ChatGPT in cucina, il grande chef spagnolo: "Pensatela come un microonde"

Il piatto pensato dall'intelligenza artificiale non è un granché ma si aprono nuovi scenari

di Redazione Food
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Lo chef basco Eneko Atxa ha utilizzato per la prima volta ChatGPT nell'alta cucina: "L'IA non sostituirà gli esseri umani, ma con l'IA noi esseri umani saremo in grado di offrire qualcosa in più"

L'intelligenza artificiale è arrivata anche nell'alta cucina. Il primo a testare l'uso di ChatGPT come strumento utile alla routine lavorativa di un ristorante è stato lo chef Eneko Atxa, tre Stelle Michelin e Stella Verde con il suo Azurmendi a Larrabetzu, vicino a Bilbao. Come riporta Gambero Rosso, l'AI infatti è già stata testata per la preparazione di piatti ma mai pensata come uno strumento alla pari di fornelli e pentole.

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Come ha raccontato Atxa nel suo intervento al Madrid Fusion, l'idea nasce con l'incontro di Eneko Axpe, fisico basco ma che lavorara nella Silicon Valley. Lo chef quindi ha pensato di prepare le ricette virtuali generate da Chat GPT 4.0 in diversi passaggi. Il primo piatto si chiama "spuma di cavolfiore e mela con caviale di balsamico". Per poi prepararlo, l'AI ha realizzato una foto realistica del piatto e poi l'elenco degli ingredienti con tutti i passaggi.

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Il risultato però non è stato un granchè: "Le consistenze non erano come previsto, i sapori non erano appetitosi, le grammature sbagliate e i colori non corrispondevano a quelli della foto. Insomma: era sfasato", ha commentato lo chef che non si è perso d'animo tentanto ancora e ancora.

Da qui è nata la convizione che l'AI potrebbe funzionare meglio come strumento per velocizzare alcune fasi del lavoro di ristorazione, come sostituire gli ingredienti per motivi di allergie, particolari regimi alimentari o mancanza di prodotti. Allo stesso modo ChatGPT può rendere graficamente le idee dello chef da presentare poi allo staff.

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"l'IA è solo un altro strumento con cui lavorare, che ci aiuta a essere più efficienti, senza paura di perdere l'essenza di ciò che siamo. - spiega Atxa - Pensatela un po' come un roner o un microonde. L'IA non sostituirà gli esseri umani, ma con l'IA noi esseri umani saremo in grado di offrire qualcosa in più. Non sostituisce l'uomo: è la maniera in cui lo usi che fa la differenza".

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