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Rai, dopo Sanremo tocca al Concertone. Insofferenza della Dx: voci di chiusura

Il ministro Sangiuliano: "Non è stata una bella pagina". Non è piaciuto l'intervento anti-Crosetto del fisico Rovelli

Rai, la destra ha messo nel mirino il Concertone. Cosa cambia

Il Concertone del primo maggio non è piaciuto al governo e ora è finito nel mirino della destra anche l'evento della festa dei Lavoratori dopo Sanremo. Il concertone lo vedremo ancora in tv tra un anno? Ha fatto uno share dell’undici per cento, incollando davanti agli schermi quasi due milioni di telespettatori, ma - si legge su Repubblica - la destra al potere non nasconde la sua insofferenza. "Non è stata una bella pagina", ha commentato il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. C’è sempre un Fedez che disturba. Stavolta non avevano fatto i conti con il fisico Carlo Rovelli, che ha tirato in ballo il ministro della Difesa Guido Crosetto, già presidente della Federazione aziende italiane per l’aerospazio: "È stato vicinissimo a una delle più grandi fabbriche di armi nel mondo, Leonardo", ha spiegato. Crosetto ieri lo ha invitato a pranzo, "così vedrà cosa faccio ogni giorno per cercare la pace e fermare la guerra". Rovelli ha declinato, ringraziando: "Vorrei che se ne discutesse nel Paese, non a cena in due".

Ora i rumours di viale Mazzini - prosegue Repubblica - dicono che il concertone rischia di finire nella mannaia del "nuovo immaginario italiano", a cui Sangiuliano lavora alacremente da mesi. Il concertone si tiene dal 1990. E anche agli esordi faceva infuriare i potenti. Elio e le storie tese nel 1991 con la canzone Sabbiature tirarono in ballo Andreotti, il golpe Borghese, Tanassi, Gui, la P2, Remo Gaspari, Nicolazzi, il presidente della Rai Manca. Insomma, una lezione di sarcasmo a un anno dallo scoppio di Tangentopoli. Apparve a canzone in corso Vincenzo Mollica: "Stiamo passando dalla Rete tre alla rete due?", lo si sentì domandare. Si parlò di censura.