Cambiamenti climatici estremi in Italia: ANBI lancia l'allarme su siccità e alluvioni
Vincenzi (ANBI): "L’unico dato certo è che l’Italia meteorologica è spezzata in due: un Nord flagellato dal maltempo ed un Mezzogiorno ancora alle prese con una siccità senza precedenti"
L'Italia tra siccità e alluvioni: ANBI evidenzia i rischi crescenti del cambiamento climatico
L’Italia continua a vivere eventi climatici estremi, divisa tra un Nord flagellato da nubifragi e alluvioni e un Sud devastato da una siccità senza precedenti. Il ciclone Kirk si avvicina all’Europa mentre il Mediterraneo, invece di attenuare le violente perturbazioni, le accentua. Il Presidente di ANBI, Francesco Vincenzi, ha dichiarato: “Dobbiamo imparare a vivere in un Paese climaticamente diverso”.
L’emergenza idrogeologica sta diventando una costante. Da un lato, violente raffiche discendenti di vento e nubifragi hanno colpito le regioni del Nord-Ovest, dalla Val di Susa fino alla Toscana, con fiumi in piena e danni ingenti. Dall’altro, il Sud lotta ancora con la siccità, specialmente in regioni come Puglia e Sardegna, dove i bacini idrici sono quasi vuoti.
Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI (Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue), ha sottolineato l’importanza di adeguare il Paese ai cambiamenti climatici: “L’unico dato certo è che l’Italia meteorologica è spezzata in due: un Nord flagellato dal maltempo ed un Mezzogiorno ancora alle prese con una siccità senza precedenti. Il consolidarsi della crisi climatica ci deve obbligare a politiche di adattamento, fatte non solo di nuove infrastrutture idrauliche, ma anche di innovativi concetti urbanistici ed edificatori oltre alla necessità di ripensare i cicli colturali nelle campagne: insomma, dobbiamo abituarci a vivere in un Paese diverso; lo dicono i fatti, ma la cultura della prevenzione fatica ad affermarsi ad ogni livello”.
Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI, ha aggiunto: “Se dobbiamo pensare al futuro dell’Italia, dobbiamo attrezzarci per aumentare la sicurezza idrogeologica e le riserve idriche, creando le infrastrutture per trasportare l’acqua da dove è troppa a dove è poca. Oggi appare, purtroppo, solo una suggestione, ma non dovrebbe esserlo in un Paese dalla grande cultura idraulica, da cui dipende circa il 30% dei territori di pianura. E’ illogico morire di sete e d’alluvione”.
La situazione critica è ben rappresentata dai dati raccolti dal settimanale report dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche. Nelle ultime ore, le regioni del Nord Italia hanno visto piogge torrenziali, con picchi di 100 millimetri di pioggia in sole due ore in Piemonte e Lombardia. I fiumi e i laghi hanno raggiunto livelli pericolosamente elevati, mettendo a rischio molti territori. In Toscana, i bacini fluviali come quello del Serchio hanno visto un innalzamento del livello di oltre due metri, aumentando la preoccupazione per l’imminente arrivo di nuove perturbazioni.
Mentre il Nord lotta con un surplus d’acqua, il Sud si trova in una situazione opposta. Le riserve idriche di regioni come la Basilicata, la Puglia e la Sardegna sono ai minimi storici. In Puglia, i bacini trattengono meno di 41 milioni di metri cubi d’acqua, e in Sardegna la maggior parte degli invasi è in pericolo, con volumi d’acqua al di sotto del 20% della capacità. La crisi climatica è ormai una realtà quotidiana per l’Italia, e l’assenza di interventi strutturali rischia di peggiorare una situazione già al limite.