"Io so' Renzi e voi non siete un cazzo", Matteo come il Marchese del Grillo

Terzo polo in frantumi, è rottura tra Matteo Renzi e Carlo Calenda: le dichiarazioni dell'ex premier fanno imbufalire il leader di Azione

Di Giuseppe Vatinno
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Calenda e Renzi: c’eravamo tanto amati

Il cielo del Terzo Polo è vergato da innumerevoli traiettorie di stracci che volano densi, impregnati di acqua lercia e finiscono sul grugno di Calenda. Tutto ha inizio con un articolo assassino uscito su La Stampa dal titolo: “Terzo Polo al capolinea, volano gli stracci. Renzi: Calenda è pazzo, ha sbagliato pillole”. Appena Calenda - che stava vestendosi da imperatore e aggiustando la corona in finto oro - si è accorto di quanto riportato ed è andato fuori dalla grazia di Dio.

Si è imbufalito, le narici fumanti, ha scalpitato, ha muggito, l’occhio iniettato di sangue e ratto ha replicato sui social: «Matteo Renzi queste volgarità nascondono un nervosismo esagerato. Semplicemente hai provato a darci una fregatura e sei stato rispedito al mittente. Questa volta lo #staisereno non ha funzionato. Fine». Questo ha vergato il Calenda Furioso su Twitter e su Instagram, vagamente inseguito dalla moglie che cercava di farlo ragionare con le pillole consigliategli da Renzi.

Evidentemente il nipote di Comencini ha la coda di paglia e teme di fare la stessa fine del povero Enrico Letta. Visto che la situazione diveniva incandescente ed anzi virava al calor bianco, l’ufficio stampa di IV ha replicato smentendo categoricamente le affermazioni che La Stampa ha attribuito a Renzi. E poi il senatore toscano ha aggiunto: «Carlo, nessuno ha mai pronunciato quelle frasi. Qui c'è il testo pronto: vuoi firmare o preferisci di no? Nessuna fregatura, guarda il documento».

Insomma, nessun trucco nessun inganno. Venghino signori nel Terzo Polo e troveranno felicità, abbondanza e gioia. Siamo appunto all’offerta della pillolina giusta per calmarlo e Calenda c’è caduto con tutte le scarpe nell’agguato tesogli da Renzi.

A questo punto l’ex premier ha infierito: «In queste ore ci sono polemiche inspiegabili dentro il Terzo Polo. Ne sono molto dispiaciuto anche perché non vedo un motivo politico per la rottura. Eviterei di inseguire le polemiche e i retroscena. Andrei al sodo. Ieri Azione ha presentato un documento, a noi va bene con piccole modifiche assolutamente accettabili. Le abbiamo pubblicate: i vecchi partiti si sciolgono con l'elezione del segretario nazionale del partito unico. Se Calenda ci sta, noi firmiamo. Se Calenda ha cambiato idea, lo rispettiamo e ne prendiamo atto». 

Intercettato da Enrico Lucci di Striscia La Notizia Calenda è sbottato: «Non so se oggi ci sarà una nuova riunione, ma lui non viene alle riunioni. Non ci ho parlato, perché lui parla solo con Obama e Clinton». Ma cosa è successo veramente? Intanto occorre capire se la notizia riportata da La Stampa è vera. Nell’articolo la fonte è quella di “imprecisati amici”, un noto trucchetto per dire tutto e nulla che ha però il pregio di provocare immediate reazioni. Si tratta del classico ballon d’essai, volto a saggiare le reazioni dei contendenti.

Non possiamo sapere se Renzi e Massimo Giannini si sono messi d’accordo, resta il fatto che il risultato è stato ottenuto perché Calenda ha sbroccato di brutto facendo oltretutto quella figura da esagitato che gli era stata attribuita su La Stampa.

Probabilmente il Terzo Polo si farà ma quando vorrà e deciderà Renzi, che fa sempre pesare il fatto che lui è “Il Marchese del Grillo e gli altri non sono un cazzo”. Il che, purtroppo per il caso in esame, è vero per Calenda che di Renzi è sempre stato solo il gregario mandato avanti a sfragnarsi.

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