“Tu, Jane. 4 volte Austen”: arriva il drago da collezione edito da Mondadori

Quattro romanzi racchiusi nel grande volume Oscar Draghi che Mondadori dedica a Jane Austen

di Chiara Giacobelli
Libri & Editori

Dopo le sorelle Brontë, Kafka, Hugo, Oscar Wilde e altri miti della letteratura, tocca ora a Jane Austen vestirsi dei colori, delle dimensioni e delle illustrazioni che caratterizzano la collana Oscar Draghi, a cura di Mondadori. Nel volume Northanger Abbey, Ragione e sentimento, Orgoglio e pregiudizio, Mansfield Park.

È stata subito una corsa al drago, non appena è apparso in libreria Tu, Jane. 4 volte Austen, il bel volume della collana Mondadori dedicato alla penna più celebre della letteratura inglese. Anzi, a voler essere precisi le prenotazioni e le richieste erano iniziate già tempo prima, quando nella pagina Oscar Vault la casa editrice aveva annunciato l’imminente uscita del libro: quando? Quali romanzi conterrà? Sarà un’edizione unica o più tomi? Sarà illustrato? Sono solo alcune delle moltissime domande che hanno affollato la pagina Facebook non appena la cover è stata pubblicata.

Finalmente da qualche settimana eccolo sugli scaffali delle librerie (quelle di vendita e quelle personali delle lettrici), il tanto atteso drago che racchiude quattro romanzi scelti tra la produzione di Jane Austen: Northanger Abbey, Ragione e sentimento, Orgoglio e pregiudizio, Mansfield Park. Quattro capolavori che probabilmente molti di voi avranno letto in un determinato momento della vita, tuttavia fa comunque piacere possederli in questa edizione da collezione, pregiata e bellissima, colorata e imponente, per poterli un domani rileggere più e più volte. Il celeste e l’arancione sono le due tonalità principali, con il titolo a caratteri antichi e il ritratto di lei, Miss Austen, appositamente illustrata da Malleus; anche all’interno ritroviamo qualche disegno in bianco e nero che immortala i momenti salienti dei suoi romanzi, con i personaggi a noi tanto cari colti in flagrante mentre stanno cercando un titolo in libreria, mentre spiano dalle finestre, mentre appoggiano uno scialle sulle spalle di una dama. Piccoli momenti di quella che doveva essere la vita quotidiana del suo tempo; gli stessi così bene descritti da Jane Austen, il cui principale talento fu la capacità di raccontare con veridicità, ironia e coinvolgimento l’ambiente che la circondava.


 

Diremo poco qui dei quattro romanzi scelti per essere inseriti nel volume, perché titoli come Ragione e sentimento o Orgoglio e pregiudizio – dai quali peraltro sono stati tratti numerosi film, fiction, spettacoli teatrali e altro ancora – sono talmente famosi da essere entrati a far parte del bagaglio culturale mondiale, studiati sin dalle scuole. Forse qualcuno potrebbe non aver letto Northanger Abbey, che nel suo tempo fu tra le opere meno conosciute e di successo della Austen, sebbene negli ultimi decenni sia stato riscoperto e ampiamente ripubblicato dall’editoria di massa. Vi sintetizziamo allora in poche righe la storia di Catherine Morland, un personaggio di fantasia (come tutti quelli che appaiono nei libri scritti dalla Austen, anche quando sono ispirati a conoscenti, amici e familiari), che nella sua giovinezza e stravaganza di diciassettenne passa ore in solitudine a leggere romanzi gotici. Invitata a trascorrere un periodo di vacanza a Bath, entra per la prima volta a contatto con la società dell’epoca; quest’ultima – ritratta dal sagace sarcasmo di lady Jane – appare quanto mai frivola, sentimentale e basata sulle apparenze: balli, cene di gala, passeggiate all’aria aperta, teatro. Fino a quando sulla sua strada irrompe Henry Tilney, il quale presto, insieme all’Abbazia di Northanger, diventerà oggetto dell’adorazione e dell’amore di Catherine.


 

Qualcosa va aggiunto anche a proposito di Mansfield Park, pubblicato nel 1814 e salito alla ribalta grazie al suo omonimo televisivo. In questo caso le vicende dei protagonisti, Fanny ed Edmund, iniziano ben prima, sin dall'infanzia; tuttavia, non cambia la struttura narrativa di base che caratterizza i romanzi di Jane Austen e che tanto l’ha fatta amare dal suo pubblico, a cominciare dalla relazione amorosa intrappolata tra malintesi, fraintendimenti, ostacoli, orgoglio, allontanamenti, speranze e riavvicinamenti, incomunicabilità e liti, fino a quando – dopo un percorso interiore sempre presente nei personaggi della Austen – si arriva infine alla rivelazione dei propri sentimenti, a sé stessi e alla persona amata, con il lieto fine quasi sempre coronato dal matrimonio.

Raccontare Jane Austen, il suo mondo letterario e la sua fortuna, nonché la persona dietro la scrittrice (altrettanto interessante), non è compito semplice né di poche righe. Ci viene però in aiuto un’altra grande voce inglese, del Novecento stavolta: Virginia Woolf. In The Common Reader: First Series l’autrice raccoglie una serie di riflessioni, pensieri, recensioni e annotazioni volte a indagare il ruolo e la figura del lettore, com’anche quelle dello scrittore, del recensore e del critico. È tra queste pagine che si trova il saggio – a sua volta revisione di un articolo precedente – dedicato proprio alla cara Jane, che Virginia ovviamente conosceva bene, nella sua infinita mole di libri letti. È dunque lei stessa, Virginia, a metterci in guardia sul fatto che tutto quanto noi sappiamo, o crediamo di sapere, su Jane Austen è in realtà ben misera cosa, non avendoci lasciato un epistolario o un diario corposi come quelli che invece sono sopravvissuti alla tragica fine della Woolf; ciò che conosciamo ci è quindi arrivato tramite pettegolezzi, voci, righe di altri, opinioni che possono essere più o meno plausibili. Da questo macrocosmo che le ruotava attorno emerge una donna non troppo bella, un po’ affettata, talvolta taciturna, eppure al contempo uno spirito acuto, abilissimo nello sbozzare caricature. Riconosciamo in effetti qui la veridicità di tali affermazioni, poiché basta leggere qualche riga di un suo romanzo per accorgerci di quanto Jane sappia guardare con occhio critico ma non crudele, affezionato eppur disincantato, sarcastico a tratti pungente, la buona società inglese, che è sempre la grande protagonista delle sue storie.

Scrive Virginia Woolf a proposito di una tipica scena tra due innamorati in un romanzo della Austen: “Tra scambi di banalità e luoghi comuni, ecco le loro parole riempirsi all’improvviso di senso, e il momento divenire per entrambi uno dei più memorabili delle loro vite. Si gonfia, brilla, risplende; rimane a librarsi per un attimo dinanzi a noi profondo, trepidante, sereno. Poi, al passaggio di una cameriera, la bolla di spuma in cui già è venuta condensandosi tutta la felicità della vita scoppia quietamente fino a collassare in se stessa e fondersi così di bel nuovo nel flusso e riflusso dell’esistenza ordinaria”. La scrittrice che parla della scrittrice.


 

Massimo Scorsone, che ha curato con dedizione questo drago Mondadori, ha scelto non soltanto i titoli da inserirvi e la nota iniziale della Woolf, ma anche una poesia di Wystan Hugh Auden su Jane Austen, in italiano e in inglese, considerata tra i più lusinghieri e popolari tributi offerti da un uomo di lettere alla fama dell’autrice. Non è irrilevante quel puntualizzare che la lode arrivi da parte di un uomo nei fronti di una donna, poiché non dobbiamo dimenticare che l’Ottocento non era secolo avvezzo alle scrittrici, rare e quasi tutte celate dietro nomi maschili. È anche per questo che Jane Austen rappresenta un’eroina e una figura ancora oggi attuale, per aver precorso i tempi e aver saputo scegliere la propria strada in una società che, come ben sa chi è abituato a leggere le sue storie, non centellinava giudizi, commenti denigratori, doveri e aspettative. Così, iniziando a sfogliare le pagine di questa raccolta e immergendosi nel mondo di Jane, non soltanto si incontrano i personaggi e i luoghi della sua fantasia, ma anche quelli reali ai quali l’autrice si è fedelmente ispirata, restituendoci un ritratto fedele dell’Inghilterra vittoriana, tra lord, cavalli, tenute, abbazie, distese verdi, lezioni di ballo, corteggiamenti e, ovviamente, l’amore.


 

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