Odg, presentata alla Camera proposta per la riforma della professione

Punto qualificante: laurea magistrale in Giornalismo richiesta ai professionisti e una laurea triennale per i pubblicisti. La svolta

di Redazione Mediatech
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Presentata alla Camera la bozza di riforma della legge sull’Ordine dei giornalisti

Per il momento è solo una bozza di proposta di legge, ma è stata approvata all’unanimità dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti che spera ora nella unanimità del Parlamento per una sua rapida approvazione.

La bozza – ricorda Adnkronos – è stata presentata oggi in una conferenza stampa a Montecitorio. Punto qualificante: laurea magistrale in Giornalismo richiesta ai professionisti e una laurea triennale per i pubblicisti, mentre oggi per entrambi basta addirittura una licenza di scuola media; prevedendo anche un regime transitorio.

Per Federico Mollicone, presidente della commissione Cultura della Camera dei deputati, “questa proposta di legge è innovativa e coraggiosa, un buon punto di partenza per il dialogo fra la categoria dei giornalisti e il legislatore, che verso il mondo del giornalismo deve dimostrare di assumere un impegno concreto. Per questo – annuncia – presto audiremo in commissione parlamentare i rappresentanti dell’Ordine dei Giornalisti”.

Come scrive Primaonline, dal suo canto, Carlo Bartoli presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti osserva che “presentiamo solo una bozza e non una proposta di legge predefinita, come elemento di rispetto nei confronti del Parlamento, da cui ora attendiamo spunti e indicazioni. La speranza è che all’unanimità registrata nel Cnog faccia riscontro una proposta di legge unitaria firmata almeno da un esponente di ogni gruppo parlamentare, in modo da assicurare un cammino spedito in aula”.

Ribadisce Bartoli, affiancato da Riccardo Arena e Nicola Marini dell’OdG: “Vogliamo la qualificazione del lavoro giornalistico, cui servono certamente esperienze e conoscenze ma anche un corredo culturale di livello universitario; e anche una modifica nell’ambito delle sanzioni disciplinari. Dopo 60 anni, la legge 69 del 1963, votata quando ancora non esisteva Internet, va radicalmente modificata. Allora vivevamo in un altro mondo, era un altro pianeta…”.

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