Come cambia la comunicazione dei brand nel metaverso

Nebuloni (latoC): "Aziende e brand possono crearsi uno spazio nel metaverso per pubblicizzare e vendere i loro prodotti o servizi"

Marketing

Nuove opportunità di comunicazione d'impresa grazie al metaverso

Vivere, assistere agli eventi e comprare prodotti in un universo parallelo grazie ad un avatar non è più soltanto fantascienza, grazie al metaverso che rappresenta spazi virtuali in cui è possibile uscire con gli amici, lavorare, giocare, imparare e acquistare. Un gioco affascinante? Certo, ma anche una grande opportunità, non solo di business, per tutte le aziende. A patto che la sappiano sfruttare al meglio. 

“Il primo aspetto che dobbiamo sottolineare – precisa Alessandro Nebuloni, CEO di latoC, agenzia di comunicazione che opera in modo non convenzionale in settori convenzionali – è che il metaverso appartiene sempre di più alla nostra realtà di strategia e progettazione. Basti pensare, ad esempio, che nel 2020 rappresentava un business di circa 50 miliardi di dollari e che, nel giro di quattro anni, potrebbe arrivare a circa 800 miliardi. Aziende e brand, quindi, possono crearsi uno spazio nel metaverso per pubblicizzare e vendere i loro prodotti o servizi. Uno spazio che offre infinite opportunità, anche alle aziende più tradizionali, soprattutto grazie agli NFT (i token non fungibili) che certificano l’unicità dei beni digitali: ci sono quadri, dischi, diamanti o scarpe che esistono solo nel mondo virtuale, ma sono di proprietà di una sola persona”.

 

Dal metaverso passerà la comunicazione dei brand


Aprire uno spazio virtuale aumenta esponenzialmente anche le opportunità di connessione e comunicazione. Potremmo immaginare il metaverso come un nuovo canale di comunicazione che si aggiunge a quelli tradizionali. Viviamo in un mondo sempre più esperienziale ed iperconnesso ed è inevitabile creare nuove strade e nuove strategie di engagement per i potenziali clienti. Il metaverso rappresenta una nuova opzione, capace di rivoluzionare le tecniche tradizionali di marketing.

Pensiamo, ad esempio, agli eventi promozionali di lancio di un nuovo prodotto che, invece di svolgersi in uno spazio fisico, si realizzano online, in un ambiente virtuale creato ad hoc per l’occasione. O anche al recente caso del matrimonio del calciatore Kevin Prince Boateng con Valentina Fradegrada, al quale chiunque, pagando una quota decisamente abbordabile (poi devoluta in beneficenza), avrebbe potuto partecipare.

 

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Il metaverso, in altre parole, è in grado di accorciare le distanze tra brand e clienti, mettendo al centro dell’attenzione l’esperienza di ogni singolo utente. Solo le aziende che saranno in grado di creare esperienze uniche e irripetibili saranno in grado di vincere le sfide future.

“Nella nostra agenzia – aggiunge Alessandro Nebuloni – abbiamo iniziato a muoverci, per alcuni dei nostri clienti, in una realtà virtuale quando ancora non si parlava di metaverso. Siamo stati, in un certo senso, dei precursori. A dicembre 2020, nel pieno della seconda ondata di pandemia, abbiamo organizzato, per un’azienda farmaceutica, un evento natalizio in un mondo totalmente virtuale, brandizzato e customizzato ad hoc secondo le necessità del cliente. Le persone avevano la possibilità di creare il proprio avatar, vestirlo, caratterizzarlo, muoverlo ovunque volessero e poi usarlo proprio come se fosse una sorta di estensione del proprio io, dando luogo a situazioni divertenti (appositamente studiate) e allo stesso tempo raggiungendo pienamente tutti gli obiettivi del management. Le potenzialità del progetto sono state talmente evidenti che abbiamo continuato e continueremo a proporlo nel prossimo futuro, approfittando degli innumerevoli aggiornamenti e miglioramenti continuamente in atto.

Le tre parole chiave del Metaverso: esperienzialità, immersività e coinvolgimento.

L’esperienza è al centro di tutto: ogni azienda, anche in modalità virtuale, deve far vivere ai clienti un’esperienza indimenticabile. A questo si lega, poi, il concetto di immersività che potremmo descrivere come la capacità di creare qualcosa che sia davvero totalizzante. L’ultimo aspetto, invece, riguarda il coinvolgimento degli utenti, fondamentale per aumentare i livelli di engagement, farsi riconoscere e, ovviamente, vendere.

“Oggi – conclude Alessandro Nebuloni – il metaverso può influenzare una molteplicità di situazioni e attività: dalla formazione alla fruizione di punti vendita virtuali, dalle interazioni tra le social community al modo di vivere gli eventi. Dobbiamo iniziare a pensare al metaverso come ad uno spazio che possa favorire il dialogo tra aziende, clienti e risorse, creando esperienze sempre più immersive ed originali”.

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