Davi: "Berlusconi ha cambiato anche la Rai". Ecco quanto ha perso Mediaset il giorno della sua scomparsa
Che cos'è stato davvero Berlusconi per il panorama televisivo italiano? L'intervista al giornalista e mass mediologo Klaus Davi
Berlusconi, Klaus Davi: "Oltre che la sinistra cambiò anche la Rai". Ecco quanti soldi ha perso Mediaset il giorno della scomparsa
Con la morte di Berlusconi, si è definitivamente chiusa un’era. Ma che cos’ha rappresentato esattamente il “Cavaliere” per l’Italia e il panorama televisivo? Ce lo spiega Klaus Davi, giornalista ed esperto di mass media.
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“Silvio ha senza ombra di dubbio cambiato anche la Rai. La sua intuizione, quella di portare la televisione commerciale in Italia, era fuori da ogni schema ma ha funzionato molto bene”, spiega Davi. “Introducendo il mercato televisivo commerciale ha costretto la televisione pubblica a modernizzarsi, ma non solo”.
“Mediaset”, continua l’esperto, “ha permesso alle persone di poter scegliere che cosa guardare. L’entrata in scena del Biscione ha portato un po’ tutti a guardare con meno snobbismo, meno dall’alto, la televisione”.
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Poi, Davi sposta l’attenzione sul “trash”. “Negli ultimi tempi, questa parola è stata utilizzata fin troppe volte per definire i palinsesti dell’emittente di Cologno Monzese e Berlusconi è stato spesso additato di aver generato lui stesso questo nuovo modo di fare televisione. Ma non è così”, sostiene il giornalista.
“Il trash c’è sempre stato. I programmi di Mediaset che oggi vengono più criticati in questo senso, come Il Grande Fratello e L’Isola dei Famosi, erano già comuni in tutto il mondo prima di essere importati anche nel nostro Paese. Berlusconi ha solo fornito un’opzione in più a chi non voleva sorbirsi il solito monologo politico o economico”.
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“Anzi”, continua Davi, “Berlusconi proprio attraverso questo nuovo modo di fare la televisione, ha creato un immaginario collettivo e lanciato diversi personaggi che, in seguito, si sono trasformati in icone assolute dei nostri palinsesti come Paolo Bonolis, Gerry Scotti, Antonio Ricci, Barbara D’Urso e molti altri ancora”.
Ma Davi va oltre a ciò che Berlusconi fu per la televisione. “Il Cavaliere ha dato anche un forte impulso modernizzando l’Italia e soprattutto le piccole e medie imprese. Si può quasi dire che abbia rivoluzionato l’industria”, afferma l’esperto di mass media. “Inoltre”, continua, “egli traeva la sua linfa vitale proprio spaccando le opinioni in due. L’antiberlusconismo stesso gli donava forza”.
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Poi, un ricordo personale. “L’ho incontrato più volte nel corso della mia carriera”, rivela Davi. “È tutto vero quello che dicono”, continua, “si ricordava davvero i nomi di tutti. Anche il mio. Era cortese e seduttivo, avrò per sempre un bel ricordo di lui”.
Infine, una piccola parentesi che poteva passare inosservata per i meno attenti. Mediaset, in memoria di “papà Berlusconi”, ha mandato in onda una diretta composta da vecchie interviste e “amarcord” dalle 10 del mattino fino a mezzanotte. E in tutta la durata della messa in onda, non è stata lanciata neanche una pubblicità.
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Mediaset ha incassato nel 2022 circa 2 miliardi di euro grazie alla raccolta pubblicitaria e, facendo un rapido calcolo, non mandare in onda neanche uno spot per un giorno intero corrisponderebbe a una perdita di circa 5 milioni, euro più euro meno. “Hanno perso tantissimi soldi”, commenta Klaus Davi, che conclude: “Ma d’altronde cosa gliene dovrebbe fregare? Hanno fatto il gesto migliore possibile per onorare la memoria di colui che ha reso possibile tutto questo”.