Vaccini, Sallusti e l'equilibrismo nel Cdx: accuse allo "sciacallo" Speranza

Il direttore di Libero difende il vaccino anti-Covid nonostante lo scetticismo diffuso all'interno del Centrodestra

Di Giuseppe Vatinno
MediaTech

Covid e vaccini, Sallusti difende il siero e accusa Speranza sulla gestione della pandemia

Alessandro Sallusti, direttore di Libero, ha avuto sempre le sue idee che non sempre hanno risuonato completamente con quelle della sua parte politica. E quando c’è stato da prenderne le distanze lo ha fatto. Ad esempio, per quanto riguarda i vaccini anti – Covid, la sua posizione si distingue nettamente nell’ambito del centro – destra.

Intendiamoci, non è che Giorgia Meloni sia una pericolosa No – Vax e in tal senso ha proposto una visione moderata e cioè per il futuro niente più Green Pass e chiusure –come avvenuto in passato- e libertà di scelta vaccinale. Questa è anche la posizione di Sallusti che la porta avanti fin dall’inizio ed è però particolarmente critico con i negazionisti del virus e i No Vax militanti, pur sapendo che molti di loro votano a destra.

Infatti, come in tutte le cose, è necessario un equilibrio e capacità di discernimento proattivo. La scienza deve essere una guida ma anche in questo campo occorre fare poi la tara ai molti interessi che ruotano intorno a quella che è chiamata Big Pharma e nel tempo si è potuto constatare che se c’è qualche possibilità di fare soldi allora si fanno, magari amplificando pericoli reali o solamente percepiti.

Inoltre, è vero che i vaccini hanno salvato milioni di vite ma ormai è anche assodato che gli effetti collaterali ci sono eccome. Qualche giorno fa, proprio su Libero, Sallusti ha inviato una ideale missiva all’ex ministro della Salute Roberto Speranza inquadrando bene il substrato di fondo e cioè l’ideologia che avvolge e permea le scelte politiche dei regimi, in questo caso l’anacronistico regime cinese.

Il direttore parla dei disastri di Chernobyl e dell’inadeguatezza del regime sovietico a gestire l’emergenza come ora il regime cinese a gestire il Covid. Il fil rouge (è il caso di dirlo) che connette e collega Russia e Cina è il comunismo, “il dio che ha fallito”, una ideologia che in nome degli ideali proponeva il paradiso in Terra ma che per l’inevitabile eterogenesi dei fini ha prodotto solo l’inferno.

Quindi se la Cina sta preparandosi a reinfettare per la seconda volta l’Occidente la colpa è proprio del comunismo e dei vaccini farlocchi che in un regime di non competitività economica è riuscito a produrre. Si rivolge quindi direttamente all’ex ministro:

“Adesso salta fuori quello sciacallo di Speranza, ex ministro della Salute, a dire che quello che sta succedendo è colpa del governo Meloni, che sul Covid, come noto, non ha toccato palla essendosi insediato a questione risolta. Egregio signor Speranza, il problema non è la Meloni ma il comunismo, cioè il problema è lei che ancora crede in quella ideologia di morte e arretratezza scientifica. Fin dall'inizio di questa vicenda la sinistra italiana ha commesso un mare di errori, almeno abbia il buon gusto di tacere che a cavare le castagne dal fuoco anche stavolta toccherà all'Occidente liberale e capitalista”. 

Meloni non ha niente a che fare con il nuovo “pericolo giallo”, mentre Speranza di responsabilità, per ora solo politiche, ce ne ha molte, infatti la Procura di Bergamo sta indagando per epidemia colposa, tanto per dirne una. Ricordiamoci delle intercettazioni in cui un alto dirigente diceva, come mostrato da Report, che l’OMS era una “consapevole foglia di fico” per il governo Speranza, tanto per dirne un’altra.

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