David LaChapelle, in mostra a Milano le sue visioni barocche e mistiche
L'artista americano approda in Italia con la mostra, composta da oltre novanta opere, "Io credo nei miracoli"
David LaChapelle, in cartello a Milano la mostra d'arte "I believe in miracles"
Atmosfere coloratissime e barocche, composizioni e scenografie affascinanti, visioni surreali, mistiche, oniriche accompagnano nell’universo spirituale di LaChapelle, protagonista della mostra “David LaChapelle. I believe in miracles”, fino a settembre al MUDEC di Milano. La rassegna, che si snoda non cronologicamente attraverso un continuo e coerente intreccio di temi tra loro correlati, grazie a una novantina di lavori, rappresenta la sintesi visiva delle riflessioni che hanno contrassegnato i diversi momenti della vita e della carriera dell’autore americano, dagli anni Ottanta a oggi.
Un mondo popolato da angeli, santi, martiri, miracoli, che lo stesso artista americano spiega: “…nella primavera del 1984 a New York City il mio primo ragazzo morì improvvisamente a causa di una nuova misteriosa malattia. Aveva 24 anni. Nel giro di pochissimo tempo, molti dei miei amici in città cominciarono a morirne. Ricordo di aver chiesto a Dio: perché sta succedendo questo? Da questo caos è nata l’urgenza di creare e rispondere alla domanda: dove va a finire l’anima?”. Sentiva la morte tutt’intorno e temeva ventenne di non sopravvivere oltre i 24 anni.
Il 59enne fotografo è una persona del nostro tempo, dolorosa e solitaria, gioiosa e piena di passione, con le sue forzature, paure, giudizi, prese di posizione; “Capace di utilizzare elementi che caratterizzano gli scenari sociali attuali: il disancoramento dai valori costituiti, la confusione, il disordine, l’insicurezza e l’incertezza del futuro”, afferma Denis Curti, curatore insieme a Reiner Opoku della mostra.
L’autore si impossessa di soggetti classici della storia dell’arte e li restituisce con le caratteristiche estetiche proprie della sua visione; così per la citazione michelangiolesca della Cappella Sistina da cui trae Deluge (2006), tra i primi lavori di grande formato, insieme di allegoria barocca e teatralità statica del neoclassicismo. Una graffiante critica sociale in cui l’artista inserisce tra le persone in balia della tempesta simboli del sistema internazionale: il Caesars Palace, noto casinò di Las Vegas, il Burger King, il marchio Gucci e la catena commerciale di caffè Starbucks. A Deluge seguirono After the Deluge: Cathedral, Museum e Statue (2007).
Trae ispirazione anche dal dipinto Venere e Marte di Botticelli, che raffigura i protagonisti dopo il rapporto sessuale: mentre Venere, dea dell’amore, ha lo sguardo malinconico, Marte, dio della guerra, dorme un sonno spossato e, privato delle armi, simboleggia la sua totale arresa davanti all’amore. Amore e bellezza da una parte in contrasto con la violenza e la guerra. Ecco allora Rape of Africa (2009), in cui Naomi Campbell è una Venere ambientata nelle miniere d’oro dell’Africa, un continente le cui risorse naturali sono state e continuano ed essere violentate e saccheggiate. E ancora…
Fino alle opere più recenti, realizzate prima e durante il lockdown, nella foresta pluviale e incantata di Maui, isola dell’arcipelago delle Hawaii, da qualche anno rifugio di LaChapelle: un inno alla natura incontaminata. Così, tra le altre, Staircase to Paradise (2020), dove la scala che gira intorno a una figura eterea ispirata alla Vergine Maria rappresenta un percorso verso il paradiso.
Lavori lontani da quelli dedicati alla vulnerabilità del pianeta, o all’azione distruttiva del lusso sfrenato e del consumismo, o ai tomenti della nostra epoca; immagini di pace, silenzio, che si fanno portatrici di una proposta salvifica, sapientemente catturate dagli occhi di un abilissimo regista e di uno sceneggiatore visionario.
“David LaChapelle. I believe in miracles” MUDEC – Museo delle Culture - Via Tortona 56 - Milano 22 aprile - 11 settembre 2022 Orari: Lun 14.30 ‐19.30 | Mar, Mer, Ven, Dom 09.30 ‐ 19.30 | Gio, Sab 9.30‐22.30 Ingressi: intero € 15 - ridotto € 13 Catalogo edito da 24 ORE Cultura www.mudec.it |
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