Tesla, Musk contro lo smart working: "Licenziato chi non viene in ufficio"
Il magnate sudafricano ha scritto che “chiunque desideri lavorare da remoto deve essere in sede almeno per 40 ore a settimana”
Musk attacca lo smart working
Elon Musk non si smentisce mai. Il patron di Tesla questa volta se la prende con lo smart working e con il desiderio di alcuni di continuare a lavorare da casa. Un trend che in molte multinazionali, specie della Silicon Valley è ormai dato per acquisito, tanto che molte aziende hanno sviluppato policy di lavoro ibrido a supporto dei dipendenti. Non Musk, però. Il quale ha ordinato ai dipendenti di tornare in ufficio a tempo pieno, mettendo alla porta gli scontenti e invitandoli a “fingere di lavorare da un’altra parte”. In una mail, inoltre, il fondatore di Tesla ha scritto nero su bianco che “chiunque desideri lavorare da remoto deve essere in ufficio per un minimo (e intendo minimo) di 40 ore a settimana o lasciare Tesla. Questo è meno di quanto chiediamo agli operai”.
E poi senza mezzi termini, ha detto: "Se non vi presentate, penseremo che vi siate dimessi". "Se ci sono collaboratori particolarmente eccezionali per i quali questo è impossibile, esaminerò e approverò direttamente queste eccezioni", ha poi aggiunto il manager. Inoltre, l'"ufficio" deve essere un ufficio principale di Tesla, non una filiale remota non correlata alle mansioni lavorative". Il suo messaggio è diventato virale su Internet, e anche su Twitter sono circolate alcune schermate del suo messaggio. E inevitabilmente, è scattata la polemica.
La Faa non approva (ancora) la nuova navicella di Elon Musk
Sarà forse che l’imprenditore è anche nervoso, visto che la Federal Aviation Administration (FAA) ha rinviato al 13 giugno la valutazione ambientale del programma proposto da SpaceX per la navicella spaziale Starship e il razzo Super Heavy a Boca Chica, in Texas. Il fondatore di SpaceX Elon Musk ha dichiarato a febbraio di essere "fiducioso" che la sua nuova astronave, progettata per viaggi verso la Luna e Marte, raggiungerà l'orbita terrestre per la prima volta quest'anno. In caso di bocciatura il miliardario sudafricano ha comunque un piano di riserva: spostare l'intero programma Starship al Kennedy Space Center di Cape Canaveral, in Florida, dove SpaceX ha già ricevuto l'approvazione ambientale.