Lucarelli contro Ambra: "Lavoro minorile? Ma se era a Non è la Rai a 14 anni"

La giornalista: "Meloni sarà contenta. Ha difeso Crosetto e banalizzato sulle donne. Svolta a destra, ha fatto rimpiangere la Santanchè"

Redazione
Ambra Angiolini
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Lucarelli massacra Ambra per il Concertone: "Svolta a destra"

A Selvaggia Lucarelli la conduzione del Concertone di Ambra Angiolini non è piaciuta per niente e ha ironizzato così: "Svolta a destra. La conduttrice ha fatto rimpiangere persino la Pitonessa (la Santanchè ndr)". Ambra che parla di alternanza scuola-lavoro e di come sia stato ingiusto rubare il futuro a un giovane di 18 anni (Lorenzo, morto in alternanza scuola lavoro) che doveva solo andare a scuola. Considerato - scrive Lucarelli sul Fatto Quotidiano - che Ambra ha iniziato a lavorare a Non è la Rai a 14 anni dalle 11 del mattino fino alle sei del pomeriggio, sarebbe stato più interessante ascoltare la sua esperienza più che la sua predica, ma poi sono saliti sul palco i genitori di Lorenzo con la loro incrollabile dignità e il momento è stato toccante". Bordate anche sulla questione Rovelli-Crosetto. "Evidentemente, mentre Rovelli parlava, Ambra riceveva sul cellulare qualche messaggio di protesta da chi conta qualcosa più della Cgil e quindi, rientrata in scena, precisava stizzita: “Qua non c’è censura, quando invitiamo i nostri ospiti lasciamo loro la libertà di esprimere la loro opinione. Ma ci dovrebbe essere un contraddittorio...". La Lucarelli l'attacca anche sulla questione del lavoro.

Insomma, secondo Ambra Angiolini - prosegue il Fatto - le parole non sono importanti, basta il giusto stipendio. O ignorare la questione identità di genere e continuare a usare le desinenze maschili pure riferendoci a chi si sente donna e viceversa (e però Ambra non perde occasione per indossare il maglioncino o la spilletta arcobaleno). Nessuno le ha mai spiegato che l’inclusività passa prima di tutto attraverso il linguaggio, e che la prima forma di discriminazione e di rivendicazione del predominio maschile è proprio questa resistenza a consegnarci la nostra identità. Eppure fu proprio lei, anni fa, a raccontare quanto una parola di Aldo Grasso la ferì a morte, a spiegare alla sua generazione quanto le parole scrivano la realtà. Definiscano. Facciano vivere o sparire. Insomma, davvero un brutto primo maggio quello di Ambra Angiolini, ma di sicuro Il presidente Meloni sarà contento. O contenta. Decida Ambra.

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