Allarme PFAS, i contenitori alimentari sono pieni di "inquinanti eterni"
Gli scienziati chiedono un divieto globale per fermare la diffusione degli "inquinanti eterni"
Uno studio conferma la presenza di PFAS in molti contenitori alimentari. Per la maggior parte si parla di sostanze che non sarebbero autorizzate
Il tema dei PFAS, ovvero le sostanze perfluoroalchiliche, sta diventando sempre più pressante in tema di salute. I cosiddetti "inquinanti eterni" infatti sarebbero presenti in elevatissime quantità all'interno dei materiali per incartare e confezionare gli alimenti. L'allarme arriva da uno studio pubblicato su Environmental Science & Technology (ES&T).
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Il report si basa su 47 studi scientifici da tutto al mondo e ha messo in luce come siano state rilevate 68 tipologie di PFAS, di cui 61 del tutto "inaspettate" in quanto non autorizzare per l'utilizzo nelle confezioni per alimenti. Il 72,5% dei PFAS sono stati trovati nella carta e cartone ma sono stati rilevati anche all'interno di imballaggi in plastica e metalli rivestiti.
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"Il frequente rilevamento di PFAS di cui non si conosceva l’uso e l’ulteriore evidenza di composti fluorurati non identificati negli FCM (materiali a contatto con gli alimenti, chiarisce l'Indipendente) dimostrano le difficoltà di gestione dei PFAS negli FCM – affermano gli autori dello studio - Inoltre, la restrizione di singoli PFAS potrebbe portare a sostituzioni deplorevoli, poiché sul mercato sono presenti numerosi PFAS diversi che possono avere funzioni simili e potrebbero essere utilizzati come alternative". Gli autori della ricerca quindi auspicano un divieto globale dei PFAS "per evitare che continuino a essere prodotti e utilizzati nei Paesi che non hanno una legislazione o la capacità di monitorare la conformità".
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Molti dei PFAS sono ritenuti cancerogeni e in Italia nel 2013 è stato riscontrato il più grave caso di contaminazione di queste sostanze a livello europeo nelle province di Padova, Verona e Vicenza. Greenpeace invece qualche mese ha denunciato lo stesso problema in Lombardia, per non parlare della contaminzazione delle acque in oltre 70 centi in Piemonte e Toscana.