Massimo Recalcati e il mondo magico della psicanalisi
La psicanalisi è soprattutto un viaggio interiore, un viaggio nell’anima che porta a disvelare, progressivamente, tutti i piani del grande palazzo dell’Essere
Massimo Recalcati, il dottore dell'anima: ritratto
Qualche giorno fa la scrittrice Lucrezia Lerro ha intervistato per affaritaliani.it Massimo Recalcati, uno dei più noti psicanalisti lacaniani italiani membro della Società Milanese di Psicoanalisi e direttore dell’Irpa
LEGGI L'INTERVISTA A MASSIMO RECALCATI "Mio padre scriveva i decori funebri: così io combatto la morte con le parole" |
(Istituto di ricerca di psicoanalisi applicata).
L’intervista ha avuto un grande successo di pubblico perché la psicanalisi è un tema che dopo oltre cento anni dalla sua “scoperta” ad opera di Sigmund Freud poi continuata da Carl Gustav Jung ed altri, tra cui il francese Jacques Lacan, ancora irretisce e avvinghia al di là anche della sua possibile azione curativa.
La psicanalisi è soprattutto un viaggio interiore, un viaggio nell’anima che porta a disvelare, progressivamente, tutti i piani del grande palazzo dell’Essere. A discenderne le tenebrose scale fino alle fondamenta dell’inconscio.
Psicanalisi è vincere la notte utilizzando (anche) la notte. Illuminare i lati oscuri della personalità, “integrando l’Ombra”, come insegnava Jung. Percorrerne i suoi tragitti, viverne le sue orbite, permette all’essere umano di capire meglio sé e gli altri e il senso del suo stare al mondo, quello che Martin Heidegger chiamava nella sua ontologia esistenzialista “Dasein”, cioè “esserci”. La psicanalisi ha a che fare con la potenza numinosa della parola, parlata e scritta e la parola e ciò che muove il mondo.
La parola, il logos generatore, è la fonte primaria delle relazioni umane. La parola come proietto della coscienza che si fa arte, amore, guerra, pianto e riso. In termini semplici la parola che si fa umanità. Recalcati nasce a Milano nel 1959 e si laurea in filosofia presso l’Università del capoluogo lombardo con una tesi suggestiva che unisce anche nel titolo due mondi, quello francese e quello tedesco: Désir d'être e Todestrieb. Ipotesi per un confronto tra Sartre e Freud.
Dunque è Freud, mediato da Sarte, la chiave di ingresso di Recalcati nel mondo magico della psicanalisi e da Freud a Lacan il passo è breve. Ma Recalcati non si ferma certo alla filosofia e cerca di applicare le nozioni acquisite nel campo della cura dell’anima e così si occupa inizialmente di disturbi del comportamento alimentare, cominciando anche l’insegnamento universitario e collaborando alle pagine culturali de Il Manifesto, la Stampa e Repubblica.
È stato anche direttore della collana di Jonas. Studi di psicoanalisi applicata per la Franco Angeli Editore. Ha condotto un programma in Rai 3, “Lessico famigliare” e successivamente “Lessico Amoroso”. Dal punto di vista clinico si è anche interessato di panico, depressioni, dipendenze e psicosi latenti che producono diversi saggi, tra cui: Clinica del vuoto: anoressie, psicosi e dipendenze (2002) e ne L'uomo senza inconscio. Nuove figure della clinica psicoanalitica (2010).
Fondamentale la sua ipotesi che nei tempi moderni si è assistito al fenomeno dell’”evaporazione del padre” che ha determinato una crisi della clinica delle nevrosi. A Lacan dedica due saggi specifici: Jacques Lacan. Desiderio, godimento, soggettivazione (2012) e Jacques Lacan: la clinica psicoanalitica. Struttura e soggetto (2016).
Recalcati è uno studioso della crisi innescata da questa dissoluzione della figura paterna. Altra tematica suggestiva e determinante è in Recalcati lo studio del rapporto tra arte e psicanalisi. Ci siamo occupati pochi giorni fa del rapporto tra parola/scrittura e “anima” in una intervista a Roberto Vecchioni: La produzione letteraria dello psicanalista milanese è sterminata e comprende una lunghissima teoria di saggi, libri e pubblicazioni, oltre che alle già citate trasmissioni televisive.
Lucrezia Lerro, come abbiamo anticipato, è una scrittrice e poetessa. Laureata in Scienze dell’educazione e Psicologia, raggiunge la finale del premio Strega nel 2005 con “Certi giorni sono felice”. In questa intervista mostra anche una ottima capacità giornalistica ponendo le domande giuste allo psicanalista e guidando il lettore nel complesso periplo culturale della sua opera.