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Mariano Sabatini: “Meglio scrivere puntando sulla propria originalità”

Di Oriana Maerini

“Scrivere è l’infinito: metodi, rituali, manie dei grandi narratori” è il nuovo libro di Mariano Sabatini che Affaritaliani ha intervistato

Tra i tanti corsi di scrittura creativa, eccone uno portatile o addirittura tascabile, dal titolo Scrivere è l’infinito. Metodi, rituali, manie dei grandi narratori (ed. Vallecchi Firenze). L’autore è Mariano Sabatini, che negli ultimi anni si è fatto apprezzare come romanziere, dopo aver lavorato molto per la televisione, al fianco di Luciano Rispoli e non solo. 

L’inganno dell’ippocastano ha vinto il premio Flaiano ed è tradotto nei paesi di lingua francese, Primo venne Caino si è guadagnato addirittura quattro premi, Sabatini è dunque uno che di scrittura ne sa, anche per il lungo percorso giornalistico. In questo suo nuovo lavoro ha interpellato scrittori italiani e stranieri sul loro mestiere: l’incipit, il titolo, l’uso dei verbi, degli aggettivi, la correzione delle bozze, i rituali… cose così, a cui rispondono Lansdale, Maraini, Ravera, de Giovanni, Bignardi, Vitali, Carlotto, Carofiglio, Deaver, Pitzorno, Ginzburg, Oggero, Comencini, Ferrante, Alberti e tantissimi altri numeri uno delle belle pagine narrative.

“Un considerevole repertorio di testimonianze, raccolte in anni e anni, quando ancora circumnavigavo attorno all’idea di scrivere un romanzo. E allora mi avvalevo del privilegio che ha un giornalista, cioè il poter fare domande. Che è poi il miglior modo per scovare le storie. Fare domande anche a se stessi, pretendere risposte sincere, spiazzanti”, spiega Mariano Sabatini.

Qual è il nemico peggiore di chi scrive?