Il valore dell’accoglienza nella storia della cagnolina Eimì

Intervista a Mariano Sabatini, non solo giornalista e apprezzato giallista ma da ora anche autore di fiabe per i più piccoli

Di Bernardo Oriali
Libri & Editori
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Gli animali sono da sempre protagonisti delle fiabe classiche, da Fedro fino ai fratelli Grimm. Ma per trovare una cagnolina bisogna arrivare a Mariano Sabatini, che finora conoscevamo come autore televisivo, giornalista nonché apprezzato giallista (premio Flaiano con L’Inganno dell’ippocastano), tradotto all’estero.

Lo scrittore romano è ora nelle librerie con Una cagnolina non vola mica per l’editore Chiaredizioni. La storia appassionante, a tratti commovente e certamente istruttiva per i lettori più piccoli, tra gli otto e gli undici anni diciamo, della cagnetta Eimì. E sorprende come l’autore, adeguatamente supportato dai bei disegni dell’illustratrice Giorgia Farnesi, sia riuscito ad entrare nella testa e, si direbbe, nell’animo di una bestiola osservandola dal ventre della madre fino all’età adulta. Paure, sensazioni, impulsi, istinti, marachelle e accettazione delle novità che via via le si presentano.

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"È un minimo atto di riconoscenza nei confronti della mia Eimì, che otto anni fa ha portato la gioia nella nostra casa, grazie a Flavia e a Sofia che hanno insistito per prenderla. Come tutti i cani fanno con i nuclei affettivamente sani, consapevoli che il rapporto deve essere per la vita. La loro purtroppo molto più breve della nostra, nel corso naturale delle cose" premette Mariano Sabatini. 

Lei è per l’adozione? 

Lo sono per gli umani, di qualsiasi orientamento, figuriamoci per le bestiole. Bisognerebbe sempre salvare una delle vite che languono per strada o nei rifugi dei tanti volontari che dedicano forze e sostanze a queste meravigliose creature. Spendere tanti soldi per garantirsi un cane di razza, lo trovo, mi dispiace, immorale. Con tante vite che si possono e, vorrei dire, si dovrebbero salvare. Senza mai più abbandonarle, per nessuna ragione.


 

Che nome è Eimì?

Della mia cagnolina, che ha appena compiuto otto anni. Glielo ha dato mia figlia Flavia, che all’epoca studiava greco al classico, Eimì infatti vuol dire “io sono”. Una bella affermazione di sé per una bestiola abbandonata a pochi giorni, e fortunosamente salvata da due benemerite ragazze, che poi hanno cercato per lei e per gli altri cuccioli suoi fratelli una buona sistemazione via Facebook. 

A chi si rivolge il libro?

A giovani lettori delle classi primarie. Ma è una fiaba per chiunque abbia saputo mantenersi in contatto consapevole con la propria parte cucciola. Certe riflessioni, sebbene proposte in un linguaggio più semplice, valgono per tutti. 

Si riferisce alla paura dell’ignoto, all’accettazione della diversità e dei propri limiti?

Certo. Non siamo mai noi ad essere diversi, ma tutti gli altri a trovare rassicurante l’omologazione. La diversità è alla base dell’evoluzione, la biodiversità è un cardine fondante della natura, dovremmo tutti accogliere la diversità come un dono. Me ne sono accorto tardi, ma il mio essere sempre eccentrico rispetto alla massa mi ha consentito di creare quello che ho creato, puntando sull’angolatura irripetibile del mio sguardo e del mio sentire. E non è che io sia speciale, un discorso del genere, in ambiti diversi, vale per tutti.

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Tutto questo che c’entra con la storia di una cagnetta?

Bé, ma come? Quanta fantasia si può ravvisare negli incroci spontanei che hanno portato alle fattezze della mia cagnolina color crema, le orecchie simili a quelle di un elfo domestico e gli occhi struggenti, uguale a nessun'altra? Da principio spaventata da tutto e attratta dal volo delle cornacchie e dei gabbiani, anche per desiderio di evasione, imparerà quanto sia bello essere lei e nessun altro, e quale potere abbia la mente. Imparerà quanto sia bello accogliere chi arriva e porta la sua peculiarità, ossia il valore dell’accoglienza.

Perché lei che ha sempre scritto libri per adulti, ora si cimenta con la narrativa per bambini?

È stata una scommessa con la mia amica Raffaella che aveva letto l’abbozzo di questa storia. Mi ha chiesto di proseguirla per farne dono al figlio Mattia, a cui il libro tra l’altro è dedicato, che si accingeva a fare la cresima. Loro sono la mia famiglia ideale. Si sono scelti e continuano a farlo ogni giorno, con gioia, senso di responsabilità e impegno.  

È stato difficile parlare ai più piccoli?

Abbastanza. E ho anche provato, al Salone del libro di Torino, cosa significhi avere davanti una platea di bambini. Per fortuna c’era accanto a me la magnifica Carolina Benvenga, presentatrice di Rai YoYo, che sapeva come prenderli. Ho subito una bella lezione di umiltà e apprezzato ancora di più la professione di maestro, che avrei voluto intraprendere. I bambini mi hanno fatto domande precise, puntualissime, ineludibili. E alla fine mi hanno assaltato letteralmente per avere la mia firma sulla loro copia. Un’emozione grande che ancora non mi lascia.