Formigli "snobbato" dal Cdx si lamenta, ma sul collega Giletti non dice nulla
Formigli: "Un problema per la democrazia che nessun esponente di FdI e della Lega accetti di venire a Piazzapulita", e intanto a La7 silurano Giletti...
Piazzapulita, l’ironia del destino è sempre in agguato: Formigli non ha detto nulla, a proposito di libertà di stampa, della cacciata di Massimo Giletti, conduttore di “Non è l’Arena” proprio da La 7
Si era ancora in un clima Pasquale o quasi quando giovedì scorso è comparso Corrado Formigli che conduce “Piazzapulita” su La 7, in versione lamentosa ed ha così esordito: "Per rispetto verso chi ci guarda, vorremmo chiedere a Meloni e Salvini le ragioni per le quali nessun esponente di Fratelli d’Italia e della Lega accetti di partecipare a Piazzapulita".
Poi Formigli apre le cataratte dello sfogo: "Questo è un grande problema della democrazia e chiedo al ministro Salvini e al premier di spiegare i motivi. Voglio sapere perché nemmeno i consiglieri comunali possono partecipare a questo talk".
La domanda del conduttore però non tiene conto che forse i politici di centro – destra non vanno al “suo” talk (e non tutti) ma sono sempre presenti su La 7. Tuttavia l’ironia del destino è sempre in agguato e così Formigli non parla, a proposito di libertà di stampa, della vicenda che proprio allora stava deflagrando e cioè la cacciata di Massimo Giletti, conduttore di “Non è l’Arena” proprio da La 7.
Ora, quello che sia successo veramente sulla vicenda Giletti non è ancora dato di sapere, ma resta il fatto che le ultime puntate centrate sulla vicenda di Matteo Messina Denaro sono state particolarmente incisive, con la rivelazione di fatti e particolari che hanno mostrato comunque un ottimo giornalismo investigativo come del resto è anche quello di “Report” condotto da Sigfrido Ranucci.
Fomigli: "Meloni e Salvini, boicottare Piazzapulita lede il pluralismo informativo". IL VIDEO
Ora, con tutto il rispetto, la trasmissione di Formigli non è sullo stesso livello e non si mostra particolarmente innovativa e stimolante per i telespettatori ma anche per gli ospiti, che spesso sono politici.
E veniamo al punto e cioè che i politici del centro – destra boicotterebbero Formigli. Intanto l’affermazione è quantomeno audace visto che qualche giorno prima è stato ospite da lui proprio il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, poi se altri politici non vengono è segno che gli argomenti e la modalità con cui Formigli li tratta supera i limiti della fisiologia naturale per un conduttore da sempre schierato politicamente con un’altra parrocchia.
Formigli forse non ricorda che in campagna elettorale appoggiò l’inchiesta lunare di Fanpage (e non è la prima volta) su una presunta “lobby nera”, vicenda poi per cui fu chiesta l’archiviazione dalla Procura di Milano senza che il Formigli ne desse poi la stessa rilevanza. E questo è l’esempio più eclatante che forse può aiutare Formigli stesso a capire.
Ma torniamo al presente. Che l’argomentazione di Formigli sia debole lo dimostra subito un fatto: i politici di centro – destra boicottano –dice il conduttore- la “sua” trasmissione ma non La 7. Quindi non si tratta di un editore ostile, perché dopo tutto Urbano Cairo fa il suo mestiere che è quello di fare l’editore abbastanza puro, nel senso che ha messo su obiettivamente in poco tempo una bella corazzata mediatica con il Corriere della Sera e appunto La 7, che si è dovuta insinuare tra De Benedetti, Agnelli e Berlusconi e lo ha fatto bene.
Il problema evidentemente –dicevamo- è proprio con lui e come conduce il programma obiettivamente troppo sbilanciato, puntuto e fazioso, che non garantisce la par condicio sui tempi. E poi la lagna mediatica –diciamolo francamente- non solo non tira ma irrita lo spettatore e ricorda le uscite piagnucolanti di autodifesa di Soumahoro che non furono molto bene accolte dal pubblico ed anzi segnarono la sua rovina mediatica.
Un giornalista reagisce sul campo e non cerca la sua “piazza” e l’ ”effetto Calimero”, visto che oltretutto rischia per proteggere il suo programma di danneggiare invece la sua Rete e suoi colleghi, cioè La 7, che potrebbero poi scontare reazioni che non meritano. Pensiamo che Gruber e Mentana non abbiano preso bene l’uscita di Formigli e neppure il suo editore Cairo.