Rai in crisi, avanza il nome di Chiocci come ad. La mossa segreta di Meloni

Tra i due litiganti Roberto Sergio e Giampaolo Rossi potrebbe spuntarla il terzo "incomodo", l'attuale direttore del Tg1

di Redazione Mediatech
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Gianmarco Chiocci, direttore dell'AdnKronos
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Rai in crisi, la lotta interna tra i vertici e il possibile ribaltone

La Rai é sempre più in difficoltà, i nuovi programmi non fanno buoni ascolti e i conti sono sempre più in rosso, complice anche la decisione del governo Meloni di decurtare il canone, che passerà dagli attuali 90 € a 70. Intanto - si legge su Il Foglio - sembra essere iniziata anche una guerra interna tra i vertici. L’amministratore delegato, l’ex democristiano Roberto Sergio, contro il direttore generale meloniano Giampaolo Rossi? E chi lo sa. Entrambi smentiscono, e sanno anche essere convincenti, ma dentro l'azienda, nel cda e pure in Parlamento non si parla d’altro. Ovvero di due fazioni e due partiti dentro il palazzone di viale Mazzini. Sarebbe bastato, lunedì sera, osservare chi andava alla presentazione del libro di Angelo Mellone, direttore del Day time Rai e una vita da intellettuale di destra, e chi invece quasi allo stesso orario ma in un altro luogo della capitale è andato alla presentazione del film di Roberto D’Agostino prodotto dalla Rai, per avere quasi conferma - come si suol dire: plastica – di questa sensazione. Com’è noto questi piccoli grandi eventi di presenzialismo romano "parlano".

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Tuttavia - prosegue Il Foglio - come sempre capita, anzi come recita l’adagio: "Tra i due litiganti il terzo gode". Sicché nei cunicoli di Viale Mazzini, in quei corridoi che sembrano un alveare, alcuni sono convinti che a giugno, quando Sergio dovrà lasciare, a fare l’amministratore delegato sarà... Gian Marco Chiocci, l’attuale direttore del Tg1. Né Sergio né Rossi, dunque. Giorgia Meloni vorrebbe completare il quadro nominando Rossi, ma persino la Lega si agita e già lascia intendere di avere cattive intenzioni: veti e ostruzionismo. A quel punto la premier che farà? E sono malizie diaboliche, certo. Veleni, spifferi, che poco attirano il lettore medio d’un giornale, ma che pure accendono d’interesse il corpo di bestia della Rai e la politica. Di Chiocci parlano tutti bene, perché ci sa fare, è un bravissimo giornalista e ha pure intervistato il Papa, malgrado anche il suo Tg1, come il resto della Rai, non se la passi benissimo: ha perso due punti di share rispetto all’anno scorso. Ma la sua principale qualità sarebbe quella di essere il terzo nome.