Alcol, la generazione Zeta è astemia perchè bere non è più di moda
Tanti gli studi che confermano la tendenza del giovani Centennials
Alcol, la generazione Zeta libera dal bere alcolici
Incredibile ma vero, la generazione Zeta, quella fra i 18 e i 22 anni sembra essere la più free-alcol di sempre e sembra voler tutelare la propria salute a base di acqua frizzante ed energy drink. Tutto questo secondo un recente studio internazionale sull'HBSC, sostenuto dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). I risultati indicano che li adolescenti bevono meno dei giovani a loro precedenti: l'8% beve alcolici ogni settimana, un terzo di quelli che avevano la loro età nel 2006. Soprattutto però il 76% ritiene che bere 5 o 6 drink nel fine settimana possa far male alla salute. Pure un altro studio del Regno Unito rileva che per i giovani Zeta è “cool” essere astemi e ben il 26% non beve alcolici contro il 15% della generazione precedente. E pure negli Stati Uniti si osserva questo trend . Nel 2020, nel cluster degli studenti universitari, gli astemi sono cresciuti dal 20% al 28% in un decennio. E di coloro che provano l'alcol, il 27% lo consente solo una volta al mese e il 25% lo beve una volta alla settimana.
Alcol, Minful Drinking, per smettere di pensare al bere come abitudine
Il termine Mindful Drinking, creato dalla giornalista inglese Rosamund Dean ha creato ha fatto proseliti. Nel libro si spiegano le strategie per smettere di intendere il consumo di alcol come un'abitudine e un obbligo sociale. Chi segue questa tendenza beve due o tre volte a settimana. Non beve sul lavoro e nemmeno alla sera nei momenti di relax. I Centennials sono sobri e lo evidenziano soprattutto sui social dove sta spopolando una categoria chiamata #sobercurious piena di hashtag #sobriety, #soberlife, #alcoholfree e #sobrietyforwomen. Il concetto è apparso per la prima volta nel 2018 nel libro Sober Curious della scrittrice Ruby Warrington, che invita a mettere in discussione ogni impulso al bere cercando il consumo consapevole. The Cocktail, è un osservatorio di tendenze. Il cambiamento di approccio verso l’alcol si osserva nella crescita delle bevande light o 0% e nella crescita delle bevande energetiche. E’ una generazione meno legata all'alcol rispetto alle precedenti più prossime, soprattutto quelle che ora hanno tra i 50 e 75 anni.
Alcol, bere meno, una tendenza post-pandemia
L'idea di un consumo moderato è diventata ancora più attraente dopo la pandemia, quando i dati hanno mostrato un drammatico aumento del consumo di alcol in casa. Uno studio della società di consulenza IRI che confronta i dati di vendita di alcolici, snack salati, dolci e cioccolatini in sette paesi europei (Germania, Francia, Grecia, Spagna, Italia, Paesi Bassi e Regno Unito) rivela che la Spagna è cresciuta più che in nessun altro luogo il consumo di vino durante i mesi di reclusione: 17% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. “Qui ci beviamo le calorie-sostengono gli esperti di queste tendenze- e consumiamo più calorie dall'alcol che dai legumi”.
Alcol, il consumo moderato è una buona strategia?
Ma il consumo moderato è davvero una buona strategia con l'alcol? Poche le risposte a questo proposito. Nel 2017 un esperimento ha esaminato i risultati della somministrazione di 11 minuti di tecniche di mindfulness a 68 forti bevitori in Gran Bretagna che, infatti, sono riusciti a ridurre il proprio consumo nella settimana successiva. "Il microdosaggio della meditazione potrebbe averli aiutati a regolare le loro emozioni". Un'indagine ripresa da “European Journal Of Public Health” parla di 23.000 casi di cancro diagnosticati in Europa nel 2017 per un consumo leggero o moderato di alcol, di cui quasi la metà erano tumori al seno. Un altro lavoro del 2021 pubblicato su The Lancet Oncology rileva che il "consumo moderato", ad esempio meno di due birre al giorno, provoca più di 100.000 tumori all'anno. Anche un basso consumo, meno di 10 grammi di alcol al giorno, è associato a più di 40.000 tumori. L'International Cancer Research Fund (WCRF) sostengono che "le bevande alcoliche di ogni tipo hanno un impatto simile sul rischio di cancro, siano esse birre, vini, liquori o qualsiasi altra fonte di alcol. Non esiste una soglia di consumo al di sotto della quale il rischio non aumenti, almeno per alcuni tumori". Insomma sono in molti, nel mondo scientifico, che ritengono il messaggio “consumo responsabile” sua un errore. In conclusione il consumo zero, secondo tanti uomini di scienza, è l'unica strategia sicura per la salute, e questo purtroppo, a discapito del piacere e divertimento.