Usa 2024, il nipote di JFK insidia Biden: il populista Dem può fregare Trump?

Populista, complottista, No Vax e contro il sostegno all'Ucraina: il nipote di Kennedy è già al 20% in vista delle primarie Dem

di Redazione Esteri
Robert F. Kennedy Jr. mentre annuncia la sua candidatura alle primarie Dem
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Elezioni Usa 2024, la sfida del nipote di John Fitzgerald Kennedy a Joe Biden è concreta

Da JFK a RFK. Un nuovo Kennedy potrebbe entrare nella storia della politica americana. O almeno questo è l'obiettivo di Robert Francis Kennedy Junior, nipote di John Fitzgerald Kennedy, il celeberrimo presidente assassinto a Dallas il 22 novembre 1963. Ebbene, Kennedy Jr. ha deciso di rompere gli indugi e sfidare apertamente Joe Biden alle primarie democratiche in vista delle elezioni del novembre 2024. Obiettivo: diventare il prossimo presidente degli Stati Uniti.

Non si tratta di una semplice boutade liquidabile come un tentativo velleitario. Nonostante posizioni molto lontane da quelle del suo schieramento, recenti sondaggi danno il 20% delle intenzioni di voto al nipote di JFK nelle primarie democratiche. Una percentuale alta, che potrebbe alzarsi ulteriormente dopo la recente ufficiale discesa in campo. L'ultimo rampollo della dinastia Kennedy, 69 anni già compiuti, sembra essere tra i rivali emergenti di Biden.

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L'attivista anti-vax con un celebre lignaggio democratico è emerso con una forza inaspettata nei primi sondaggi anche se diffonde teorie del complotto e collabora con figure di destra e donatori miliardari. Il sostegno di Mr. Kennedy da parte dei Democratici funge da promemoria del desiderio degli elettori democratici di trovare un'alternativa a Biden dopo i recenti lampanti segnali di debolezza del presidente.

Avvocato ambientalista, Kennedy Jr. parla dal 2005 del presunto legame tra vaccini e autismo, ed è fondatore e presidente di Children's Health Defense, un gruppo di difesa contro i vaccini. Dall'inizio della pandemia di Covid-19, la sua popolarità è cresciuta enormemente, nonostante molte delle sue teorie sono state screditate dalla comunità scientifica. Gran parte delle critiche e degli scritti sulla salute pubblica di Kennedy hanno preso di mira figure di spicco come Anthony Fauci e Bill Gates. Tra radio e libri, si è scagliato all'attacco dell'establishment politico-sanitario.

Robert F. Kennedy Jr. e il populismo di sinistra per battere Trump

Ricorda qualcosa o qualcuno? Donald Trump, esatto. Ecco, Kennedy Jr. sembra essere una risposta in piena regola al trumpismo da sinistra. Tanto che per qualcuno potrebbe essere il candidato giusto per neutralizzare Trump e batterlo sul suo stesso terreno: il populismo. E' difficile scorgere punti di contatto tra le visioni di Kennedy e quelle di Biden o dell'establishment del suo partito.

Sposando teorie complottiste, il nipote di JFK ha dichiarato che la pandemia è servita a beneficio dei miliardari. Kennedy ha anche affermato che il governo americano è dominato dal potere delle multinazionali; ha accusato l'Environmental Protection Agency di essere gestita dall'"industria del petrolio, dell'industria del carbone e dell'industria dei pesticidi", e ha descritto la Food and Drug Administration come eccessivamente dominata da "Big Pharma". Teorie che hanno presa su una parte dell'elettorato americano.

Inoltre, ha affermato la sua convinzione che sia in atto un'erosione "sistematica" della classe media, osservando in un'intervista delle scorse settimane con UnHerd che i politici americani "hanno sistematicamente svuotato la classe media americana e stampato denaro per arricchire i miliardari". Ha affermato che l'industria finanziaria e il complesso militare-industriale sono finanziati a spese della classe media americana. Ha visioni diametralmente opposte a Biden sulla guerra in Ucraina: ha affermato tra le altre cose che l'obiettivo della guerra è quello di "sacrificare il fiore della gioventù ucraina in un mattatoio di morte e distruzione per l'ambizione geopolitica dei neocon".

Non solo. Ha chiesto un accordo di pace in Ucraina basato sugli accordi di Minsk: a suo avviso, la regione del Donbass dovrebbe rimanere in Ucraina, ma dovrebbe anche essere dotata di autonomia territoriale e posta sotto la giurisdizione delle forze di pace delle Nazioni Unite, mentre i sistemi missilistici Aegis dovrebbero essere rimossi dall'Europa orientale.

L'iniziativa di Kennedy inizia a essere percepita con qualche preoccupazione dal team di Biden, che teme che la campagna ancora nascente del presidente non coglie appieno la profondità dei suoi problemi con gli elettori democratici, che hanno costantemente detto ai sondaggisti che preferirebbero che Biden non cercasse la rielezione, a disagio per la situazione legata a inflazione ed economia. Ma anche scettici sulla sua tenuta. 

Il presidente si è appena espresso nell'ennesima gaffe. Dopo aver dato del "dittatore" a Xi Jinping, ha infatti dichiarato che la Russia sta perdendo la guerra... in Iraq. Rispondendo alle domande dei giornalisti su Putin, Biden ha detto: "È difficile da dire, ma sta chiaramente perdendo la guerra in Iraq. Sta perdendo la guerra in casa ed è diventato un po' un paria in tutto il mondo", ha aggiunto Biden. “E non è solo la Nato. Non è solo l'Unione Europea. È il Giappone. Sono, sai, 40 nazioni", riferendosi all'opposizione contro Putin.

In questo scenario, l'iniziativa di Kennedy potrebbe prendere corpo. Con un iper populista complottista che sogna di ribaltare i Democratici e battere Trump giocando il suo stesso gioco.

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