Grandi rosicate in Rai per il defenestramento di Aprile e Bottura

La parte "rossa" della televisione pubblica si scaglia ferocemente contro il ritorno in Rai dell'ex presidente Marcello Foa

Di Giuseppe Vatinno
MediaTech

Rai, l'ex presidente Foa nuova star di Radio Uno. La sinistra dà il via alla protesta

La notizia che Marcello Foa, ex Presidente Rai ai tempi del governo giallo – verde tornerà in Azienda non ha fatto in tempo a divenire nota che già è partito il riflesso patellare. Qualche settimana prima vi erano state addirittura proteste sui social per il mancato rinnovo del programma su Rai Radio 1 di Luca Bottura e Marianna Aprile, peraltro giunti regolarmente a fine contratto.

Subito Sandro Ruotolo, responsabile Informazione del Pd, il MinCulPop rosso, era intervenuto: "Ecco la new entry nella Rai meloniana: Marcello Foa ex presidente della Rai, negazionista della crisi climatica a cui la destra affida la mattina di Radio Uno. Questa Rai di governo apre i microfoni a chi insulta il capo dello Stato e caccia via chi non la pensa come loro". Come se quando governava la sinistra non ci fosse stata terra bruciata intorno alla Rai.

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Notare che ormai “negazionista della crisi climatica” sia considerato un epiteto con cui insultare, non tenendo conto della complessità delle equazioni differenziali non lineari alle derivate parziali che regolano un fenomeno ancora complesso che c’è ma non si sa ancora quale sia la sua componente antropica, come ha anche detto recentemente Franco Prodi, fratello di Romano e quindi non un pericoloso avanguardista del ventennio.

Repubblica invece va sul classico e titola: “Rai, fuori Bottura e Aprile: la destra affida la mattina di Radio 1 al sovranista Foa”. Dunque, l’utilizzo del termine “sovranista” è anche qui paragonato a insulto dalla (scarsa) intellighenzia di via Cristoforo Colombo. Open, che fa scrivere gente come il bufalaro David Puente, copia Molinari: “Il sovranista Marcello Foa verso il ritorno in Rai”.

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E non potevano mancare loro, il mitico sindacato Rai, soviet di Viale Mazzini, l’UsigRai: “Già presidente Rai, si è fatto notare per le posizioni che negano il cambiamento climatico, per aver pubblicato e rilanciato fake news (ad esempio Hilary Clinton che avrebbe partecipato a cene sataniche, ma basta una veloce ricerca su internet per trovarne molto altre) e non da ultimo per gli attacchi social al presidente della Repubblica, per il quale espresse disgusto”. Quindi anche qui torna “l’accusa” di negazionismo che i Verdi e Bonelli vogliono far diventare reato.

Siamo in piena “dittatura smeraldo”, con il tipico clima di intimidazione da regime sovietico. Interessante anche la nuova fattispecie penale di “disguttismo” per il presidente della Repubblica e le “cene sataniche della Clinton”, note peraltro perché c’era poco ketchup e i cosciotti umani erano insipidi, come si lamentò un Obama indignato e fuori di sé per il conto salato.

Si agita scomposto un nemico storico di Foa, il mitico consigliere Riccardo Laganà, “Capotecnico in Elettronica e Telecomunicazioni”, che rappresenta i “dipendenti Rai”: “Il codice etico Rai non può essere interpretato e applicato all’occorrenza. Se i tweet di Saviano hanno comportato il blocco di ‘Insider’, stesso metro dovrebbe esser utilizzato per giudicare note pubbliche di ogni altro collaboratore. Altrimenti non è più un codice, ma un pretesto”.

“Bravo, bene, bis” direbbe Petrolini, ma Laganà si dimentica naturalmente di citare Filippo Facci, ugualmente giubilato dalla stessa “Rai fassista”. Trattasi di “pretesto” anche in quel caso? Insomma, la Rai rossa e il suo popolo sono in ambasce per la scomparsa del duo.

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Così si esprimeva elegantemente Bottura dopo aver realizzato, invero un po’ tardivamente che doveva sbaraccare, dopo che il portiere non lo salutava più: "Nessuno ha comunicato il mancato rinnovo, e non c'è problema. Ogni calcio in culo che ho ricevuto mi ha rassodato le chiappe, vediamo se funziona anche con quelli fantasmatici".

Siamo contenti per lui e Vladimir Luxuria sarà roso dall’invidia. Le “chiappe ben rassodate” presentano un valido usbergo non solo per la vita professionale ma anche per quella privata. L’ha presa meglio Marianna Aprile, che almeno non è scaduta nella citazione delle terga, che però non sembra restata certamente a secco di programmi visto che sta pure su La7. Bisogna pure lasciare qualcosa agli altri se no si prezzemola e basta.

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