra, Kiev promette di reintegrare la Crimea. Putin: grano gratis all'Africa
Mentre il presidente ucraino rivendica l'annessione della penisola controllata dai russi, in Italia il Senato riconosce la carestia ucraina del '32 un genocidio
Guerra Ucraina, Putin assicura grano gratis ai Paesi dell'Africa
Mosca è pronta a inviare gratuitamente tra le 25mila e le 50mila tonnellate di grano a sei paesi africani nei prossimi 3-4 mesi. Lo ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin intervenendo alla sessione plenaria del vertice Russia-Africa, oggi a San Pietroburgo. Lo ha reso noto l'agenzia Interfax.
Intervenendo al forum del vertice, il capo del Cremlino "ha assicurato la consegna gratuita" dei quantitativi "entro i prossimi tre-quattro mesi" rammentando peraltro come Mosca, nei primi sei mesi di quest'anno, "ha già esportato almeno 10 tonnellate di grano nei primi sei mesi di quest'anno". Nel 2022 l'export di grano russo ai paesi africani ha superato le 11 tonnelate. Prima della sessione, il leader russo ha incontrato Azali Assoumani, presidente dell'Unione africana e presidente delle Comore, e Faki Mahamat, presidente della Commissione dell'Unione africana.
L'agenzia Tass aveva anticipato questa mattina che il presidente Putin avrebbe tenuto un discorso "importante" durante i lavori della seconda edizione del summit che affronterà in particolare temi economici e umanitari. Prima della sessione il leader russo ha incontrato Azali Assoumani, presidente dell'Unione africana e presidente delle Comore, e Faki Mahamat, presidente della Commissione dell'Unione africana. A San Pietroburgo partecipano le delegazioni di 49 Paesi africani - tra cui 17 capi di Stato, incluso il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa.
Ucraina, Zelensky promette di reintegrare la Crimea. L’Holodomor per il Senato italiano è "genocidio"
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accolto favorevolmente la votazione del Senato italiano che ha riconosciuto l’Holodomor - la grande carestia causata da Stalin nel 1932 - come "genocidio ucraino". Zelensky ha detto che dal fronte giungono “buone notizie” e ha parlato di una serie di misure di de-occupazione della Crimea: “Possiamo reintegrarla rapidamente nel tessuto statale”. La Nato, intanto, ha aumentato la sorveglianza nel Mar Nero, Mosca è tornata all’attacco a Odessa prendendo di mira le strutture portuali. Secondo il New York Times, Washington sarebbe pronta a condividere con la Corte penale internazionale dell’Aia prove dei crimini russi.
Zelensky: "Reintegreremo rapidamente la Crimea nello Stato"
"L'Ucraina riuscirà a reintegrare rapidamente la Crimea nel suo tessuto statale", ha dichiarato il presidente Volodymyr Zelensky citato dall'agenzia Ukrinform. "Ho tenuto diverse riunioni importanti sulla preparazione di eventi internazionali ad agosto, tra cui la Piattaforma di Crimea. Stiamo anche preparando un elenco di misure di de-occupazione per la Crimea. Passi completi: sicurezza, economia e sociale". Il presidente ucraino ha avvertito quindi "gli occupanti russi di considerare il fatto di tornare a casa mentre il ponte di Crimea è ancora in piedi e in qualche modo operativo". "La Russia perderà questa guerra e nessun missile la salverà", ha concluso Zelensky.
Ucraina, Russia colpisce porto di Odessa
La Russia ha colpito le infrastrutture portuali nella regione ucraina di Odessa con un attacco missilistico notturno, uccidendo una guardia di sicurezza e danneggiando un terminal merci, ha denunciato il governatore della regione ucraina Oleg Kiper su Telegram. "L'obiettivo dell'aggressore è l'infrastruttura portuale", ha aggiunto.
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Kiev, Mosca blocca movimento navi verso porti ucraini
Negli ultimi nove giorni, 26 infrastrutture portuali e cinque navi civili sono state danneggiate o parzialmente distrutte dagli attacchi russi in Ucraina. Lo riferisce Oleksandr Kubrakov, ministro delle Infrastrutture ucraino, citato da Suspilne, l'emittente statale ucraina. Inoltre, sempre secondo Kubrakov, i russi "stanno limitando la navigazione nell'area della Crimea temporaneamente occupata e vicino alle acque territoriali della Bulgaria. In questo modo, la Federazione Russa blocca di fatto il movimento delle navi in direzione dei porti marittimi dell'Ucraina".
Pentagono, in corso massima spinta controffensiva Kiev
La massima spinta della controffensiva ucraina, lanciata due mesi fa, è ora in atto nel Sud-Est del Paese. Lo riferiscono al New York Times fonti del Pentagono. Migliaia di rinforzi si stanno riversando sul campo di battaglia, molti addestrati ed equipaggiati dall'occidente, e finora tenuti di riserva.
Usa, Biden vuole condividere prove crimini russi
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, avrebbe ordinato di iniziare la condivisione delle prove dei crimini di guerra russi in Ucraina con la Corte penale internazionale dell'Aia. Lo riferisce il New York Times citando "funzionari che hanno familiarità con la questione". La decisione, viene spiegato, sarebbe stata presa da Biden nei giorni scorsi, "superando mesi di resistenza da parte del Pentagono". La scorsa settimana una commissione del Senato ha approvato una legge di finanziamento del governo che conteneva una disposizione in cui si affermava che il Presidente "fornirà informazioni" alla Corte per assisterla nelle sue indagini sui crimini di guerra in Ucraina, aggiunge il quotidiano americano. Le agenzie di intelligence americane avrebbero raccolto informazioni, tra cui dettagli sulle decisioni dei funzionari russi di colpire deliberatamente le infrastrutture civili in Ucraina e di deportare con la forza migliaia di bambini ucraini dal territorio occupato. Hanno già condiviso alcune di queste prove con i procuratori ucraini, ma si sono astenuti dal farlo con l'Aia, fino ad oggi per l'appunto.
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Holodomor, riconosciuto dal Senato italiano come genocidio. Zelensky ringrazia
"Accogliamo con favore la decisione del Senato italiano di riconoscere l’Holodomor degli anni 1932-1933 come genocidio del popolo ucraino. Nel 90° anniversario dell’Holodomor, questo passo dimostra che ci sarà giustizia per le vittime passate e presenti del regime del Cremlino!". Con queste parole pubblicate su Twitter, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è rallegrato della decisione dell’Aula del Senato di riconoscere come genocidio l’Holodomor. Con 130 voti favorevoli, nessun contrario e 4 astenuti, l’Aula ha approvato la mozione in cui si afferma che l’Holodomor fu una "carestia deliberata" perpetrata dall’Unione Sovietica di Stalin tra il 1932-1933, causando, secondo le stime, almeno 3 milioni di morti, anche se secondo alcuni storici il numero delle vittime è più alto. La mozione approvata dal Senato vincola il nostro Paese "a promuovere in Italia e all’estero la consapevolezza e il ricordo di questa tragedia".
La lettera dell’ambasciata russa in Italia prima del voto al Senato
Nei giorni prima del voto, l’ambasciata russa in Italia aveva inviato una lettera in cui invitava il Senato a non equiparare i morti della carestia a un "genocidio del popolo ucraino", sostenendo che "fu una tragedia comune, risultato della sovrapposizione di errori gestionali da parte delle amministrazioni regionali delle zone agricole dell’Urss sulle condizioni climatiche sfavorevoli dei primi anni Trenta il cui ricordo unisce i popoli di Russia, Ucraina e Kazakistan". Una lettera che però non è stata accolta, sia da parte del ministro degli Esteri Antonio Tajani ("Dobbiamo tenere aperto il dialogo con Mosca, ma lettere così si rispediscono al mittente"), ma anche da diversi membri dell’opposizione.
Cos’è l’Hodolomor
L’Holodomor è, letteralmente, lo "sterminio per fame" perpetrato dall’Urss sotto la guida di Stalin, nel biennio tra il 1932 e il 1933. L’Urss, tra la fine degli anni Venti e l’inizio degli anni Trenta, nel tentativo di trasformare l’economia sovietica meno dipendente dall’agricoltura e più incentrata sull’industrializzazione, mise in atto una serie di provvedimenti volti alla statalizzazione dei terreni agricoli presenti sul territorio sovietico.
All’epoca l’Ucraina, che faceva parte dei territori dell’Urss, era considerata un vero e proprio granaio sia per l’Occidente sia per l’Unione Sovietica. E i piccoli proprietari terrieri ucraini, i kulaki, così come i contadini e le loro famiglie si opposero - anche con le armi - alla statalizzazione dei loro terreni. Contro di loro Mosca portò avanti una politica repressiva violenta. Non vennero solo privati dei loro terreni, ma anche delle loro abitazioni e dei propri beni e, secondo le stime di diversi storici, almeno 2 milioni di kulaki vennero deportati nei gulag in Siberia. Oltre alle deportazioni, nei mesi successivi si registrò una significativa riduzione della produzione agricola, che innescò una crisi alimentare e carestia. Una situazione che portò molti cittadini a cercare di spostarsi nei vari territori ucraini per tentare di sopravvivere. Ma Mosca impedì gli spostamenti tra i territori, causando così ulteriori morti per carestia tra la popolazione, non solo nelle aree rurali, ma anche nelle città. Secondo un recente studio demografico, tra il 1931 e il 1934 in Ucraina si registrarono almeno 5 milioni di morti.