Giletti, l'arresto retrodatato di Di Maggio e il generale Delfino. Il covo

Il conduttore ai pm ha rivelato fatti inediti. I misteri del Lago d'Orta dove "convivevano" mafiosi e istituzioni dello Stato. La7 e Cairo hanno avuto paura

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Caso Giletti, i misteri del lago d'Orta e l'autista di Totò Riina

Continua a tenere banco e a far discutere lo stop improvviso alla trasmissione di La7 "Non è l'Arena". Accertato ormai che Massimo Giletti nelle prossime puntate si sarebbe dovuto occupare di mafia, con indiscrezioni inedite su Berlusconi, Dell'Utri e le stragi del 1992-93, ora si è scoperto ancora di più. Davanti ai pm - si legge sul Fatto Quotidiano - Giletti racconta: "Baiardo sosteneva che Di Maggio fosse stato arrestato intorno al 26 dicembre 1992 e non il 7-8 gennaio 1993, e che una persona molto importante delle istituzioni lo aveva avvisato in questi giorni di festa dell'arresto, tant’è che lo disse subito a Graviano”. Chi era questa persona delle istituzioni? “Abitava vicino al lago d'Orta" ha detto il conduttore, riportando le parole di Baiardo. Che dunque ci ha tenuto a retrodatare l’arresto di Di Maggio, esattamente come aveva già fatto Graviano nel 2017, quando lo intercettano in carcere, e poi nel 2020, al processo ’Ndrangheta stragista. Davanti ai pm di Reggio Calabria, il boss ha detto di essere stato a conoscenza della presenza di Di Maggio nella zona del lago d’Orta.

Dice Massimo Giletti - prosegue il Fatto - che Salvatore Baiardo gli parlò dell'arresto di Balduccio Di Maggio. Prima di fargli vedere la foto in cui, a dire di Baiardo, compaiono Silvio Berlusconi, Giuseppe Graviano e il generale Francesco Delfino, l’uomo che ha "predetto" la fine della latitanza di Matteo Messina Denaro gli parlò di un altro arresto clamoroso: quello dell'autista di Totò Riina, l’uomo che trent’anni fa portò i carabinieri a prendere il capo dei capi di Cosa nostra. La possibile esistenza del fantomatico scatto, su cui si sono concentrate le ricerche della Dia, potrebbe illuminare di una luce nuova alcune delle vicende più misteriose della stagione delle stragi. E non solo perché potrebbe provare i rapporti tra Berlusconi e il boss di Brancaccio, mai dimostrati e sempre negati dall'uomo di Arcore.

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