Travaglio e il Fatto Quotidiano condannati a risarcire Renzi per 80 mila euro

Nel mirino ben 14 pezzi sull'ex premier apparsi sul quotidiano. “Una vera e propria campagna denigratoria”, riporta il dispositivo della sentenza

di Redazione
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Renzi, Travaglio e il Fatto Quotidiano condannati a risarcirlo per diffamazione per 80 mila euro

Marco Travaglio e il Fatto Quotidiano, il giornale che dirige, sono stati condannati a risarcire per oltre 80 mila euro Matteo Renzi per diffamazione. A dare la notizia tramite i profili social è stato lo stesso leader di Italia Viva che ha così dichiarato chiuso uno dei contenziosi aperti con il giornalista.

L’annuncio di Renzi

“Stamani Marco Travaglio e Il Fatto Quotidiano sono stati condannati a risarcirmi ottantamila euro più le spese e gli interessi – ha scritto l’ex premier – per avermi ripetutamente diffamato. Per anni ho subito in silenzio, sbagliando. La condanna di oggi azzera le sofferenze per il passato ma pone una domanda agli addetti ai lavori della comunicazione: come può un diffamatore seriale che ha una collezione record di condanne continuare a fare la morale agli altri tutti i giorni in TV? Mistero. Intanto un pensiero alla mia famiglia che ha dovuto subire il peso di tutte le infamie e a tutti gli amici che non ci hanno mai abbandonato”, ha concluso Renzi.

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Nel mirino, come riporta Open, ben 14 pezzi su Renzi apparsi sul Fatto. “Una vera e propria campagna denigratoria”, riporta dispositivo della sentenza, di “eccezionale gravità, per la quale è prevista una condanna risarcitoria in misura superiore ad 50.000,00 euro. A pesare anche gli “appellativi offensivi” citati dal denunciante come ‘Bullo’, ‘Ducetto’, ‘Cazzaro’, ‘Mollusco’, ‘Disperato’, ‘Caso umano’, ‘Mitomane’, ‘Stalker’, ‘Cozza’, ‘Criminale’”.

La campagna diffamatoria – spiega il giudice della seconda sezione civile del Tribunale di Firenze – è attribuibile “ai soli convenuti Marco Travaglio e alla Società editoriale il Fatto S.p.A., in solido tra loro, poiché deve ascriversi anche questa volta alla linea editoriale del quotidiano, più che ai singoli autori degli articoli”.

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