Mediaset, con la morte di Silvio è arrivato il momento giusto per vendere

Che cosa accadrà alla "galassia Berlusconi" dopo la scomparsa di Silvio? Lo spiega ad Affaritaliani.it l'analista Aldo Martinale

di Lorenzo Goj
MediaTech

Mediaset, con la morte di Silvio è arrivato il momento giusto per vendere

“Con la morte di Silvio, non è scontato che gli eredi mantengano il controllo di Mediaset”. La scomparsa di Berlusconi ha segnato la fine di una vera e propria era per il nostro Paese. Amato, ma anche odiato, il Cavaliere ha lasciato un'impronta indelebile soprattutto sull’economia italiana.

Sono tre le grandi realtà appartenenti alla sua “galassia”: Mediaset, Mondadori e Banca Mediolanum. Ma che cosa ne sarà di questi colossi e quali sono gli scenari più probabili per il gruppo nei prossimi mesi? Per capirne di più, Affaritaliani.it ha interpellato Aldo Martinale, Portfolio Manager della società di gestione risparmi Symphonia.

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“Il core business di Mediaset, basato sulla raccolta pubblicitaria, è tra i più difficili da far funzionare”, spiega l’esperto. “La competizione ormai è spietata e non è detto che gli eredi di Silvio vogliano rischiare e mantenere la gestione dell’azienda. Quello della televisione è inoltre un settore che evolve a una velocità tale che, probabilmente, tra qualche anno le generazioni non guarderanno neanche più la televisione, dando vita così a forme inedite di advertising”.

Ma se si tratta di un business così complicato da far stare in piedi, perché in questo momento, a 24 ore dalla scomparsa del suo fondatore, il titolo di Mediaset (ora diviso in Borsa in Mfe A e Mfe B) continua a lievitare?

“Il mercato si aspetta un’operazione straordinaria dalla società e si muove di conseguenza. Che si tratti di vendere tutto o di consolidarsi in Europa (tra ProSiebenSat e Mediaset Espana), l’azienda non può stare ferma e il mercato lo sa. Il Biscione deve profondamente cambiare il suo modello di business”. Ma quando potrebbe avvenire, dunque, questa rivoluzione? “Penso che già entro l’anno potremo assistere a un cambiamento”, dice Martinale.

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Ma non è tutto. “A mio parere, altri player internazionali hanno già pensato, se non addirittura tentato, di presentare delle offerte per Mediaset, ma la figura di Silvio potrebbe aver spaventato gli interessati”, ipotizza l’analista. “Ora, invece, con la sua scomparsa - continua - potrebbe essersi finalmente palesato il momento giusto per vendere il gioiellino fondato nel 1993”.

“Comunque - precisa l’esperto - vendendo in questo momento i Berlusconi guadagnerebbero molti meno soldi rispetto al passato. Il business della televisione, e soprattutto quello di Mediaset, è ormai troppo intricato e il mercato l’ha definitivamente bollato come poco attraente. Il valore di questo asset è profondamente cambiato in peggio”.

Ben diverso, invece, il discorso per Mondadori. “Se il mercato avesse fiutato la possibilità di un qualche tipo di operazione straordinaria da parte della casa editrice, se ne sarebbe accorto generando una crescita del titolo più importante e simile a quella di Mfe”, spiega il Portfolio Manager. “Invece - continua - il titolo in Borsa sta guadagnando nettamente meno”.

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Una situazione piuttosto lineare, dunque, quella di Mondadori. “I Berlusconi hanno molte meno cose di cui preoccuparsi e aree sulle quali intervenire. Non serve, per ora, che si concentrino anche sullo stravolgere la casa editrice”.

Infine, Mediolanum. “Anche la banca, a mio parere, avrebbe bisogno di far muovere di più il proprio business model. Ma non credo, anche in questo caso, che avverranno particolari stravolgimenti”, spiega Martinale. “Infatti”, continua, “Banca Mediolanum proviene già da un altro lutto molto importante, gestito, però, in maniera lineare”, conclude l’esperto.

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