Wagner, stop alla rivolta e gelo con Mosca: così Prigozhin mette a nudo Putin

L'avanzata della Wagner su Mosca dura meno di 24 ore. Il presidente russo Putin intanto accusa Prigozhin di alto tradimento

di Redazione Esteri
Russia, il Presidente Vladimir Putin al Forum economico orientale a Vladivostok
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La rivolta di Prigozhin e il futuro di Putin: l'avanzata frutto di pura  spregiudicatezza o di un piano stategico? Analisi 

La quiete dopo la tempesta. Nemmeno il tempo di pronunciare la parola “guerra civile” che il leader del gruppo paramilitare Wagner Yevgeny Prigozhin ha accettato di stoppare la marcia dei suoi mercenari su Mosca. A fare da mediatore il leader bielorusso Aleksandr Lukashenko che secondo quanto scritto dall’agenzia stampa Tass avrebbe individuato una “soluzione accettabile” per risolvere la situazione, dando delle “garanzie di sicurezza” ai combattenti del gruppo Wagner. 

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L’annuncio è però arrivato al termine di una giornata complicata: “i paramilitari erano entrati nella città di Rostov sul Don, nel sud della Russia, da dove hanno lanciato una ‘marcia per la giustizia’ ovvero un’insurrezione armata contro l’esercito russo e i suoi vertici militari”, minacciando la presa della capitale. Ore di tensione che hanno portato anche l'ipotesi di una fuga del presidente russo da Mosca. 

Due sicuramente i punti di analisi interessanti: la "fuga" degli alleati della Wagner e il futuro di Putin.  Sul primo punto Sergei Surovikin, noto in Occidente come ‘generale Armageddon’ per la sua distruzione della città siriana di Aleppo, in un mesasaggio Telegram ha detto: “Vi esorto a smetterla”, ha detto in un videomessaggio pubblicato su Telegram. “Insieme a voi, abbiamo percorso un percorso difficile, abbiamo combattuto insieme, abbiamo rischiato, subito perdite, abbiamo vinto insieme. Siamo dello stesso sangue, siamo guerrieri. Perciò vi esorto e fermarvi e obbedire al volere del presidente.  Il nemico sta solo aspettando che la situazione peggiori nel nostro paese”.

Sulla stessa scia il leader ceceno Ramzan Kadyrov, complice di Prigozhin lo scorso anno nel puntare il dito contro i vertici militari russi definendoli con disprezzo “generali in tempo di pace”, ha preso le distanze dal suo amico, dicendosi pronto ad aiutare il Cremlino “a mettere fine alla ribellione”. Ma non solo.  Come fa notare Ispi, anche gli influenti blogger militari russi favorevoli alla guerra e alcune agenzie di sicurezza, come il servizio di intelligence dell’FSB, hanno denunciato il capo della Wagner, schierandosi con il Cremlino.

Mentre sul futuro di Putin è intervenuto l’oppositore russo Mikhail Khodorkovsky che ha dichiarato: "Non c’è dubbio che l’ammutinamento di Prigozhin equivalga alla più grande crisi politica che Putin abbia affrontato nel suo quarto di secolo come leader della Russia: è un colpo enorme per la legittimità di Putin”. La rivolta “indebolirà il capo del Cremlino”. Il fatto stesso che qualcuno possa averlo sfidato infatti, secondo Khodorkovsky, aumenterà i dubbi sulla sua presa del potere.

Ma mentre il mondo osserva col fiato sospeso gli eventi delle ultime ore, non è ancora chiaro a che epilogo porterà il voltafaccia di Prigozhin, fa notare ancora Ispi:  se Kiev vede “una finestra di opportunità” in quello che sta accadendo in Russia e Kaja Kallas, la prima ministra dell’Estonia, annuncia che il suo paese ha rafforzato i controlli al confine con la Russia, in Europa l’atteggiamento più diffuso è di cautela per questioni, ripetono in molti, “interne alla Russia”.

Secondo Aldo Ferrari, Head Osservatorio Russia, Caucaso e Asia Centrale ISPI, “gli avvenimenti delle ultime ore in Russia sono da un lato sorprendenti e gravissimi, dall’altro sono il frutto di circostanze senza precedenti: mai prima d’ora, e in un paese fortemente autoritario come la Russia di oggi, era capitato che una milizia privata arrivasse ad assumere un tale potere da permettersi di rivaleggiare con lo stato maggiore della Difesa. Lo scontro aperto mostra come Vladimir Putin, che finora sembrava controllare le frizioni tra il capo della Wagner e i suoi generali, in realtà non abbia la situazione in mano. Tutto dipenderà da cosa accade nelle prossime 48 ore e da come reagiranno le unità dell’esercito di fronte alla sfida aperta da Prigozhin. Anche se quello lanciato dal capo della Wagner sembra più l’azzardo di un giocatore spregiudicato che il piano di uno stratega”.

 

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