Granchi blu a quintali in Emilia Romagna: da danno a guadagno. La svolta
L'invasione dei granchi blu nel delta del Po sta distruggendo l'economia locale, ma grazie a un'interrogazione parlamentare può trasformarsi in un commercio
L'invasione del granchio blu: da danno a guadagno. Il caso dell'Emilia Romagna può fare scuola
Nelle ultime settimane, i pescatori di vongole nella Sacca di Goro, una laguna situata nel delta del fiume Po, in Emilia Romagna, hanno notato una proliferazione esponenziale del granchio blu. Questo crostaceo consuma praticamente qualsiasi cosa, ma ha una predilezione particolare per le vongole, che costituiscono l’elemento fondamentale dell’economia locale. Non disdegna neppure cozze, gamberi, piccoli pesci e altre specie di granchi che abitano le acque delle lagune dell’alto mar Adriatico.
Fino a due o tre anni fa, trovare un granchio blu tra le reti rappresentava un evento curioso per i pescatori, persino sorprendente, a causa delle sue notevoli dimensioni e del suo colore caratteristico. Ma da quest'anno le cose sono cambiate: "A Goro si vedono solamente granchi. Si sono letteralmente mangiati tutto il resto: è una situazione senza precedenti", afferma Fausto Gianella, presidente di una delle cooperative di pescatori di vongole più importanti della zona. "Solo nella giornata di ieri ho catturato un quintale di granchi blu – prosegue Gianella – sono tanti e se si considera che una femmina ne produce duemila tre volte all’anno, si fa presto a capire la dimensione del problema". Tra le possibili cause di questa smisurata proliferazione nella laguna c'è l’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna a metà maggio.
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Il granchio blu, noto scientificamente come Callinectes sapidus, è una specie originaria della costa orientale degli Stati Uniti, diffusa dal Canada meridionale all’Argentina settentrionale. Pertanto, si tratta di una specie aliena o alloctona, spostata dalla sua area geografica originale a causa dell’azione dell’uomo. Lo chiamano "l'alieno" non solo perché è una specie estranea ai nostri mari, ma anche per via della sua forma e per la voracità con cui si muove sotto le acque. E' stato infatti avvistato dal Veneto alla Puglia, oltre che nel mar Ionio e nel mar Tirreno. La sua massiccia presenza sta distruggendo in particolare la catena di produzione delle vongole, causando danni economici e mettendo a rischio anche l'ambiente e la biodiversità della zona. A questo proposito, i pescatori stanno pensando di sfruttare il danno a loro vantaggio, cercando di renderlo appetibile da un punto di vista gastronomico in modo da dare valore alla sua cattura.
Infatti, mentre in Nord America il granchio blu è riconosciuto come prelibatezza gastronomica, venduto e commercializzato a prezzi molto alti, in Italia il suo valore è ancora troppo basso per incentivarne la commercializzazione. All’ingrosso ha poco mercato in Italia e gli unici che sembrano essere interessati all’acquisto sono gli asiatici che lo utilizzano nelle loro cucine. Tuttavia il granchio blu, se pescato al momento giusto, possiede una polpa molto gustosa e prelibata, simile a quella della granceola, che in cucina può essere trasformata ed esaltata con successo (parola del Gambero Rosso).
Dunque, come fare di necessità virtù? Ci sta pensando anche la politica con una interrogazione parlamentare a firma del deputato ferrarese di Fratelli d’Italia Mauro Malaguti che propone, vista la situazione di estrema preoccupazione in cui si trova il suo territorio, di "creare uno stabilimento per la lavorazione e l'inscatolamento della polpa esportandolo oltre oceano".
Ai ministeri competenti Malaguti chiede "se intendano attivarsi per cercare un coinvolgimento delle realtà imprenditoriali degli Stati Uniti che già si occupano della lavorazione della polpa di granchio, al fine di realizzare uno stabilimento a Goro che ne giustifichi una pesca intensiva e quindi coordinarne l’esportazione negli Stati Uniti", o se invece "intendano intraprendere altre azioni di studio, contenimento e commercializzazione del granchio blu e/o prevedere incentivi e altre forme di tutela delle coltivazioni dei molluschi". La cattura del granchio blu acquisterebbe così un doppio valore: salvare le famiglie che sull’itticoltura fondano il proprio lavoro e dare valore a un prodotto fino a oggi guardato solo come un problema.