Chiesta la conferma della condanna a Napoletano, ex direttore del Sole 24 Ore
La Procura di Milano chiede la conferma della condanna emanata dal Tribunale all'ex direttore del Sole 24 Ore
La Procura chiede la conferma della condanna: 2 anni e 6 mesi all'ex direttore del Sole 24 Ore per "copie gonfiate"
La Procura generale di Milano ha chiesto la conferma della sentenza con cui il Tribunale ha condannato a 2 anni e 6 mesi di carcere e a una multa di 50mila euro Roberto Napoletano, l’ex direttore del Sole 24 Ore e ora alla guida del Quotidiano del Sud, per presunte irregolarità nei conti del gruppo editoriale nel periodo in cui era ai vertici del quotidiano proprietà di Confindustria.
Il giornalista risponde di false comunicazioni sociali e aggiotaggio informativo. Il sostituto procuratore generale Celestina Gravina, nel suo intervento, oltre ad aver parlato di “bolla di falsificazione” di “entità non del tutto disprezzabile”, ha citato per esempio alcune email del maggio 2015, “che vedono il dott. Napoletano dare l’ordine di incrementare le copie”: ciò dimostrerebbe il suo “diretto interesse al di là di ogni ragionevole dubbio”.
Il pg ha inoltre sostenuto che è “pacifica” la sua “partecipazione alla diffusione dei comunicati” al mercato e che, citando una sentenza della Cassazione sul “superamento del lato formale della qualificazione” e un ordine di servizio del 2012, ha aggiunto che il ruolo ricoperto da Napoletano “equivaleva” a quello di “direttore generale” con “poteri di coordinamento tra i contenuti e le vendite”.
Come riporta Ansa, Napoletano, in qualità di direttore editoriale de Il Sole 24 Ore, secondo le motivazioni della sentenza di primo grado, condivise da Celestina Gravina, si sarebbe “attivato con impegno costante nell’attività aziendale relativa alla diffusione delle copie cartacee e digitali, (…) assumendo, in particolare, le decisioni gestionali”.
Inoltre avrebbe fornito “le indicazioni numeriche da inserire nei rapporti informativi ad Ads”, Accertamenti diffusione Stampa srl, “e nei comunicati sociali che rappresentavano al mercato i dati e i ricavi diffusionali del quotidiano” pur avendo “immediata contezza dell’impossibilità di verificare” se fossero esatti o meno. Accuse, queste, che Napoletano ha sempre respinto, rivendicando la correttezza del suo operato e precisando di aver “ricevuto un giornale sull’orlo del baratro” e di aver “conseguito risultati editoriali sempre positivi”.
Ma non solo Napoletano. Per la stessa vicenda delle copie gonfiate erano stati indagati anche l’ex presidente del gruppo Benito Benedini e l’ex amministratrice delegata Donatella Treu che hanno però patteggiato in udienza preliminare.
Benedini ha patteggiato una pena a un anno 5 mesi e 20 giorni e il pagamento di 100mila euro, Treuha patteggiato una pena a un anno e 8 mesi con pagamento di 300mila euro. Il Sole 24 Ore, che aveva sostituito Napoletano con Guido Gentili a cui è poi succeduto l’attuale direttore Fabio Tamburini ha chiuso il 2022 con un utile di 500mila euro, primo risultato in positivo dopo 14 anni.