Meta nella black list di Putin: "Organizzazione terrorista ed estremista"

La Federazione russa ha designato il colosso americano guidato da Mark Zuckerberg come organizzazione “terrorista ed estremista”

Mark Zuckerberg
MediaTech

Meta dichiarata ufficialmente un'attività terrorista, la "guerra" tra la galassia di Zuck e lo zar russo 

Continua la guerra mediatica a distanza tra il presidente russo Vladimir PutinMark Zuckerberg, fondatore e creatore dell'universo Meta: dopo gli ultimi botta e risposta avvenuti a marzo, la Federazione russa ha ufficialmente designato il colosso americano come organizzazione "terrorista ed estremista".

La querelle nasce quando, a nemmeno un mese dall'inizio del conflitto tra Russia e Ucraina, un tribunale russo aveva dichiarato Meta come un'attività "estremista", bloccando su tutto il territorio della Federazione, in via definitiva, i suoi due social di punta: Instagram e Facebook.

Dietro la "sentenza" russa vi era la decisione da parte di Meta di allentare la censura dei post violenti, che incitavano all’uccisione degli invasori e i loro capi. In quell'occasione, l’ambasciata della Russia negli Stati Uniti aveva chiesto a Washington di porre un freno alle "attività estremiste" del gruppo di Zuckerberg. "Chiediamo di fermare le decisioni estremiste di Meta e prendere misure per portare i responsabili di fronte alla giustizia", si leggeva in un tweet pubblicato dal profilo dell’ambasciata. 

Dopo mesi di botta-risposta e censure, Meta è stata così classificata dal servizio di monitoraggio finanziario russo tra le organizzazioni “terroristiche ed estremiste”. Una mossa dura e decisa che rafforza esplicitamente il rischio di procedimenti legali contro i suoi utenti nel Paese, oltre che lo stop ufficiale dei servizi forniti da Meta, inclusi WhatsApp e Instagram. Secondo la società di informazione Interfax i russi non avranno infatti più accesso a queste piattaforme. Ora, la holding di Mark Zuckerberg figura di fatto nella lista riservata a gruppi come i talebani e lo Stato islamico, e in seguito allungata dai Testimoni di Geova e dal blogger anti Cremlino Alexei Navalny.

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