Usa 2024, Nikki Haley pensa alla candidatura da indipendente e spaventa Trump

La candidata alle primarie repubblicane non si avvicina all'establishment trumpiano e flirta con la candidatura da terzo incomodo

di Redazione
Nikki Haley
Esteri

Elezioni Usa 2024, Nikki Haley pensa alla candidatura da indipendente

La corsa di Nikki Haley alla candidatura del Partito Repubblicano, nonostante le parole di facciata, è ormai finita. Ancora di più dopo la sentenza della Corte Suprema che ha dato il via libera alla candidatura di Donald Trump. Ma attenzione, perché potrebbe invece non essere finita la corsa di Haley verso la Casa Bianca. Non nel Grand Old Party, ma come indipendente. La tentazione, secondo diversi media americani, sarebbe fortissima per l'ex governatrice che potrebbe rappresentare una novità nelle dinamiche elettorali statunitensi.

In passato ci sono già state candidature indipendenti, ma quasi sempre si è trattato di iniziative velleitarie che non hanno giocato un ruolo decisivo nell'andamento delle elezioni. Stavolta potrebbe essere, almeno ipoteticamente, in parte diverso. Nei prossimi giorni, subito dopo il Super Tuesday che cementerà in modo definitivo la candidatura di Trump, il No Labels (cioè il movimento per le candidature al di fuori dei due partiti tradizionali) terrà una convention virtuale per trovare un candidato per novembre.

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Haley è la candidata numero uno. Joe Cunningham, ex deputato democratico e candidato nel 2022 alla carica di governatore della Carolina del Sud, è ora il direttore politico di No Labels. Di recente ha dichiarato che Haley rimane una persona con "un ampio appeal per gli indipendenti, i democratici e i repubblicani". La sua campagna ha indicato che Haley "è perfettamente felice con l'etichetta di repubblicana". E se abbandonasse il Partito Repubblicano per le elezioni generali di quest'anno, saprebbe che ciò causerebbe un danno probabilmente letale in vista del prossimo giro per la corsa alle presidenziali del 2028.

Eppure, qualcosa sembra tentarla, come sostiene anche The Hill. A dimostrarlo la durezza con cui si sta relazionando con l'ala trumpiana, con il suo entourage che non pare intenzionato a ricucire con l'attuale establishment del partito, che potrebbe punirla a prescindere per la sua caparbietà nello sfidare l'ex presidente.

Haley ha attaccato duramente Trump nei giorni scorsi e su vari fronti: per aver minato il sostegno degli Stati Uniti all'Ucraina e per aver elogiato il presidente russo Vladimir Putin. Ha descritto Trump come "distratto" dai suoi numerosi casi giudiziari. Ha detto che le politiche di Trump "manderanno in bancarotta la sicurezza sociale", ha detto. E ha accusato Trump di voler usare il Comitato nazionale repubblicano come "salvadanaio" per pagare le spese legali.

La sua distanza dalla retorica di estrema destra di Trump rafforza le sue credenziali di moderata. Per questo una candidatura da indipendente potrebbe effettivamente portare su Haley il sostegno dei repubblicani moderati e conservatori che hanno votato per lei alle primarie del GOP. Si tratta di elettori che, secondo le previsioni degli strateghi politici, altrimenti sarebbero rimasti a casa o avrebbero votato con riluttanza per Trump.

Ma con Haley sulla scheda elettorale delle elezioni generali, ci sarebbe un'alternativa di alto profilo per i moderati di destra che vogliono evitare di votare per l'ex presidente. In Iowa, dice The Hill, il 70% dei partecipanti ai caucus di Haley ha dichiarato che Trump non otterrà mai il loro voto. In New Hampshire, la percentuale è stata del 75%. In South Carolina, il 60% degli elettori di Haley ha dichiarato di non votare mai Trump. Nelle primarie del Partito Repubblicano della Carolina del Sud, più della metà del sostegno di Haley è arrivato da persone che si sono identificate come indipendenti, secondo un'analisi degli elettori di Fox News.

In generale, i Democratici sono ostili alle candidature presidenziali di terzi perché ricordano come Jill Stein e Gary Johnson abbiano sottratto voti negli Stati in bilico quando Hillary Clinton perse contro Trump nel 2016. Ora i No Labels guardano a Haley e affermano di avere già un posto per lei sulla scheda elettorale in 16 Stati e di essere ottimista sulla possibilità di ottenere la scheda elettorale in tutti e 50 gli Stati. In una contesa serrata come quella del 2020 fra Trump e Biden, Haley come terzo incomodo potrebbe risultare anche decisiva.

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