Cybercrime, la terza economia del mondo dopo Stati Uniti e Cina
Novanta milioni di attacchi informatici al giorno nel mondo. Costi per 10,5 trilioni di euro
Cybercrime, la terza economia del mondo
“Il crimine informatico è la terza economia più grande del pianeta dopo Stati Uniti e Cina”, è una delle inquietanti informazioni emerse durante il CSI Radar organizzato a Siviglia e al quale hanno preso parte esperti di multinazionali, responsabili della sicurezza in ambito privato e governativo. Computer, cellulari, case, imprese, veicoli collegati rappresentano formidabili porte d’ingresso per la cyber criminalità. “Ogni giorno avvengono 90 milioni di attacchi informatici nel mondo, oltre mille al secondo con un costo enorme: 10,5 trilioni di euro” conferma María Jesús Almanzor, numero uno di Cybersecurity and Cloud di Telefónica Tech. Purtroppo la maggioranza degli partecipanti si è trovata d’accordo nel ritenere che le organizzazioni criminali sono diventate sempre più specializzate ed efficaci. Un crimine su cinque avviene attraverso la rete, praticamente l’84% delle truffe è online.
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Cybercrime, le aziende mancano di protezione informatica
Le aziende mancano di protezione informatica. Secondo Isabel Tristán, IBM Security Director “I criminali informatici si sono evoluti e sono in grado di distribuire attacchi ransomware in meno di tre giorni, mentre la reazione delle aziende è mediamente di due mesi”. La speranza di tanti sta nell’AI che potrebbe abbassare enormemente i tempi di reazione nella difesa.
Gli attacchi sono sempre più innovativi e tutti sono bersagli. Si è venuti a conoscenza, a questo proposito che, persino Christine Lagarde, ne era stata oggetto. Infatti aveva ricevuto un sms dall'ex cancelliere tedesco Angela Merkel, ha chiamato per confermare che fosse suo e ha scoperto che era solo un modo per poter installare uno spyware. Pegasus in primis ha tentato di controllare cellulari di politici, giornalisti e business men. La difficoltà della difesa è ben chiara a un dei top operatori spagnoli come Telefónica. L'operatore sottolinea come sia difficile conoscere dove sia il confine di questi attacchi che continuano a crescere e sono sempre più sofisticati. Il consiglio di tanti per difendersi è di “non fidarsi di nessuno”. Il 97% delle violazioni degli attacchi avviene tramite e-mail e, tuttavia, solo il 10% del budget aziendale è dedicato alla protezione".
Cybercrime, da aumentare le leggi penali contri i reati informatici
Ci sono solo due tipi di aziende: quelle che hanno subito un attacco e quelle che non lo sanno. Chi pensa di controllare tutto, non lo fa. Tutto cambia così rapidamente che, qualcosa che vige in un certo momento, subito dopo potrebbe non funzionare più. Secondo molti esperti il 90% delle aziende non conosce il proprio attuale stato di sicurezza. Non hanno un piano di ripresa e d'azione di fronte a un attacco che sta per accadere. Non sono preparati. Tra il 40% e il 60% delle aziende non ha definito misure di sicurezza. Un altro aspetto riguarda il penale. Solo in Spagna, sono stati registrati 118.000 incidenti di sicurezza informatica. Troppo speso le innovazioni tecnologiche significano che alcuni reati sono inclusi nel codice penale solo dopo il verificarsi dell'atto criminale. La legge è in ritardo rispetto alla realtà. I cyber reati già inclusi sono punibili con pene che non superano per lo più i due anni di reclusione, ad eccezione della pedofilia, che può arrivare fino a quattro anni. Sono troppo leggere o è necessario renderle più pesanti?