Rosa Diletta Rossi legge Grazia Deledda su Audible

“Marianna Sirca” è uno dei più bei romanzi mai scritti da una donna, Premio Nobel per la Letteratura

di Chiara Giacobelli
Libri & Editori

Audible ci dà la possibilità di ascoltare un’opera di alta letteratura: Marianna Sirca è un romanzo di cui si parla purtroppo poco, mentre costituisce un pilastro della narrativa italiana, scritto da Grazia Deledda nel 1915 e ora letto su Audible dall’attrice Rosa Diletta Rossi.

Quando si parla di Grazia Deledda, unica donna italiana ad aver vinto il Premio Nobel per la Letteratura nel 1926, si tende a pensare a Canne al vento, o tutt’al più – per i lettori esperti – a La via del male. È invece quasi del tutto caduto nell’oblio, non certo a ragione, il suo romanzo intitolato Marianna Sirca, che uscì a puntate nel 1915 su La Lettura, mensile del Corriere della Sera: si tratta di una storia in cui l’amore tra una ricca fanciulla e un brigante si manifesta con tutte le sue contraddizioni, per cui – lo diciamo chiaramente – non può esservi lieto fine, se non quello che va rintracciato a un livello più alto, quasi spirituale. Finalmente Marianna Sirca è stato riportato alla luce grazie a un audiolibro realizzato da Salani per Audible, con una lettura espressiva, ma mai eccessiva, da parte dell’attrice Rosa Diletta Rossi.


 

Marianna è una ragazza benestante grazie all’eredità ricevuta dallo zio prete, circostanza che in linea teorica la renderebbe libera e indipendente; se non fosse per il fatto che ci troviamo nella Sardegna di inizio Novecento, dove una donna – per definizione – non è mai del tutto padrona di sé stessa: quand’anche si ritrovi ad avere un padre benevolo e accomodante, deve rendere conto ai familiari, ai cugini, oltre ovviamente alla comunità, governata da rigide regole di buon costume. Simone è un servo che ha sempre mal sopportato la povertà, la mancanza di mezzi e il dover prendere ordini da terzi; di conseguenza, ben presto decide di darsi al brigantaggio, preferendo un’esistenza libera, seppur non agiata, ad un’asfissiante catena al collo. Pur mantenendo sempre un certo rigore morale, evitando di uccidere o di macchiarsi di gravi delitti, Simone è comunque affascinato dall’aura carismatica di criminali ben più famosi di lui ed è a loro che guarda come ipotetici modelli.

Intuiamo già dalla descrizione dei due protagonisti che uno dei temi centrali del romanzo è la libertà e che cosa si intenda con essa: che cosa vuol dire effettivamente essere liberi nella Sardegna del primo Novecento? Una donna ricca lo è ma al contempo non lo è, così come un brigante non deve più servire un padrone, tuttavia diviene un ricercato dalla legge. Sarà però soltanto quando i due, a dispetto delle differenze di ceto e anche caratteriali, si innamoreranno l’uno dell’altra, che i conflitti interiori emergeranno in maniera evidente, portando in superficie sia la spinosa questione della libertà personale, sia i condizionamenti culturali.  Infatti, se da una parte Marianna è disposta a svergognarsi davanti alla comunità intera sposando un brigante, dall’altra pretende che lui si costituisca e sconti la sua pena in prigione, qualunque sia la durata. Quello che chiede in cambio per il proprio amore è quindi un prezzo piuttosto alto da pagare, che implica da parte di Simone rinnegare sé stesso. Dal versante opposto, Simone è pronto ad accettare di cambiare vita, ma chiede a Marianna una certezza, un matrimonio, qualcosa di tangibile che di fatto le distrugge all’istante la reputazione, presentando quindi a sua volta un conto da pagare altrettanto salato. Entrambi sono spinti dalla forza di un amore sincero e genuino, in qualche modo rivoluzionario, ma questo sentimento si rivela a poco a poco non poter essere, per sua stessa natura, del tutto puro e senza pretese; così, il travaglio interiore inizia a tormentare i due, i quali, oltre a fare i conti con i propri desideri, devono anche scontrarsi con la volontà del grande altro. Più ancora delle riserve da parte della giovane donna, dal carattere risoluto e intraprendente, saranno infatti i familiari di lei a colpire Simone nel proprio orgoglio, nelle possibilità a sua disposizione e infine anche nel corpo, lasciando sul campo di battaglia uno stuolo di morti e feriti (metaforicamente parlando), senza alcun vincitore.

Rosa Diletta Rossi è molto brava nell’interpretazione tanto di Marianna, quanto di Simone; non è semplice per un attore vestire i panni di un uomo e poi di una donna, di un povero e subito dopo di un ricco, entrando e uscendo da due personaggi tanto diversi l’uno dall’altra, da rendere evidente sin dall’inizio la loro incompatibilità. Eppure, la nostra visione di uomini contemporanei imperniati di romanticismo ci porta a credere che l’amore trionferà su tutto – Omnia vincit amor -, dimenticando che il romanzo è stato scritto in un’epoca alquanto diversa dalla nostra. Peraltro, seguendo la lettura ci sembra di ritrovarci all’interno di un racconto storico, mentre i fatti si svolgono al presente, nel tempo in cui la Deledda lo scrisse.

Qualche ultima parola va spesa sulla prosa dell’autrice: ricca di immagini, di aggettivi, lenta, armoniosa, poetica. Ascoltando Marianna Sirca si comprende subito perché la Deledda vinse il Nobel e al contempo si compie un lavoro di dilatazione temporale, perché per apprezzare fino in fondo un’opera del genere non si può avere fretta: ogni termine è studiato per essere al suo posto, ogni dettaglio per arricchire e completare la storia.

Realizzato da Audiolibri Salani nel 2022 nella sua versione integrale, Marianna Sirca su Audible si trova all’interno della serie Anche i giovani leggono i classici e dura più di sei ore. Un tempo che vale la pena dedicare all’ascolto di questo capolavoro semidimenticato, assaporando ogni passaggio, ogni moto dell’animo e scavando nella moltitudine di tematiche che la Deledda affronta, a cominciare dal ruolo della donna – oggi mutato solo fino a un certo punto – e al complesso concetto di libertà.


Grazia Deledda

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